Lettera aperta dell'Astra 19 uscita su manifesto e liberazione del 30 luglio
Il peso della parole
Sei righe scritte a mano.
Sei righe scritte di fretta.
Probabilmente una mano impugnava la penna e l´altra infilava
boccaglio, maschera e pinne nella borsa del mare. Tra poco parte il
traghetto.
Sei righe del dott. Laviola per annunciare che chi il 6 novembre 2004
ha messo in campo una nuova forma pubblica di sciopero metropolitano,
non solo deve rimanere agli arresti domiciliari per non si sa quanto
tempo, ma non avrà neanche il permesso di 6 ore per andare a lavorare.
Sei righe dove la necessità (non la voglia...) di lavoro viene letta
come l´ora di "buco" a scuola, come qualcosa che elimina la
punizione, come una concessione troppo preziosa.
Il solito ritornello della "pericolosità sociale" sembra scandire
le tappe di un processo che viene scritto non in funzione di fatti e
prove di reato, ma sull´"analisi scrupolosa" dei comportamenti
sociali di questi individui, della loro "attitudine quotidiana alla
illegalità", della loro "appartenenza a gruppi sociali a
rischio" (e rischiosi).
Il copione milanese, recitato dall´11 marzo in poi, sembra aver fatto
scuola. È il dato di fatto. Mentre si approva l´indulto, una parte
della magistratura (e della politica) ha già fatto una scelta.
Le migliaia di denunce prodotte negli ultimi anni non hanno intimorito
quanto si sperava, la punizione deve essere più esemplare, deve
impedire la presa di parola collettiva di questi soggetti, deve
chiudere gli spazi del conflitto sociale.
No war, reddito, diritto all'abitare, nuovo welfare, difesa dei beni
comuni, antiproibizionismo: negli ultimi anni, i movimenti hanno
cambiato l´agenda politica del Paese, producendo le condizioni
culturali e sociali per la cacciata del governo delle destre. Ma ora
qualcuno, con le buone o con le cattive, vorrebbe dirci che "la
ricreazione è finita".
Ed ecco serviti lunghi mesi di carcere preventivo, arresti domiciliari
preventivi, firme preventive, condanne preventive.
La partita che si sta giocando non riguarda il copione ammuffito della
"lotta alla repressione", ma parla della qualità democratica e
della libertà di questo paese, della possibilità di espressione dei
conflitti sociali, della conquista di nuovi diritti civili e sociali.
Sei righe lette con le mani sudate, fa caldo.
Un caldo da non dimenticare, da conservare per il prossimo autunno.
Astra 19 spazio pubblico autogestito
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PierPaolo Biata