----- Original Message -----
From: Comitato nazionale Iraq Libero
To: "Undisclosed-Recipient:;"@???
Sent: Friday, July 14, 2006 9:06 PM
Subject: LA GUERRA INFINITA CONTINUA
IRAQ LIBERO - COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO
Bollettino del 14 luglio 2006
http://www.iraqiresistance.info
iraqlibero@???
Questo bollettino contiene:
1. LA GUERRA INFINITA CONTINUA - Palestina, Libano, Iraq, Afghanistan....e in Italia c'è chi vorrebbe cavarsela con i soliti trucchetti parlamentari...
2. RITIRO DI TUTTE LE TRUPPE DAI FRONTI DI GUERRA - LUNEDI' 17 LUGLIO MANIFESTAZIONE DAVANTI AL PARLAMENTO
3. L'AGENTE BETULLA - L'albero e la foresta della disinformazione e della provocazione
4. ADESSO E' ORA, VOGLIAMO ASCOLTARE LA RESISTENZA! - Lettera a D'Alema
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LA GUERRA INFINITA CONTINUA
Palestina, Libano, Iraq, Afghanistan.....
e in Italia c'è chi vorrebbe cavarsela con i soliti trucchetti parlamentari....
Mentre a Gaza prosegue il massacro della popolazione sotto il fuoco sionista, mentre metà governo palestinese si trova incarcerato nelle prigioni israeliane, mentre Israele aggredisce il Libano col silenzio complice di un Occidente che si limita ipocritamente alla critica degli "eccessi", mentre continuano le criminali occupazioni dell'Iraq e dell'Afghanistan (60 civili uccisi dagli ultimi bombardamenti Usa nel sud-est del paese); nel Parlamento italiano si discutono mezzi e mezzucci per l'ennesimo inganno, per giustificare l'ingiustificabile, per chiamare pace la guerra.
La mozione su cui si sono accordati tutti i gruppi della maggioranza governativa alla Camera è in perfetta continuità con la politica del governo Berlusconi. Non a caso il centrodestra la voterà senza problemi. In essa c'è la prosecuzione dell'impegno italiano sia per la "missione Isaf" che per "Enduring Freedom", mentre non c'è il ben che minimo accenno alla cosiddetta "exit strategy". Il resto (il monitoraggio, ecc.) è aria fritta.
Insomma, le truppe italiane restano e perfettamente integrate nel dispositivo di occupazione.
Il fatto politico è enorme: l'Italia governata dal centrosinistra continua a combattere la guerra infinita avviata da Bush proprio in Afghanistan. Che è poi la stessa guerra di aggressione portata avanti dal terrorismo sionista in Libano, a Gaza ed in tutta la Palestina.
E' ridicolo l'affannarsi con il quale il vertice di Rifondazione Comunista continua a parlare di "riduzione del danno". Ma, con Prodi, non doveva esserci una svolta? E il no alla guerra non era "senza se e senza ma"?
Nessuna furberia parlamentare potrà nascondere la sostanza delle cose.
Domani, 15 luglio, Iraq Libero sarà presente all'assemblea convocata a Roma dal gruppo di parlamentari che si oppone al rifinanziamento della missione di guerra italiana in Afghanistan.
Ci auguriamo che i NO siano tanti alla Camera come al Senato. E soprattutto ci auguriamo che non cambino di segno di fronte alla richiesta di un voto di fiducia al governo.
Il voto sull'Afghanistan, già di per se importantissimo, sarà il voto sull'intera politica del governo Prodi-D'Alema, un governo atlantista e filo-USA che ha scelto chiaramente da che parte stare, quella della guerra imperialista a guida statunitense.
Per questi motivi, per un No al decreto che finanzia la missione di guerra in Afghanistan, lunedì 17 luglio manifesteremo, insieme a tante altre realtà del movimento contro la guerra, davanti alla Camera dei deputati.
Comitati Iraq Libero - 14 luglio 2006
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RITIRO DI TUTTE LE TRUPPE DAI FRONTI DI GUERRA
LUNEDI' 17 LUGLIO - ORE 18 - MANIFESTAZIONE A ROMA AL PARLAMENTO
(Piazza Montecitorio)
Votate contro il decreto che finanzia la missione di guerra in Afghanistan
Ritiro immediato di tutte le truppe dall'Iraq, Afghanistan e dagli altri fronti di guerra, rispettando l'art. 11 della Costituzione
Basta con l'occupazione della Palestina e con il massacro del popolo palestinese
Primi promotori dell'iniziativa: Attac Italia, Bastaguerra, Casa delle Culture, Comitato per il ritiro dei militari italiani, Comitati Iraq Libero, Confederazione Cobas, Essere Comunisti Prc, Giovani Comunisti Roma, Laboratorio di resistenza alla guerra, Marcia mondiale donne Italia, Movimento per il Partito comunista dei lavoratori, Partito Umanista, Red Link, Sinistra Critica Prc, Usa Citizens for Peace and Justice, Utopia Rossa
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L'AGENTE BETULLA
l'albero e la foresta della disinformazione e della provocazione
Ora è ufficiale: il vicedirettore di Libero, quel sant'uomo di Renato Farina, alias agente Betulla, era un collaboratore del Sismi.
