Ciao a tutti
Sulla vicenda Ciclonauti vs. Comune vs. CiclofficinaCentrale vs. Teatro etc... vorrei dire qualche sciocchezza anch'io.
Ieri sera non sono potuto/voluto (50/50) passare in Campidoglio, spero che stasera qualche "Ciclonauta" verrà al picnic al Pincio così forse capirò meglio un po' di cose.
Mi secca abbastanza il venir precipitato in queste querelles tra ciclofficinanti senza poter cogliere nel merito la natura del contendere, ci si rinfaccia gli uni con gli altri atti e gesti al limite del riprovevole (almeno nelle parole degli scriventi) ma sul reale perché della spaccatura avvenuta, da fuori non si comprende molto.
Fatto sta che abbiamo da una parte Giacomo coi suoi "Ciclonauti", associazione composta non si sa bene da chi né perché, che sta trattando col Comune uno spazio, e dall'altra Bellino, Tommaso e Chiara che stanno tentando qualcos'altro (non è chiaro cosa...).
Ora, con tutta la buona fede che si può concedere alle persone, se questi fantomatici "Ciclonauti" avessero prodotto nei mesi qualche tipo di attività _visibile_, si fossero aperti alla partecipazione ed al confronto, avessero dato vita a qualcosa di più simile ad un'attività associativa e meno ad una setta segreta, non avrei la minima difficoltà a supportarne, moralmente e nei fatti, le richieste avanzate al Comune.
Ma se, poniamo il caso di diversa associazione, avessi nei mesi scorsi (dicesi: quando ancora ne facevo parte) lanciato un appello per appoggiare analoghe richieste avanzate da Ruotalibera, associazione presente sul territorio da quasi vent'anni e con all'attivo parecchie centinaia di iniziative pubbliche ed aperte alla partecipazione di chiunque (previa iscrizione, ovviamente), vorrei vedere se ci sarebbe stato un "sollevamento popolare".
Questo per dire che non basta "inventarsi" un'associazione e menar vanto dell'attività in una Ciclofficina per veder pubblicamente riconosciuta un'istanza: secondo me dev'essere inoppugnabile l'evidenza di "pubblica utilità" degli spazi concessi, e questa a mio personale parere al momento non c'è.
C'è la fiducia nelle persone, nella buona fede dei singoli, ma fatti concreti per appoggiare la richiesta ora come ora non ne vedo.
E parimenti penso che non ne veda il Comune, considerando anche che il mondo dell'associazionismo biciclettaro a Roma è particolarmente arrivista e litigioso (non fatemi fare i soliti nomi) ed in questo contesto favorire l'uno o l'altro, dal punto di vista del Comune, significherebbe creare un precedente e prestare il fianco ad innumerevoli altre petizioni, richieste e questue.
Insomma una brutta storia: brutta per chi la vive in prima persona, ma anche per chi, leggendo questa lista, si ritrova in mezzo a baruffe incomprensibili tra persone che fino a poche settimane fa condividevano, d'amore e d'accordo (questo credevamo) spazi pubblici e aperti, e che di fronte al rischio/certezza di perdere quegli spazi non sanno fare di meglio che puntare i piedi gli uni nei confronti degli altri e presentarsi divisi e conflittuali al confronto con la famigerata "autorità costituita".
Sono molto, molto deluso...
Ciao
--
Marco Pierfranceschi
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