著者: paolopunx 日付: To: 題目: [Paesibaschiliberi] FW: PROCESSO 11 Marzo: Una sentenza di Guerra
Dopo oltre 4 mesi di carcerazione preventiva, mercoledì 19 luglio, il
GUP del Tribunale di Milano, confermando quasi interamente le tesi
dell?accusa, ha condannato 18 antifascist* a scontare 4 anni di
carcere, per un totale di 72 anni, e ne ha assolti altr* 9.
UNA SENTENZA CHE, OLTRE A DEVASTARE LA VITA DI 18 COMPAGN*, PONE LE
CONDIZIONI PER DEVASTARE I DIRITTI E LE LIBERTà DI TUTT*, NESSUNO
ESCLUSO! Al di là delle motivazioni formali della sentenza, che
usciranno entro 60 giorni e del necessario ricorso in appello, ci
sembra che questo verdetto sia perfettamente in linea con ciò che
appare sempre più come una planetaria gestione di guerra della vita,
delle relazioni umane, affettive, sociali e produttive. IN GUERRA,
COM?è NOTO, LE CATEGORIE PRINCIPALI SONO ESSENZIALMENTE
DUE: AMICI E NEMICI. Ai ?nemici? non si perdona nulla, tutto è
perfido e malvagio ed agli ?amici? si giustifica tutto, poiché
rappresentano il bene. L?impero del bene contro quello del male,
raccontano le gerarchie
imperiali mentre bombardano l?Iraq, l?Afghanistan, la Palestina, il
Libano e ?. Amici e nemici, sembra riproporre la pubblica accusa quando non si
preoccupa di provare le responsabilità individuali dei singoli
imputat* in episodi specifici (aver rotto quella vetrina, quella
macchina o quant?altro), ma utilizza l?istituto giuridico del
concorso morale chiedendo la condanna sulla base della sola presenza
alla manifestazione antifascist*. Lasciamo ai cultori del diritto
l?arduo compito di fornire
interpretazioni giuridiche sulla incredibile dilatazione
nell?utilizzo dell?istituto del concorso e sulla scomparsa di ciò che
fino a ieri appariva come una certezza del diritto penale, ossia
l?individuazione oltre ogni ragionevole dubbio della responsabilità
individuale, mentre ci preme ragionare sulle ricadute concrete legate
alla conferma di una simile sentenza. Da domani andare ad un corteo
sarà più rischioso, dato che ogni
singolo partecipante potrebbe essere ritenuto colpevole di concorso
morale in eventuali ?incidenti?. Andare alla stadio potrebbe divenire
pericoloso, visto che in caso di
scontri ogni singolo spettatore potrebbe essere ritenuto colpevole di
concorso morale. Frequentare il bar sotto casa potrebbe costare caro,
poiché in caso
di rissa, tutti i presenti, anche se non direttamente coinvolti,
potrebbero venir accusati di concorso morale in rissa aggravata. Al
di là dei garantisti a senso unico, veri cultori del privilegio, che
invocano lo stato di diritto solo quando si tratta di potenti
personaggi (gli amici per usare un categoria più consona alla
guerra), c?è davvero ancora qualcun* che pensa che questa sentenza
riguarda solo i 18 imputati condannati a 4 anni? La gestione di guerra,
oltre a produrre in continuazione amici e
nemici, utilizza tali categorie per definire le posizioni economiche,
militari e di dominio nella scala gerarchica dell?impero. La guerra
attraversa le relazioni sociali in una infinita rincorsa in
cui ognuno combatte contro l?altr* per mantenere o guadagnare la
posizione migliore. Così, per esempio, la mancanza di una casa si
imputa alle sporadiche assegnazione di alloggi popolari agli
immigrat* e non alle immobiliari ed ai banchieri che si arricchiscono
con affitti e mutui da capogiro. In questo processo, caratterizzato dal
diffondersi di un controllo
sempre più asfissiante e generalizzato, mentre la produzione, il
lavoro, si estendono all?intera vita, il reddito rimane eterno
elemento di discriminazione gerarchica e ricatto, per impedire che ci
si dedichi alla ricerca del bene comune. Tutto ciò avviene mutando
continuamente e radicalmente il senso
comune delle proporzioni. Così si considera legittimo il bombardamento
della capitale e delle
principali città libanesi, con tutto il suo portato di morte, in
risposta al rapimento di tre soldati israeliani! E? come rispondere
ad un pugno ricevuto da un ragazzo di Quarto Oggiaro, bombardando il
quartiere. Purtroppo, anche in Italia, seppur in forma decisamente più soft, le