Di questa vicenda non ci interessano i particolari, che invece appassionano molti organi di stampa (se cioè lo facesse per soldi o per passione). Ci interessa invece lo squarcio di verità che ne emerge.
Non siamo tra coloro che si sono stupiti dell'uso che i servizi fanno della stampa, certo non del solo "Libero". Ma, appunto, di uno squarcio di verità si tratta. Uno squarcio, in particolare, su quell'intimo intreccio che tiene insieme gli apparati repressivi, i servizi segreti, gran parte dell'informazione, il ceto politico bipolare, i centri del potere finanziario.
Non si tratta, per fortuna, di un mostro onnipotente. Si tratta - questo sì - della forma concreta dell'attuale regime autoritario. Un regime che fa del servilismo verso Washington la propria politica estera bipartisan.
Farina scrive (Libero dell'8 luglio) di essersi arruolato nell'esercito occidentale allo scoppio della Quarta Guerra Mondiale. Molta parte dell'informazione si concepisce esattamente in questo modo, anche se generalmente lo fa in forma più sofisticata e meno diretta. Anche qui, che lo faccia per soldi o per passione è secondario: quel che conta è che lo fa.
Farina è certamente in buona compagnia. Non possono non venirci in mente alcuni nomi. Giuliano Ferrara, ad esempio, che di servizi all'impero se ne intende, ne ha preso immediatamente la difesa e gli ha offerto un posto. Massimo Introvigne, che qualche giorno fa sul Giornale è tornato ad attaccarci per il sostegno alla Resistenza irachena e perché ci battiamo per la Conferenza internazionale sull'Iraq. Magdi Allam, il peggiore di tutti, lo scribacchino sempre pronto a difendere ogni impresa americana e sionista, sempre pronto a diffamare chi nel mondo lotta contro l'ingiustizia e l'oppressione, sempre pronto a criminalizzare chi, come noi, si batte contro l'imperialismo in occidente.
Libero ci ha dedicato, in questi anni, i peggiori attacchi, le più violente campagne criminalizzatrici. Diverse volte lo ha fatto in maniera coordinata con i campioni di giornalismo appena citati.
Esattamente un anno fa scatenò una campagna menzognera contro Iraq Libero.
Molte anime pie della sinistra facevano finta di non capire il perché. Credevano, volevano lasciar credere, che fosse solo giornalismo scandalistico del quotidiano di Farina.
Noi, principale bersaglio di quelle campagne, sapevamo invece benissimo che non era certo Farina del suo sacco.
Oggi questa verità risulta assai più chiara. Noi lo abbiamo scritto (vedi sotto) un anno fa.
Aver avuto ragione non è tutto, ma non è nemmeno poco in questi tempi in cui l'analisi e il pensiero tendono ad essere merce sempre più rara.
COSA SCRIVEVAMO UN ANNO FA
dal bollettino di Iraq Libero del 24 agosto 2005
"LIBERO"? E DI CHE COSA?
Indubbiamente il quotidiano "Libero" alcune libertà se le prende. Per Libero la verità è un concetto talmente relativo da preferirgli sistematicamente la menzogna, che in effetti presenta alcuni vantaggi, in primo luogo quello di poter raffigurare la realtà delle cose in modo conforme ai propri convincimenti o - più ragionevolmente - ai propri interessi. O, ancor più verosimilmente agli interessi di chi Libero lo usa liberamente per i propri fini.
Libero è così libero di sparare idiozie, di diffondere notizie false, di manipolare tutto ciò che è manipolabile. Leggiamo allora di conti fantasiosi che gronderebbero di sangue. Peccato che si tratti di conti i cui numeri ed i cui intestatari sono pubblici, come la loro finalità è altrettanto pubblica oltreché, e questo per Libero è un vero problema, lecita.
Per Libero raccogliere fondi per finanziare una conferenza per una pace giusta in Iraq fondata sull'autodeterminazione del popolo è un reato, così impone il nuovo diritto imperiale.
Ma Libero in quanto a libertà non scherza anche quando parla di cifre, arrivando ad attribuirci fondi per 350.000 dollari USA!
