[Lecce-sf] Fw: SEGRETI POCHI, SERVIZI TANTI

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SEGRETI POCHI, SERVIZI TANTI
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From: campo
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Sent: Saturday, July 15, 2006 5:54 PM
Subject: SEGRETI POCHI, SERVIZI TANTI


Notiziario del Campo Antimperialista ... 15 luglio 2006 ... http://www.antiimperialista.org


Chi ci segue sa che abbiamo dovuto posticipare il prossimo Campo. Esso, a differenza degli anni precedenti, avra' un carattere seminariale, di studio. Saremo certamente meno degli altri anni, ma non e' il numero, soprattutto di questi tempi, il fattore piu' importante. Oggi piu' che mai c'e' bisogno di avere idee chiare e queste nascono da analisi rigorose e approfondite delle situazioni topiche della battaglia mondiale in corso. Purtroppo siamo tra i pochi in grado di compiere analisi veritiere e quindi spregiudicate della realta', anche grazie a relazioni, collaborazioni e conoscenze costruite faticosamente nell'arco dei decenni. A breve forniremo la lista degli oratori. Per ogni ragguaglio e per prenotarsi (consigliamo di farlo immediatamente) scriveteci a questo indirizzo: campoantimperialista@??? (specificando nel titolo della mail: POLVESE)



Questo Notiziario contiene:

1. VI PRENDIAMO IN PAROLA
2. SEGRETI POCHI, SERVIZI TANTI
3. PROCESSO C.O.R.: TUTTI CONDANNATI. WILLIAM DI PIU'
3. SARDEGNA: ARRESTI A SINISTRA, ARRESTI DI SINISTRA
4. APPELLO CONTRO GLI ARRESTI IN SARDEGNA
5. DI NUOVO SU AL-ZARKAWI

1. VI PRENDIAMO IN PAROLA

Inviamo in rete mentre il Libano e' sottoposto ad una nuova aggressione israeliana. Il rischio di un'escalation verso la Siria e' enorme. Cio' sarebbe l'applicazione della variante B della strategia sionista -quella che difronte al consolidarsi delle Resistenze prevede sia dato fuoco alla polveri in vista di un conflitto che punti a spazzare via le vecchie e nuove trincee antimperialiste del Medio Oriente. Con perfetto sincronismo la centrale imperialista di disinformazione strategica si e' messa all'opera. Tesi numero uno: I nemici di Israele sono solo terroristi. Tesi numero due: Israele sta esercitando il proprio diritto all'autodifesa. E' gravissimo che la sinistra italiana accetti entrambi questi postulati. Se l'ex bombarolo (di Belgrado) D'alema usa le stesse parole della bombardiera C. Rice, alcuni esponenti del nuovo governo hanno compiuto dichiarazioni il cui tasso di follia sionista farebbe invidia a Berlusconi e Fini. Il fianco comunista non si e' spinto tanto oltre, ma accettao in pieno la tesi seconda. Siamo rabbrividiti leggendo l'editoriale de il manifesto di oggi, 14 luglio: gli Hezbollah sono terroristi e Israele si sta legittimamente difendendo. Nessuna parola sul fatto che Israele non ha riconsegnato al Libano tutti tutti i territori che occupo' nel 1982, che i suoi soldati sono stati catturati in territorio libanese, nella striscia frontaliera dove vorrebbero scorrazzare impunemente. Nessuna parola sul fatto che la micidiale azione di reparti speciali di Hezbollah (che ha colpito dei militari e non dei civili -che terrorismo e terrorismo?) e' stata deliberatamente rivendicata come reazione al massacro in corso a Gaza. Ne viene fuori che ogni azione armata antisionista, in quanto «il povero e democratico Israele» e' bersaglio, e' a priori illegittima. E' cosi accolta la visione del mondo sionista: per cui non gli arabi palestinesi ma gli israeliani sarebbero le vittime, non I sionisti carnefici e aggressori, mai loro nemici. L'etnocidio in corso viene rimosso e al suo posto subentra quello immaginario che gli arabi compirebbero se ottenessero I loro diritti. In questo quadro fosco si inserisce la vicenda del voto sulla missione in Afganistan. Un quadro che non fa ben sperare. Molti nodi stanno nuovamente venendo al pettine, come ai tempi dei bombardamenti in Jugoslavia. Noi prendiamo in parola i senatori e i deputati che hanno dichiarato di tener fede alla loro coscienza pacifista non votando il decreto che vorrebbe conservare l'Italia in guerra a fianco dell'Impero e della NATO. Ma il quadro e' fosco e le pressioni sono fortissime. Si dice che sulle loro spalle grava la responsabilita' di tenere in vita con la flebo il governo Prodi. In realta' in ballo c'e' qualcosa di piu' importante: la sopravvivenza e la possibilita' di rilanciare il solo movimento di massa che in questo decennio ha davvero dato una speranza agli italiani e non solo a loro: quello contro la guerra infinita. I parlamentari in questione lo sanno bene. Un loro voltafaccia avrebbe implicazioni gravissime sul movimento, produrrebbe una frattura insanabile in senso all'opposizione antagonista. Il dilemma e' secco: debbono scegliere se ammazzare la speranza o ferire a morte un governo al servizio delle solite oligarchie capitaliste e degli Stati Uniti. Vogliamo sperare che preferiranno la speranza alla funerea e criminale realpolitik imperialista.


