[Forumlucca] Articolo di Manlio Dinucci

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il manifesto
01 Agosto 2006



(http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/01-Agosto-2006/art35.html)





Prove di guerra hi-tech, così si muore in Libano e a Gaza
Armi «next generation» Ferite misteriose, tecnologie segrete, censure al
lavoro: i Territori e Beirut sono un test militare?
Manlio Dinucci
Da Gaza al Libano, le testimonianze dei medici sono unanimi: in decenni di
lavoro negli ospedali non hanno mai visto niente di simile alle condizioni
in cui sono ridotte molte delle vittime (quasi tutte civili) degli attacchi
israeliani. Corpi bruciati e deformati da sostanze penetrate al loro
interno, che carbonizzano il fegato e le ossa. Corpi che all'interno
presentano migliaia di finissimi tagli, ma nei quali non si trovano schegge,
oppure se ne trova solo una di plastica con la scritta «Test Gf». Braccia e
gambe colpite da frammenti non visibili ai raggi X, che devitalizzano i
tessuti e coagulano il sangue, provocando dopo l'amputazione una rapida
necrosi che si estende al resto del corpo. Corpi mummificati che non
presentano ferite esterne.
Anche se non si conoscono le armi che provocano tali effetti, una cosa è
certa: le forze israeliane stanno usando non solo bombe a guida di
precisione, proiettili al fosforo bianco, munizioni termobariche, munizioni
a grappolo, i cui effetti sono ormai noti (v. il manifesto, 23/26/28
luglio). Stanno usando anche armi di nuova generazione. Lo conferma l'ordine
dato agli organi di stampa il 23 luglio dal colonnello Sima Vaknin-Gil, capo
censore militare israeliano, di non fornire informazioni sull'«uso di tipi
unici di munizioni e armamenti». In base agli indizi sinora raccolti, si
possono fare due ipotesi, non alternative ma complementari l'una all'altra.
La prima: alcune delle munizioni a grappolo rilasciano nuovi tipi di
submunizioni le quali, esplodendo, spargono attorno non frammenti metallici
(visibili ai raggi X) che squar-ciano i corpi con la loro energia cinetica,
ma sostanze che, una volta penetrate nel corpo, lo distruggono dall'interno
con le loro specifiche proprietà. Il fatto che siano riportati casi di
feriti in cui la necrosi si estende molto rapidamente e in modo
inarrestabile e che, nonostante l'amputazione degli arti, i feriti muoiano
entro breve tempo, fa pensare che gli ordigni possano essere contaminati da
agenti biologici specifici oppure da sostanze chimiche destinate ad
aggravare lo stato delle ferite.
La seconda: possono essere state usate dalle forze israeliane anche armi a
energia diretta. Esse colpiscono l'obiettivo non con proiettili, frammenti
di submunizioni o con l'onda d'urto di un'esplosione, ma con forme di
energia non cinetica: radiazioni elettromagnetiche, plasma ad elevata
energia, raggi laser. Una delle armi laser - il Mobile tactical high energy
laser (Mthel) - è stata sviluppata da un team statunitense guidato dalla
Northrop Grumman e da uno israeliano comprendente diverse industrie:
Electro-Optic Industries, Israel Aircraft Industries, Rafael, Tadiran. In
alcuni test, il Mthel si è dimostrato capace di distruggere proiettili di
mortaio e razzi prima che arrivassero al suolo. Armi di tale potenza, sia
laser che elettromagnetiche, possono però essere usate sia a scopo difensivo
che a scopo offensivo contro bersagli umani.
Il Tacom (il comando responsabile della «mobilità e potenza di fuoco
dell'esercito americano») presentò a un simposio, il 29 agosto 2000, il
Pulsed impulsive kill laser (Pikl). Testato su bersagli di gelatina (con
all'interno sensori) riproducenti il corpo umano, su camoscio umido
riproducente la pelle umana e su abiti di diversi tessuti, questo laser
killer aveva dimostrato di poter distruggere veicoli con «impulsi che
letteralmente masticano il materiale senza causare bruciature» e di poter
provocare «effetti anti-persona di tipo letale o inferiore a quello letale».
Il Tacom concludeva quindi che il Pikl poteva essere usato sia per
operazioni militari, sia per il «controllo della folla».
Tre anni dopo alcune di queste armi a energia diretta sono state quasi
certamente usate dalle forze statunitensi nella guerra in Iraq. Lo conferma
l'inchiesta di Maurizio Torrealta e Sigfrido Ranucci, «Guerre stellari in
Iraq», trasmessa da RaiNews24 il 17 maggio 2006. Attendibili testimoni
riferiscono di aver visto, durante la battaglia dell'aeroporto a Baghdad
nell'aprile 2003, un autobus che, colpito da una misteriosa arma, si
accartoccia riducendosi alle dimensioni di un pullmimo, corpi intatti con
solo testa e denti bruciati, corpi intatti senza più occhi, corpi
rimpiccioliti a 1 metro di lunghezza. Corpi fatti sparire rapidamente per
cancellare ogni traccia.
Intervistati dai realizzatori del documentario, alcuni dei massimi esperti
statunitensi confermano che prototipi di armi a energia diretta sono già in
uso. William Arkin, già analista del Pentagono ora al Washington Post,
afferma che siamo di fronte a un cambiamento epocale: dalle armi cinetiche
si sta passando alle armi a energia diretta.
Poiché non c'è test che equivalga all'uso di un'arma nelle condizioni reali
di una guerra, è logico che le nuove armi a energia diretta, come le nuove
armi contenenti probabilmente specifici agenti biologici e sostanze
chimiche, siano state usate in funzione anti-persona prima in Iraq e ora in
Libano e a Gaza. Solo che a fare da bersaglio al laser killer non sono
manichini di gelatina ricoperti di camoscio ma uomini, donne, bambini.