Magari fosse vero! Purtroppo la notizia è destituita di ogni fondamento, ma Libero è libero!
Anche sulla vicenda dei visti negati da Fini, Libero ritiene di saperne una più del diavolo. Per il giornale di Feltri i visti sono stati negati perché i relatori iracheni starebbero su qualche lista nera. Si tratta ovviamente di una falsità. La nostra posizione sulle "liste nere" è nota e non può che essere di condanna totale di uno strumento che distrugge ogni forma di diritto per affermare unicamente il dispotismo imperiale. Tuttavia, in questo caso, le liste nere non hanno niente a che fare con la decisione presa dal Ministero degli esteri che al momento non ha ancora ritenuto di fornirci alcuna spiegazione del suo operato. Quello che è certo è che i sei cittadini iracheni in questione hanno tutti il passaporto e che l'ambasciata italiana a Bagdad aveva dato - prima dell'inaudita lettera dei 44 parlamentari USA - un assenso di massima scritto alla concessione dei visti. Altro che liste nere!
Qui si tratta semplicemente di obbedienza e servilismo nei confronti di Washington.
Altro che libertà! Libero si fa semplicemente portavoce dei 44. Libero sì, insomma, ma di essere servo.
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ADESSO E' ORA
VOGLIAMO ASCOLTARE LA RESISTENZA!
FIRMA SUBITO LA LETTERA-APPELLO A D'ALEMA
AFFINCHE' SIANO CONCESSI I VISTI A
IRACHENI E PALESTINESI
DIFFONDI IL TESTO CON OGNI MEZZO!
Invia le firme a vistiora@???
Nel 2005 il governo Berlusconi impedì il regolare svolgimento della Conferenza Internazionale "Per una pace giusta in Iraq".
Ad un anno di distanza le ragioni della Conferenza sono rimaste immutate, mentre la sua importanza è addirittura cresciuta.
L'occupazione continua e con essa continuano le brutalità di ogni tipo: bombardamenti aerei, stragi di civili, arresti di massa, torture. La stessa occupazione brutale, la stessa negazione di ogni diritto la ritroviamo in Palestina.
Per questi motivi abbiamo deciso di riconvocare, col titolo "Per una pace giusta in Iraq e in Palestina", la Conferenza Internazionale che avrebbe dovuto tenersi nell'autunno scorso a Chianciano Terme.
Vogliamo la Conferenza Internazionale per dare voce a chi si batte per la libertà del popolo iracheno, per il riconoscimento politico della Resistenza, per riunire i suoi rappresentanti e quelli degli altri popoli del Medio Oriente in lotta con le forze del movimento contro la guerra e la globalizzazione.
Una conferenza per dare voce ai legittimi rappresentanti palestinesi, per la fine dell'embargo imposto da Israele, Usa ed Unione Europea nei confronti del governo uscito dalle elezioni del gennaio scorso; un embargo affamatorio che (come fu in Iraq dopo il 1991) colpisce crudelmente l'intero popolo palestinese.
Affinché la Conferenza possa svolgersi regolarmente è necessario superare lo scoglio dei visti, un anno fa negati da Fini.
Chiediamo perciò a tutti coloro che condividono lo spirito e gli scopi della Conferenza, a chi avverte la necessità di impedire che vengano nuovamente calpestati i più elementari diritti democratici, di dare vita ad una vasta campagna di raccolta di firme sul testo che pubblichiamo di seguito.
A tutti chiediamo la firma e la massima diffusione, nei siti internet, attraverso le mailing list, eccetera. Questa è una battaglia che appartiene a tutto il movimento contro la guerra, mobilitiamoci da subito!
LETTERA A MASSIMO D'ALEMA
Al Ministro degli Esteri
On. Massimo D'Alema
Ella sarà certamente venuto a conoscenza che nell'ottobre scorso, a Chianciano Terme, avrebbe dovuto tenersi una Conferenza internazionale "PER UNA PACE GIUSTA IN IRAQ".
Saprà che detta Conferenza dovette essere annullata dai promotori a causa della gravissima decisione dell'allora Ministro degli Esteri G. Fini di non concedere i visti ai rappresentanti della società civile e della resistenza irachena all'uopo invitati.
Lo stesso Ministro degli Esteri negò addirittura il visto anche ad Haj Ali, l'uomo incappucciato dai carcerieri, diventato in tutto il mondo simbolo dei torturati nella prigione di Abu Ghraib. Con questi atti vennero calpestati non solo i diritti democratici, ma anche i più elementari diritti umani che pure a parole tutti riconoscono.
