著者: Marcantonio Lunardi 日付: To: forumlucca 題目: [Forumlucca] Vauro dall'Afghanistan
> Da: "mcsilvan_\@libero\.it" <mcsilvan_@???>
> Data: 17 luglio 2006 16:25:33 CET
> A: "redleghorn" <redleghorn@???>
> Cc: "rekombinant" <rekombinant@???>, "marxiana"
> <marxiana@???>
> Oggetto: [RK] Fwd: Vauro dall'Afghanistan
> Rispondere-A:
> rekombinant@???,"mcsilvan_\@libero\.it"
> <mcsilvan_@???>
>
> Ricevo e volentieri inoltro con richiesta di diffusione
>
> mcs
>
> Il voto sulla guerra visto dal fronte
>
> di Vauro Senesi *
>
> su Il Manifesto del 16/07/2006
>
>
> Ascoltate qui da Lashkargah, Helmand, le notizie che arrivano
> dall'Italia sul cosiddetto dibattito riguardo alla permanenza delle
> nostre truppe in Afghanistan risultano da un lato surreali e
> dall'altro confermano la miopia e la pochezza morale di quasi tutta la
> classe politica italiana. Surreali, perché qui all'ospedale di
> Emergency arrivano di continuo uomini, donne, bambini dilaniati dai
> missili della Coalizione, travolti dai blindati Usa che hanno ricevuto
> l'ordine di non fermarsi per «motivi di sicurezza».
> Nel giorno in cui sto scrivendo queste righe è morto Sardar, 24 anni.
> Era stato portato in ospedale ieri, praticamente spappolato. Il suo
> bambino di quattro anni ha perso la gamba sinistra, sua moglie un seno
> e una mano. Colpiti da un missile Usa a caccia di talebani. Ho fatto
> un nome, potrei farne cento, mille. Chi, nel nostro paese, gioca con
> la parola pace e ricerca in realtà aggettivi «accettabili» per la
> parola guerra non ha idea della nausea che ti afferra quando ogni
> giorno sei costretto a vedere persone ridotte a pezzi di carne ferita
> e bruciata.
> Quale presenza di pace è quella che si mostra solo chiusa in carri
> armati o elicotteri che bombardano villaggi di pastori? Qui il volto
> dell'occidente è solo quello della costante minaccia armata, di
> soldati assedianti e assediati che fanno paura e che hanno paura. È
> così nell'Iraq trasformato in un mattatoio, in Palestina e ora anche
> in Libano, domani in Iran, in Somalia, in Sudan... Il panorama della
> guerra si allarga a dismisura con il suo carico di orrori e di odi
> insanabili per generazioni, se ancora ci saranno generazioni.
> I nostri politici si apprestano a votare per il rifinanziamento della
> missione in Afghanistan, con la benedizione del presidente della
> Repubblica, compatti e trasversali come quando nel 2001 votarono per
> la partecipazione italiana a questo macello. Si adducono motivi di
> lealtà all'alleanza con gli Usa. Se la guerra è un crimine lo è anche
> votarlo, e se si è fedeli ad un alleato che compie e perpetra crimini
> di guerra non si è niente di più e niente di meno che complici. Di
> fronte all'enormità della responsabilità etica di questa complicità,
> motivi come la «stabilità del governo», la «lealtà all'Unione», il
> «non riaprire la strada a Berlusconi» sono ridicoli e purtroppo anche
> terribilmente tragici. Diventa sempre più necessario che ognuno di
> noi, ogni singolo cittadino, trovi i modi e le forme per dissociarsi
> radicalmente da ogni complicità morale e politica con una classe
> dirigente nazionale che chiama la guerra «realismo» e le possibilità
> concrete di pace «utopia» e che ci vuole incoscientemente aprire un
> futuro di terrore, praticato e subito.
> Una classe dirigente disposta a barattare vite umane nel piccolo bazar
> della politica nostrana e delle sue miserabili beghe tra partiti,
> partitini, leader e aspiranti tali, nel timore che se il potente
> alleato si arrabbia non consentirà più all'uno o all'altro
> schieramento di spartirsi la prossima volta il centinaio di poltrone
> da sottosegretario. Forse si poteva morire per Danzica, ma non si può
> morire e uccidere per i vostri sederi.
>
> * PeaceReporter.net
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