2. SEGRETI POCHI, SERVIZI TANTI

Malabarba currunt.
La tragicomica vicenda del sequestro dell'Imam Abu Omar e' un'istruttiva metafora della vicenda italiana. Se il sequestro di persona, di per se', e' un grandissimo reato, esso e' aggravato dalle sue finalita': Omar viene rapito non per ottenere un eventuale riscatto, ma per essere trasferito in un carcere egiziano dove verra' sottoposto a tortura affinche' collabori con gli occidentali e diventi una spia. Oltre al sequesto di persona gli autori inanellano una serie di pesanti violazioni, non solo delle leggi italiane, ma delle convenzioni internazionali.
*Prima puntata. La magistratura milanese, dopo lunghe indagini, spicca mandati di cattura verso diversi appartenenti alla CIA. Si disse: ecco i soliti americani che trattano l'Italia come una provincia e la fanno da padroni calpestando le leggi di un paese formalmente sovrano. PRIMO ERRORE! Proprio perche' provincia dell'Impero e non terra di nessuno, l'Italietta non deve limitarsi a chiudere un occhio, deve piuttosto obbedire ossequiosamente alle direttive imperiali. Lo deve fare a tutti i livelli: ufficiali e ufficiosi, formali e informali, politici e militari, legali e illegali.
*Seconda puntata. La stessa inchiesta della magistratura svela infatti che la CIA non ha agito da sola, ma con l'ausilio determinante di alcuni reparti del SISMI. Si inizia a parlare, come al solito, di «Servizi deviati», di settori corrotti che avrebbero lavorato per gli americani alle spalle dei loro superiori nonche' del governo. SECONDO ERRORE! Gli americani non esercitano la loro supremazia in maniera vetero-colonialistica, direttamente, ma per interposta persona, attraverso satrapi autoctoni e Quisling locali. E' talmente strutturata la sudditanza all'Impero che questo, di norma, non agisce alla spalle delle autorita', ma grazie alla attiva cooperazione di queste ultime.
*Terza puntata. Vengono infatti spiccati altri mandati di cattura verso dirigenti del SISMI, dimostrato che il sequestro è stato coodeterminato, pensato ed eseguito congiuntamente. Emerge che lo stesso Pollari, direttore generale del SISMI, era a conoscenza del sequestro, che ha dato il suo assenso e che ha seguito passo passo, attraverso un suo factotum, tutta la sporca vicenda. A questo punto sorge la domanda: ma Pollari e il SISMI, hanno agito di testa loro o hanno avuto il semaforo verde di Gianni Letta e del governo Berlusconi? Cio' che accade e' davvero emblematico: il nuovo governo, nonostante le dichiarazioni fiume del numero due del SISMI, in perfetta continuita' col governo precedente, si schiera a difesa di Pollari e, quel che e' peggio, non prova nemmeno a mettere sotto accusa Letta e Berlusconi, ai quali quali anzi si corre in soccorso. Il fianco sinistro della Grosse Koalition all'amatriciana in difesa di Pollari e' occupato da Luigi Malabarba il quale (passateci il bisticcio di parole), in barba ad ogni evidenza, si ostina a difendere il suo strampalato teorema per cui dietro l'attacco al SISMI e a Pollari ci sarebbero proprio gli americani ai quali Pollari starebbe sulle balle sin dalla vicenda Calipari. Questo non e' il TERZO ERRORE, e', come minimo, una colossale sciocchezza e un gravissimo atto politico. Invece di chiedere che pupazzi e pupari dell'inaudito misfatto paghino le conseguenze, invece di condannare l'inciucio bipartizan a protezione del SISMI di Pollari; Malabarba farfuglia scemenze, si arrampica sugli specchi della dietrologia, accetta di passare, come dichiarato dal postfascista Gasparri e dal torbido Cossiga, per «amico di Pollari». La situazione e' a tal punto imbarazzante che un rifondarolo di rango come Russo Spena si deve smarcare da Malabarba per mettere al riparo il suo partito da eventuali accuse ci collateralismo coi Servizi.
*Quarta puntata. La magistratura mostra cio' che si sospettava: che CIA e SISMI (evidentemente anche gli altri servizi) arruolano noti giornalisti ai quali si chiede di usare i giornali e I mezzi di informazione, come grancasse e amplificatori della guerra imperialista di civilta', della caccia alle streghe antiterrorista e antisionista. Di Betulla-Farina, noi sospettiamo, ce ne sono molti altri, e certo piu' in alto di lui. I nomi? Ve li lasciamo indovinare. Certamente quelli che, in perfetto sincronismo e afflato con Betulla-Farina, usando le stesse accuse, le medesime infamie, lo stesso vocabolario, ci avevano bollato e ci bollano come antisemiti, rossobruni, fascisti, terroristi. A partire dal 2003 questa campagna di calunnie contro il Campo ha impiegato fiumi di inchiostro. Non solo Libero, Il Giornale, La Padania, Il Secolo d'Italia, Il Tempo. Pure il Corriere della Sera, Repubblica, Il Messaggero. Qualcosina anche piu' a sinistra. Betulla-Farina e Company, ora non e' solo un sospetto, non agivano in modo estemporaneo, solo per amore della luminosa civilta' occidentale e imperialistica, eseguivano degli ordini. Insomma: c'era una unica centrale strategica che con la scusa della lotta al terrorismo, arrestava, inquisiva, sequestrava, torturava; che si occupava della disinformazione martellante, della calunnia sistematica verso chiunque gli fosse ostile e avesse il coraggio di stare dalla parte del loro nemico.
Che tutta questa merda -vuoi per le colossali cazzate compiute da questi criminali in corso d'opera, vuoi per lotte intestine in corso negli apparati del sistema- venga a galla, non puo' che procurare viva soddisfazione. Per due ragioni. La prima perche' l'autosputtanamento dello Stato è più efficace e duraturo di tutti i tentativi di farlo da parte degli antimperialisti. La seconda, e' che quelli che per un attimo avevano abboccato alla campagna di calunnie e ostracismo contro il Campo, campagna animata sinergicamente da giornalisti come Betulla-Farina, Betulla-Magdi Allam, Betulla-Introvigne, Betulla-Ferrara, Betulla-Grimaldi: ora sanno a chi essi ubbidivano e per quali scopi si accanivano contro gli antimperialisti.

