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Autor: ANDREA AGOSTINI
Data:  
A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] waterfront, piano fornisca le sue analisi di mercato
dal secoloxix di domenica 16 luglio 2006

Waterfront, Piano fornisca
le sue analisi dimercato
RENATO MIDORO*

L’impresa terminalistica portuale
è un’impresa di servizi
avente per oggetto prevalente
la caricazione e la scaricazione
dei container. Il servizio
non si immagazzina, si
consuma nello stesso momento
in cui si produce. Pertanto il
corretto dimensionamento degli
impianti, in particolare la
lunghezza della banchina,
l’ampiezza del piazzale e la
numerosità e la produttività
delle gru, rappresenta una
decisione cruciale per la vita
dell’impresa. Se il terminal è
sottodimensionato non sarà in
grado di fronteggiare la crescita
della domanda di servizi
da parte delle linee, se risulterà
sovradimensionato, la capacità
produttiva installata rimarrà
inutilizzata.
L’impresa terminalistica portuale
è ad alta intensità di capitale
e quindi la piena o soddisfacente
utilizzazione degli
impianti è assolutamente necessaria
per consentire la copertura
dei costi fissi e fare
profitti, in caso contrario si cumuleranno
perdite ingenti. Se,
ad esempio, si predispone
una capacità di manipolazione
dei carichi pari a 10 m.ni di
teu e se ne caricano e scaricano
solo 3 m.ni, i conti economici
del terminal verrebbero
dissestati e, se questa situazione
permanesse, si giungerebbe
alla chiusura dell’impresa
in tempi brevi.
Per effettuare un serio investimento
in impianti correttamente
dimensionati è necessaria
un’attenta e approfondita
analisi del mercato che contenga
realistiche previsioni.
Ricordo che Angelo Ravano,
prima di effettuare l’investimento
nel terminal di Gioia
Tauro, commissionò ad una
primaria società di ricerca londinese,
specializzata nel settore
marittimo, uno studio del
mercato dei traffici marittimi
containerizzati,
Mi risulta che i piani strategici
pluriennali di espansione di
Valencia e di Barcellona, ma
anche quello di Marsiglia, siano
supportati da attenti studi
sulla domanda. Peraltro, rammento
a me stesso, l’attuale
Piano Regolatore Portuale di
Genova, si fonda su studi di
mercato elaborati anche da
studiosi della nostra Università.
O
rbene, immagino che anche
l’Affresco dell’illustre architetto
Piano debba a forza
essere supportato da analisi
che evidenzino concrete possibilità
di acquisire nuovi traffici,
specifichino quali siano le
condizioni necessarie per
conseguirli, dettaglino le
scansioni temporali dei processi
tecnico-economici e
operativi, definiscano piani finanziari.
Chiedo se sia possibile conoscere
questi studi ed elaborazioni
di carattere tecnicoeconomico
per l’interesse che
essi potrebbero rivestire per le
discipline del Corso di Laurea
in Economia Marittima e dei
Trasporti della nostra Università
e anche per poter procedere
a confronti con gli esiti delle
attività di ricerca in corso nell’ambito
del Centro di Eccellenza
per la Logistica Integrata
(CIELI) del nostro Ateneo.
Credo che la diffusione della
informazione sui risultati degli
studi che supportano l’Affresco,
sia indispensabile per
aprire un confronto serio e
partecipato sul futuro del porto
e del suo rapporto con la
città.
In questi ultime settimane sia
il Sindaco che il Presidente
della Regione hanno rilasciato
interviste in cui, tra altre questioni,
vengono affrontate correttamente
i temi della “transizione”
dal “vecchio al nuovo”
schema progettuale e della
dotazione infrastrutturale. Essi,
infatti, da un lato propongono
l’individuazione di fasi
intermedie per valutare gli impatti
delle trasformazioni sull’esistente,
dopo aver realizzato
appieno il Piano Regolatore
vigente e concordato con le
parti sociali le modifiche, e
dall’altro riaffermano che si
opererà con determinazione e
impegno per la realizzazione
del Terzo Valico e della Gronda
autostradale.
Restano inevase altre due
domande di fondo: sono state
scandagliate le prospettive di
sviluppo della domanda e dell’offerta
dei traffici via mare nel
medio-lungo termine (10-15
anni) a livello mondiale, europeo
e soprattutto mediterraneo?
Esistono valutazioni sulla
finanziabilità dell’opera e il relativo
piano economico-finanziario?
La risposta deve essere a
forza affermativa. In caso contrario
cadrebbero tutti i presupposti
realizzativi dell’Affresco.
*Ordinario di Economia e
Gestione delle Imprese di Trasporto
Università di Genova