dinamiche di guerra ed il progressivo mutamento del senso delle
proporzioni stanno già producendo devastanti effetti. COSì UN GRAFFITO
PUò COSTARE UN PROIETTILE IN TESTA (CASO RUMESH A
COMO), UN FERMO DI POLIZIA LA VITA (CASO ALDROVANDI A FERRARA), UN
VASO DI FIORI SPOSTATO LA MORTE DI UN RAGAZZINO, ECC... Questi
tragici episodi, tutt?altro che isolati, sono prodotti dal
diffondersi di deliranti politiche securitarie. Politiche tanto care:
Ai guerrafondai; A coloro che spacciano paure
per raccogliere ordine; Ai cultori della sofferenza attraverso la
certezza della pena, degli altri ovviamente; A quelli che spiano le
persone in nome della loro sicurezza; Ai seminatori di telecamere che
sognano un immenso grande fratello con attori non pagati; Agli
aspiranti Cow Boy che grazie alle nuove norme sulla legittima difesa
possono uccidere, senza alcun timore, per difendere la proprietà
privata; Ai nuovi cultori del fascismo etico che raccontano che le
droghe sono tutte uguali (faziosi e ridicoli) ed hanno appena varato
una legge che sbatte in galera, per il loro bene s?intende, chi usa
sostanze considerate illegali, e via di seguito? In fin dei conti
questa sentenza è perfettamente in linea con questa
nuove concezione del diritto e delle proporzioni, così i
danneggiamenti si trasformano in ?devastazione e saccheggio?, allo
scopo di ingigantire a dismisura le pene, ben sapendo che è come
paragonare un pugno ad un tentato omicidio. Concorso morale in
devastazione e saccheggio, è questo il verdetto
per 18 antifascist*! Si usa un reato di guerra, che quando è stato
istituito, guarda caso
nel ventennio fascista, veniva punito con la pena di morte.
Probabilmente, quest?ultima è l?esemplare punizione che si
aspettavano i proprietari della casa circondariale delle libertà e
qualche loro amico, pennivendolo di mestiere, che tra un incontro e
l?altro con i servizi segreti si diletta a scrivere su un odioso ed
insignificante giornaletto. Ma se il clima di guerra e le politiche
liberticide hanno
particolarmente caratterizzato i centurioni imperiali di ?centro
destra?, rischia di rimanere deluso anche chi è andato a votare per
mandare a casa l?insopportabile precedente governo. Sulla guerra, qui
come altrove, i centurioni di ?centro sinistra?
sono improntati al continuismo, altro che segnali d?inversione di
tendenza! Infatti, le politiche securitarie sono altrettanto care a
politicanti
come Cofferati e francamente i sermoni sul rifiuto della violenza
recitati da personaggi che governano legittimando politiche di
guerra, risultano falsi tanto quanto chi blatera di garantismo per
difendere il privilegio. Sarebbe più onesto, da parte di questi
signori, rivendicare il
monopolio della violenza e non il suo improbabile rifiuto, ma nello
spettacolo della politica la sincerità rimane un ospite scomodo e
quando il re è nudo, suscita ancora scandalo! Siamo consapevoli che è
solo grazie alle mobilitazioni, alle
iniziative di comunicazione sviluppate nei vari territori, al corteo
del 17 giugno, che il clima forcaiolo sul processo si è allentato
rispetto al 12 marzo e che la sentenza non è stata ancora più
pesante. Un primo risultato è stato raggiunto: 9 compagn* sono stati assolt* e
sono stati concessi gli arresti domiciliari ai 18 antifascist*
condannat* in primo grado. Ora è necessario evitare che le condanne
vengano confermate in appello e non solo per impedire la devastazione
di 18 vite, ma anche e soprattutto per fermare l?estensione e la
legittimazione di altre attuali (Genova 2001, Torino, ecc.) e future
sentenze di guerra! Sarebbe un errore ragionare su questa sentenza
accettando perdenti
logiche di scontro tra ?antagonisti? ed apparati repressivi dello
Stato. E? la guerra come forma di gestione del quotidiano che va battuta e
combattuta, sono le politiche securitarie che vanno attaccate ed è
solo all?interno di questa battaglia di libertà che possono porsi le
condizioni per liberare i 18 compagn* condannati in primo grado. Questa
è la battaglia che ci sentiamo di combattere, per amore, solo
per amore, naturalmente!