3. PROCESSO C.O.R.: TUTTI CONDANNATI. WILLIAM DI PIU'

Nella notte tra Venerdì 7 e Sabato 8 Luglio a Pisa, dopo ore di camera di consiglio, è arrivata la sentenza di primo grado del cosiddetto processo alle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria (COR). Utilizziamo il termine «cosiddetto» perché nessuno degli imputati ha mai ammesso di far parte di questa organizzazione: in realtà i compagni processati facevano parte di un circolo anarchico-ecologista pisano (Il Silvestre). Assieme a loro (anzi, secondo la tesi dell'accusa «al comando dell'organizzazione») il militante del Campo Antimperialista Willi Frediani.
La vicenda era cominciata nel Luglio del 2004 con l'arresto di diversi compagni che furono accusati di "Associazione con finalità di eversione dell'ordine democratico" (art. 270 bis). I fatti a loro contestati: aver organizzato ed eseguito alcuni «attentati» per lo più contro esponenti di AN a Pisa (un'auto bruciata, e un portone bruciacchiato).

La Corte d'Assise di Pisa, in un ambiente militarizzato, ha espresso il proprio giudizio: 6 condanne e 5 assoluzioni ai presunti appartenenti alle Cellule di offensiva rivoluzionaria (Cor). In particolare 6 anni a Willy Frediani, 5 anni e 2 mesi a Francesco Gioia, 5 anni a Costantino Rozzi, 3 anni e 8 mesi ad Alessio Perondi, 3 anni e 6 mesi a Benedetta Galante e Leonardo Landi.

Nonostante il dibattimento fosse andato ottimamente per la difesa, che aveva smontato tutti gli indizi dell'accusa (che non aveva NIENTE in mano per dimostrare la colpevolezza degli imputati), il giudizio è stato di condanna per sei degli undici imputati.

