-----Messaggio originale-----
Da: Riccardo Troisi [
mailto:riccardotroisi@tin.it]
Inviato: mercoledì 19 luglio 2006 15.39
A: glt-nonviolenza@???
Oggetto: [glt NV] paolo cacciari si dimette sulla questione missioni
militari
Il tempo della guerra
Paolo Cacciari
Questo è il testo dell'intervento di Paolo Cacciari, nostro amico e socio
fondatore di Carta, nel dibattito sul rifinanziamento delle missioni
militari all'estero, mercoledì alla Camera dei deputati.
Presidente, deputati,
perdonate le mie debolezze e le mie paure, ma questa volta la politica non
mi aiuta a tenere assieme ragionamento e convinzione (Bobbio avrebbe detto:
l'etica della responsabilità e la coscienza). La prima mi dice che la
mozione della maggioranza e il conseguente disegno di legge sono i migliori
possibili nelle condizioni date. La seconda mi dice che le carneficine in
corso in Medio Oriente avrebbero bisogno di una rottura netta, immediata,
con le pratiche e le politiche fin qui condotte dall'Italia, dall'Europa,
dalle potenze occidentali.
Potremmo non avere a disposizione altri sei mesi per convincerci che non
saranno mai gli interventi militari a portare stabilità, sicurezza, pace
(per non parlare della "democrazia") né a "loro", né a noi. Dal Libano alla
Siria all'Iran il passo della spirale si allarga paurosamente. Il nostro è,
oramai, il tempo della guerra.
La violenza, sotto qualsiasi forma, determina altra violenza.
"Lo strumento militare non è adatto sradicare il terrorismo", ha scritto un
nostro generale. I bacini d'odio si prosciugano con altri mezzi. Michael
Nagler ha scritto: "Scegliere la via della convinzione, anziché quella della
minaccia e del dominio". Tra la partecipazione alle guerre e l'inazione ci
sono altre forme di intervento, di confidence bulding, di riconciliazione,
di interposizione nonviolenta, di creazione di corpi civili volontari di
pace, di mobilitazione delle infinite risorse di solidarietà e cooperazione
di cui dispone la società civile. Proviamoci, almeno!
Molte persone che stimo, il presidente Bertinotti per primo, affermano che
gli argomenti del pacifismo di principio nonviolento in queste aule sono
fuori luogo. Peggio un tempo si sarebbe detto che "oggettivamente" fanno il
gioco delle parti più avverse.
Indebolire la mia amata parte politica, mettere in difficoltà questo ottimo
governo sarebbe l'ultimo degli "effetti indesiderati" generati dal clima di
guerra in cui siamo tutti immersi. Per evitare queste conseguenze accolgo di
buon grado l'invito a lasciare libero questo seggio "al prossimo della
lista". Accetti, presidente, questa mia brevissima dichiarazione già come
lettera di dimissioni, così che la forza e la compattezza della maggioranza
possano essere subito ripristinate.
Nel frattempo non partecipo ai voti sulla mozione e sul disegno di legge.
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