RE: [NuovoLab] La "PROTESTA" si fa anche sul web

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Auteur: Elisabetta Filippi
Date:  
À: forumgenova
Sujet: RE: [NuovoLab] La "PROTESTA" si fa anche sul web
C'è lo stesso articolo in inglese? Vorrei pubblicarlo su alcuni blog/forum
internazionali.

Elisabetta


>From: Edoardo Magnone <magnone@???>
>Reply-To: Mailing list del Forum sociale di Genova
><forumgenova@???>
>To: forumgenova@???
>Subject: [NuovoLab] La "PROTESTA" si fa anche sul web
>Date: Wed, 02 Aug 2006 12:09:15 +0200
>
>tratto da:
>http://www.tgcom.mediaset.it/tgtech/articoli/articolo321439.shtml
>
>___________________________________
>La guerra si fa anche sul web
>Attaccati siti israeliani e americani
>
>Nell'era di Internet la guerra non si fa solo con i missili. Niente di
>strano
>quindi se a un raid dell'esercito di Tel Aviv si risponde con un attacco a
>un
>sito israeliano. Negli ultimi giorni non sono state poche le intrusioni nei
>siti web americani e israeliani in segno di protesta contro i bombardamenti
>in
>Libano. Ma quello che stupisce, è che gli attacchi non sono opera di
>terroristi
>informatici islamici, ma di hacher di mezzo mondo.
>
>Gli attacchi, principalmente costituiti da defacement (oscuramento di
>alcune
>pagine di un sito web, sostituite con un messaggio o un immagine da parte
>dell'autore dell'attacco), come sottolinea Zone-H , osservatorio
>indipendente
>che dal 2002 tiene un monitoraggio dei crimini commessi via Internet
>colpiscono
>le pagine web di enti commerciali e governativi sia israeliani che
>statunitensi,
>tra cui la Nasa, l'università Berkeley, siti militari e governativi
>americani.
>
>Di tutte le intrusioni registrate dal 13 luglio ad oggi, circa 8000 sono di
>matrice politica e quasi 1500 hanno una motivazione di tipo patriottico. Ma
>l'aspetto caratterizzante di questa vicenda è che le intrusioni non
>provengono
>solo da hacker turchi, marocchini e in generale appartenenti alla comunità
>internazionale che riunisce le persone di fede islamica in ogni parte del
>mondo. Infatti, contrariamente a quanto accaduto in passato, la
>mobilitazione
>va oltre le ragioni religiose e ha raccolto adesioni in tutto il modo,
>soprattutto in Sud America.
>
>Il sito della Nasa è stato attaccato da un team di hacker sudamericani noto
>come
>"Beyond Hackers Team" che ne ha oscurato alcune pagine inserendo un
>messaggio
>riferito alle azioni di guerra: "No war This is a cyber-protest". Molti
>defacement riportano foto e dichiarazioni che mirano a sottolineare gli
>aspetti
>più distruttivi di quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza e nelle zone
>limitrofe, come il messaggio di EL_MuHaMMeD che attraverso una ampia
>galleria
>fotografica si concentra sulla condizione delle famiglie palestinesi e
>conclude
>con l'appello: "Europen Union and United Nations being silent to this don't
>shut
>up to this oppression..!! When someone make a movement it's a blame but
>Israel
>make it WHY everybody is silent". Questo è solo l'inizio, perchè la guerra
>informatica proseguirà fino a quando andranno avanti il conflitto in Medio
>Oriente, e forse continerà anche quando sarà firmata la tregua.
>
>Moderiamoci: no html, risposte private in privato: il reply e' alla lista,
>e viene letto da tutti gli iscritti.
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>che agiscono localmente per iniziative "di movimento" a Genova.
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