Significativa anche la distribuzione delle condanne: i giudici hanno accettato il teorema dell'accusa per la quale Frediani sarebbe stato il capo dell'organizzazione; un gradino più in basso Gioia, Rozzi e Perondi. Come mai Frediani risulta essere il capo delle COR? Lo spiega chiaramente il giudice del Tribunale del Riesame di Firenze (in uno dei tanti rifiuti per la scarcerazione di Willi e degli altri imputati): Frediani sarebbe stato particolarmente pericoloso in quanto

«... dedito ad azioni di questo tipo e, soprattutto, sorretto da convinzioni ideologiche ben più pericolose ed estreme di quelle fino a questo momento espresse dalle COR, convinzioni che mostrano l'adesione convinta alla lotta violenta di classe di radice comunista che - si potrebbe dire: inevitabilmente - prevale sull'ispirazione anarchica»

Non c'è che dire: altro che sentenza basata sui fatti! Dall'inizio di questa vicenda siamo di fronte a costruzione di teoremi politici tanto strampalati quanto infami, costruiti solo con lo scopo di tenere il più a lungo possibile in carcere dei compagni e dare alla cittadinanza un falso senso di sicurezza («le forze dell'ordine lavorano per voi: guardate quanti brutti e pericolosi terroristi stiamo incarcerando!»)

E' chiaro che non sono stati i fatti muovere i giurati. Spesso si parla di "sentenza politica": ecco un caso a cui questo commento si adatta perfettamente!
E' evidente che dopo aver montato tutto il circo mediatico per due anni interi (sia a livello nazionale che locale) non si potevano assolvere tutti gli undici imputati. Dopo aver passato due anni a definire questi undici compagni come "gli eredi delle BR", una sentenza di assoluzione completa avrebbe fatto sprofondare nel ridicolo la magistratura (che ha fatto fare a Frediani e a Perondi quasi due anni di carcere preventivo, e che tiene ancora in carcere Gioia e molti degli imputati), i servizi segreti (memorabile la loro "relazione semestrale" discussa in parlamento dove si mettevano le COR al primo posto dei pericoli terroristici in Italia), l'ex Ministro Pisanu (che sbandierava l'arresto dei compagni come un grande successo del governo berlusconi sulla strada della "sicurezza": di chi??), i giornali, che per due anni hanno suonato la grancassa del pericolo terrorista delle cor (sinonimo, nei loro articoli, del circolo ecologista "Il Silvestre").
Il processo non finisce qui: vedremo se avranno il coraggio di confermare queste condanne in appello. L'attenzione deve rimanere alta e la solidarietà intorno a questi compagni non deve venire meno perché è dall'isolamento che si nutre la vigliaccheria di questo potere.

Ai compagni coinvolti in questa vicenda va tutto l'appoggio e la solidarietà da parte dei compagni del Campo Antimperialista.

LIBERTA' PER TUTTI!
BASTA CON LA REPRESSIONE
LE IDEE NON SI PROCESSANO!
SOLIDARIETA' A TUTTI I COMPAGNI COINVOLTI NE PROCCESSO E AL CIRCOLO "IL SILVESTRE" DI PISA!

4. APPELLO CONTRO GLI ARRESTI IN SARDEGNA

10 arresti e 54 perquisizioni non fermeranno né la libertà di pensiero e di espressione politica né la lotta contro il colonialismo in Sardegna

