Cooperazione: cambiamo rotta, cominciando dal Libano
La solidarietà alle popolazioni colpite dalla guerra deve passare per il sostegno alle organizzazioni locali
Fabio Alberti - presidente di un ponte per...
Fin dai primissimi giorni dall'inizio dei bombardamenti alcune associazioni della società civile libanese e palestinese, di diverso orientamento, si sono riunite in coordinamento operativo ed hanno avviato immediati interventi di assistenza verso le migliaia di sfollati che, in particolare dal sud del paese, affluivano a Beirut nel tentativo di sfuggire alla guerra e hanno lanciato un appello alla comunità internazionale affinché si mobilitasse per fermare i bombardamenti e li sostenesse economicamente. Il primo intervento di assistenza si è svolto nel parco di Sanayeh ove spontaneamente si erano accampate alcune famiglie. Oggi queste associazioni assistono 15.000 persone in 32 scuole elementari di Beirut.
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La proposta che facciamo quindi è secca: il Governo stanzi fondi importanti destinati direttamente a sostenere le attività di sostegno alla popolazione realizzate dalla società civile libanese indicando questa come principale modalità di intervento nella emergenza della guerra e poi nella ricostruzione. Sarebbe un investimento sul futuro del paese, una indicazione che l'Italia volta pagina.
Un ponte per. ha già fatto questa scelta: tutti i fondi che raccoglieremo saranno versati, sottraendo solo i costi di raccolta, direttamente ad organizzazioni locali perché li utilizzino secondo le proprie priorità e progetti di intervento.
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Pubblicato sul numero del 29 luglio 2006 di
"Aprile, quotidiano per la sinistra"
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