[Lecce-sf] Il tempo della guerra

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Autor: Antonella Mangia
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A: lecce social forum, CSSF
CC: Circolo P.R.C. R.Orsi - LECCE, Organizzazione \[Fed. PRC - Lecce\]
Assumpte: [Lecce-sf] Il tempo della guerra
19 luglio 2006 Il tempo della guerra Paolo Cacciari Questo è il testo dell'intervento di Paolo Cacciari, nostro amico e socio fondatore di Carta, nel dibattito sul rifinanziamento delle missioni militari all'estero, mercoledì alla Camera dei deputati. Presidente, deputati,
               perdonate le mie debolezze e le mie paure, ma questa volta la politica                non mi aiuta a tenere assieme ragionamento e convinzione (Bobbio                avrebbe detto: l'etica della responsabilità e la coscienza).                La prima mi dice che la mozione della maggioranza e il conseguente                disegno di legge sono i migliori possibili nelle condizioni date.                La seconda mi dice che le carneficine in corso in Medio Oriente                avrebbero bisogno di una rottura netta, immediata, con le pratiche                e le politiche fin qui condotte dall'Italia, dall'Europa, dalle                potenze occidentali.             Potremmo non avere a disposizione altri sei mesi per convincerci                che non saranno mai gli interventi militari a portare stabilità,                sicurezza, pace (per non parlare della "democrazia") né                a "loro", né a noi. Dal Libano alla Siria all'Iran              
  il passo della spirale si allarga paurosamente. Il nostro è,                oramai, il tempo della guerra. 
               La violenza, sotto qualsiasi forma, determina altra violenza.             "Lo strumento militare non è adatto sradicare il terrorismo",                ha scritto un nostro generale. I bacini d'odio si prosciugano con                altri mezzi. Michael Nagler ha scritto: "Scegliere la via della                convinzione, anziché quella della minaccia e del dominio".                Tra la partecipazione alle guerre e l'inazione ci sono altre forme                di intervento, di confidence bulding, di riconciliazione, di interposizione                nonviolenta, di creazione di corpi civili volontari di pace, di                mobilitazione delle infinite risorse di solidarietà e cooperazione                di cui dispone la società civile. Proviamoci, almeno!             Molte persone che stimo, il presidente Bertinotti per primo, affermano                che gli argomenti del pacifismo di principio nonviolento in queste                aule sono fuori
 luogo. Peggio un tempo si sarebbe detto che "oggettivamente"                fanno il gioco delle parti più avverse.
               Indebolire la mia amata parte politica, mettere in difficoltà                questo ottimo governo sarebbe l'ultimo degli "effetti indesiderati"                generati dal clima di guerra in cui siamo tutti immersi. Per evitare                queste conseguenze accolgo di buon grado l'invito a lasciare libero                questo seggio "al prossimo della lista". Accetti, presidente,                questa mia brevissima dichiarazione già come lettera di dimissioni,                così che la forza e la compattezza della maggioranza possano                essere subito ripristinate.
               Nel frattempo non partecipo ai voti sulla mozione e sul disegno                di legge.
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