Gli arresti e le perquisizioni che hanno colpito pesantemente alcune componenti della sinistra anticolonialista sarda, il movimento indipendentista in generale e in maniera particolare l'organizzazione "A Manca pro sa Indipendentzia" sono un insulto ai principi fondamentali della libertà di pensiero e di espressione e partecipazione politica.
Si tratta infatti in tutti i casi di militanti che hanno sempre condotto la loro attività alla luce del sole denunciando pubblicamente i meccanismi con cui il colonialismo impoverisce la Sardegna e lo scandalo dell'occupazione militare che essa subisce.
Gli arrestati e le decine di compagni che hanno subito perquisizioni durate anche 14 ore, sono compagni che hanno sempre lottato a viso aperto nella scuola, fra i lavoratori, fra i disoccupati per difendere la lingua e la cultura sarda, per lottare contro le basi che devastano la nostra terra. Si tratta di compagni che hanno manifestato pubblicamente contro la guerra, per la solidarietà dei popoli oppressi, in favore dei diritti dei lavoratori e contro la globalizzazione imperialista, partecipando sempre al dibattito politico sardo e internazionale sul terreno dell'indipendentismo e dell'anticolonialismo di sinistra.
Ci appelliamo a tutti i democratici, agli antifascisti, per fare in modo che a questo duro colpo segua una reazione decisa e ferma di solidarietà e di sdegno, capace
di organizzare un fronte unico il più ampio possibile basato sul principio fondamentale del diritto alla partecipazione politica di tutti i cittadini. È infatti questo diritto fondamentale che viene violato con questa ondata di arresti, perquisizioni e sequestri ed è chiara la matrice politica dell'operazione di polizia tesa a sradicare dalle fondamenta qualunque cosa che in Sardegna "puzzi" di lotta di liberazione nazionale e sociale. Sulla base di un teorema noto con il nome di "Teorema Pisanu" si vuole fare credere che i militanti colpiti siano pericolosi terroristi e si usano le leggi speciali Reale-Cossiga (ancora in vigore) e le ultime, codine modifiche approvate con il cosiddetto "pacchetto Pisanu" per tentare di demolire una voce scomoda in Sardegna la quale non nasconde proprio nulla sotto la lotta dichiarata, aperta e pubblica per una Sardegna diversa. Abbiamo il dovere morale e politico di dare una risposta e di prendere una posizione netta su questo: il tentativo di creare divisioni e isolamenti deve essere rispedito al mittente sotto il segno dell'unità di tutti i democratici, degli antifascisti, degli indipendentisti, e di tutti i movimenti popolari progressisti in generale. Questo non è solo un attacco gravissimo ad aA manca pro sa Indipendentzia", e agli altri militanti colpiti. Si tratta invece di un monito per tutti coloro che vogliono
condurre l'attività politica in maniera non conformista: chi esce fuori dal solco verrà colpito duramente e criminalizzato. A questo tentativo bisogna rispondere uniti, perché su questa risposta grava la possibilità che in Sardegna cali un silenzio terrificante per i prossimi anni a venire dove nessuno si sentirà più libero di manifestare il proprio dissenso!

Le organizzazioni, i movimenti, le associazioni, gli individui firmatari di questo documento mettono a disposizione le loro energie e risorse per organizzare una forte risposta democratica a questo tentativo di criminalizzazione della attività politica in generale. La libertà di pensiero e di espressione politica non può essere processata!

Non passeranno!
Inviare le adesioni al seguente appello all'indirizzo stellarrubia@???


5. DI NUOVO SU AL-ZARKAWI



Vari giornali servizievoli, primo fra tutti IL GIORNALE di Belpietro, hanno preso a pretesto il nostro necrologio di al-Zarkawi per gridare allo scandalo: «Ecco la prova provata che il Campo sta coi terroristi e i tagliatori di teste». Il fatto di considerare motivo d'orgoglio essere bollati come «terroristi» da questi guerrafondai della penna in servizio permanente effettivo della Guerra (imperialista) di civilta', non ci fara' certo accettare di essere bersagli di attacchi sbirreschi, forcaioli e menzogneri. Non abbiamo nulla a che spartire con il movimento di al-Zarkawi, come nulla c'hanno a che fare i settori della Resistenza a cui siamo vicini. Non solo. Nella nostra dichiarazione abbiamo ricordato che le formazioni maggioritarie della Resistenza irachena hanno a piu' riprese condannato certe spaventose azioni antisciite rivendicate dall'organizzazione di al-Zarkawi (alcune, perche' molte altre sono opera degli squadroni della morte al soldo degli occupanti). Non si tratta solo di dichiarazioni: in alcune zone in mano alla Resistenza non sono mancati scontri, spesso letali, con le milizie alqaediste. Ma il movimento capeggiato da al-Zarkawi, come tutti ben sanno in Iraq, ha anche portato colpi micidiali agli occupanti, anzitutto americani -che per questo l'avevano messo in cima alla loro lista nera. Fatte queste precisazioni ci siamo rifiutati di esultare assieme ai criminali americani per la sua esecuzione. Questo dire la verita', il ruolo decisivo da noi avuto nel dare diritto di cittadinanza alla Resistenza irachena, il doveroso rifiuto di unirci al coro imperialista di giubilo, è cio' che proprio non va giu' ai nostri servizievoli -i quali hanno dovuto nuovamente fare ricorso alla menzogna e allo stupro della nostra dichiarazione dell'8 giugno per additarci al pubblico ludibrio, per spaventare chi ci segue, per aizzarci nuovamente contro i tutori dell'ordine, pubblici. privati e segreti. A vole e' proprio vero che il sonno della ragione produce mostri. Ma non si puo' pretendere che dei reazionari fondamentalisti usino la ragione o rispettino la verita'. Essi la pensano come Farina, Ferrara o Bush: tutto e' lecito nella cosiddetta guerra al terrorismo, anche il terrorismo medesimo. Sperare dunque che gentaglia simile la smetta di usare la calunnia e la menzogna contro chi dissente dalle loro visioni paranoiche e' come chiedere a Belzebù di fare un fioretto.