A fronte di queste decisioni molti furono gli appelli e le proteste in Italia ed all'estero. Tra questi ricordiamo la lettera di 41 parlamentari appartenenti a diverse forze politiche, inviata al ministro Fini nel novembre scorso. In quella lettera i suddetti parlamentari giudicando "immotivata la linea seguita dal Ministero", chiedevano che venisse garantito l'ingresso agli esponenti iracheni.
Le medesime associazioni di solidarietà coi popoli arabi - tenuto conto della mutata situazione politica del nostro paese, frutto anche della volontà di pace della maggioranza degli italiani -, hanno deciso di riconvocare, col titolo "Per una pace giusta in Iraq e Palestina", la Conferenza Internazionale che avrebbe dovuto tenersi nell'autunno scorso a Chianciano Terme. Importanti personalità irachene, rappresentative dell'ampio fronte di forze che si oppongono all'occupazione del loro paese, nonché alcuni dei legittimi rappresentanti del popolo palestinese, hanno espresso la loro disponibilità a prendere parte all'incontro, nella speranza che non debbano subire l'umiliante trattamento loro riservato dal governo Berlusconi.
La pace potrà scaturire soltanto dal dialogo. La Conferenza Internazionale sarà un'occasione utile affinché questo dialogo possa svilupparsi, contribuendo alla ricerca di una pace giusta in Iraq ed in Palestina, nel rispetto del diritto all'autodeterminazione dei popoli.
I sottoscritti, considerati l'alto valore della suddetta Conferenza sia sotto il profilo politico che quello del rispetto dei vincoli del nostro dettato Costituzionale, vista la conclamata necessità di gesti che segnino una forte e netta discontinuità rispetto alla politica estera perseguita dal precedente Esecutivo, chiedono quindi a Lei e al governo, affinché la suddetta Conferenza possa svolgersi regolarmente, di garantire il rilascio dei necessari visti d'ingresso alle personalità politiche invitate in Italia.
Primi firmatari:
- Falco Accame - ex Presidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati
- Giovanni Bacciardi - Docente universitario, Firenze
- Marino Badiale - Professore di matematica, Università di Torino
- Aldo Bernardini - Docente di Diritto internazionale, Università di Teramo
- Massimo Bontempelli - Filosofo, Pisa
- Vainer Burani - Avvocato, Reggio Emilia
- Pino Cacucci - Scrittore
- Franco Cardini - Istituto Studi Umanistici, Firenze
- John Catalinotto - International Action Centre, Usa
- Andrea Catone - Insegnante, Bari
- Luigi Cortesi - Professore emerito università "l'Orientale", Napoli
- Giorgio Forti - Ordinario Università Statale di Milano e socio Accademia Lincei
- Giovanni Franzoni - Animatore di Comunità Cristiane di Base
- Piero Fumarola - Docente di Sociologia delle Religioni, Università di Lecce
- Don Andrea Gallo - Comunità San Benedetto al Porto, Genova
- Umberto Gay - Giornalista Radio Popolare, Milano
- Roberto Giammanco - Scrittore e americanista
- Ugo Giannangeli - Avvocato, Milano
- Giulio Girardi - Filosofo e teologo della Liberazione
- Massimo Grandi - Docente universitario, Firenze
- Margherita Hack - Astrofisica
- Alessandra Kersevan - Ricercatrice storica
- Gianfranco La Grassa - Economista
- Raniero La Valle - già Parlamentare
- Domenico Losurdo - Filosofo, Università di Urbino
- Roberto Massari - Editore
- Noori al Moradi - Agronomo, Università di Malmö e rappresentante del Partito Comunista Iracheno "al Kader"
- Carlo Oliva - Pubblicista
- Jean Pierre Page - Comitato francese della Prima Conferenza Internazionale per il sostegno della Resistenza del popolo iracheno
- Giuseppe Pelazza - Avvocato, Milano
- Nuccia Pelazza - Insegnante, Milano
- Nico Perrone - Docente Storia dell'America, Università di Bari
- Hamza Roberto Piccardo - Editore e portavoce del Consiglio direttivo dell'UCOII
- Costanzo Preve - Filosofo, Torino
- Edoardo Sanguineti - Poeta e docente di Letteratura italiana, Università di Genova
- Fausto Schiavetto - Università di Padova
- Gabriella Solaro - Responsabile Archivio Storico INSMLI (Ist. naz. per la storia del Movimento di Liberazione in Italia)
- Carlos Varea - Coordinatore Campagna Spagnola contro l'Occupazione e per la Sovranità dell'Iraq
- Gianni Vattimo - Filosofo ed ex parlamentare europeo
Per ragioni di spazio non possiamo pubblicare l'elenco completo dei firmatari che è comunque consultabile all'indirizzo
http://www.iraqiresistance.info/index.php?l=it
Per aderire scrivi a vistiora@???
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