appello pubblicato su "il manifesto" del 03/08/06
L'attacco israeliano sul Libano, sostenuto dagli Usa, ha lasciato il paese
tramortito, incenerito e arrabbiato. Il massacro di Qana e le vite perse
non sono semplicemente «sproporzionati». Si tratta, secondo le leggi internazionali,
di un crimine di guerra.
Anche la distruzione deliberata e sistematica dell'infrastruttura sociale
del libano da parte delle forze aeree israeliane è un crimine di guerra,
progettato per ridurre il paese allo status di un protettorato israeliano-statunitense.
Questo tentativo si è però ritorto contro, mentre il resto del mondo guarda
atterrito. Nello stesso Libano, l'87% della popolazione ora sostiene la resistenza
di Hezbollah, inclusi l'80% dei Cristiani e Drusi e l'89% dei Musulmani Sunniti,
mentre l'8% crede che gli Stati uniti sostengano il Libano.
Queste azioni tuttavia non saranno giudicate da alcuna corte istituita dalla
«comunità internazionale» perché gli Stati uniti e i loro alleati, che commettono
(o sono complici di questi crimini spaventosi), non lo permetteranno.
Ora è chiaro che l'attacco in libano per epurare Hezbollah è stato preparato
molto tempo prima. I crimini di Israele hanno ricevuto il lasciapassare dagli
Stati uniti e dai fedeli alleati britannici di sempre, nonostante l'opposizione
schiacciante a Blair nel suo paese.
La breve pace di cui il Libano ha goduto è giunta alla fine mentre il paese
è costretto a ricordare un passato che sperava di lasciare alle spalle. Il
terrore di stato inflitto al libano si sta ripetendo nel ghetto di Gaza mentre
la «comunità internazionale» sta a guardare in silenzio. Nel frattempo il
resto della Palestina viene annesso e smantellato con la diretta partecipazione
degli Stati uniti ed il tacito consenso dei loro alleati. Noi offriamo la
nostra solidarietà e sosteniamo le vittime di questa brutalità così come
coloro che vi costruiscono la resistenza. Per quanto ci riguarda, useremo
tutti i mezzi a nostra disposizione per smascherare la complicità dei nostri
governi in questi crimini. Non ci sarà pace in Medio Oriente finché le occupazioni
di Palestina e Iraq e le bombe «temporaneamente» sospese sul Libano continueranno.
TariqAlì
Noam Chomsky
Eduardo Galeano
Howard Zinn
KenLoach
John Berger
Arundhati
Roy
hasta siempre
ub
Ugo Beiso