[NuovoLab] Fw: [fori-sociali] Una lettera di Tariq Ali a Fau…

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Author: norma
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Subject: [NuovoLab] Fw: [fori-sociali] Una lettera di Tariq Ali a Fausto B.

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From: P.R.C. - area ESSERE COMUNISTI
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Sent: Wednesday, July 12, 2006 1:30 PM
Subject: [fori-sociali] Una lettera di Tariq Ali a Fausto B.




Il manifesto, 12 luglio 2006

Una lettera aperta a Fausto Bertinotti

Tariq Ali «Se il Prc voterà per la missione Nato, sarà una tragedia»

Tariq Ali

Caro Fausto,

ho appreso con stupore che Rifondazione comunista si prepara a votare in
favore del mantenimento delle truppe italiane in Afghanistan «per motivi
umanitari». Voglio provare a convincerti che questa decisione
rappresenterebbe un grave errore, così come nel secolo scorso provai a
persuadere chi a sinistra appoggiava l'intervento sovietico a Kabul.

Le grandi potenze o gli stati che agiscono in loro nome non hanno alcun
diritto di occupare altri paesi. I due principali progetti dell'ordine
globale neo-liberale sono stati:
1) convincerci che il nuovo capitalismo rappresenti l'unica via
possibile per organizzare l'umanità, da questo momento fino a quando il
pianeta non imploderà; 2) trascurare, in nome dei «diritti umani», la
sovranità nazionale come fattore chiave delle relazioni internazionali.

Poche settimane dopo l'11 settembre, alla televisione canadese ho
discusso per un'ora con un importante ideologo di George W. Bush,
Charles Krauthammer. Quest'ultimo ha ammesso che il conflitto in
Afghanistan ha rappresentato - come io l'avevo definito - «una pura
guerra di vendetta». Qualche giorno fa la Cia ha smantellato l'unità
speciale (la Alec station, ndt) creata per catturare Osama bin Laden, un
riconoscimento implicito del fatto che la situazione è cambiata
radicalmente rispetto all'11 settembre. Dunque qual è la funzione degli
eserciti che agiscono sotto comando Nato in Afghanistan? Favorire i
diritti umani? Anche i reporter dei giornali conservatori in Gran
Bretagna (i cui soldati vengono uccisi regolarmente) riderebbero di
un'ipotesi di questo tipo. Uno di questi giornalisti, Simon Jenkins,
recentemente è ritornato da un viaggio a Kabul e ha scritto una lettera
aperta a Blair.

«La débâcle britannica in Afghanistan non può essere ignorata, perché le
truppe stanno correndo dei rischi. La loro presenza in quel paese non ha
nulla a che fare con la sicurezza del Regno Unito. Stanno soffocando di
caldo (nella provincia ci sono attualmente 50 ºC, ndt) e morendo ad
Helmand non per sostenere un regime in difficoltà a Kabul - per il quale
compito risulterebbero incredibilmente sotto organico - ma per far
sopravvivere la Nato in Europa, una missione indegna. Come hanno fatto
gli americani a convincere la Nato, nel 2004, a diventare l'esercito
mercenario di Karzai? Che informazioni ha ricevuto il governo britannico
da Washington, dove i funzionari governativi parlano apertamente di
scaricare l'Afghanistan sulla Nato, per darle una lezione dopo il
mattatoio nei Balcani? Tutte le dichiarazioni che ho sentito
suggeriscono che la campagna immaginata dal governo nel sud
dell'Afghanistan richiederebbe non 3.000 né 10.000 soldati, ma oltre
100.000» (da The Guardian del 5 luglio 2006).

Non c'è alcuna giustificazione per la presenza della Nato in Afghanistan
se non quella di accontentare Washington. Nelle ultime settimane le
uccisioni di civili afghani sono decuplicate. I titoli che parlano
dell'uccisione di centinaia di talebani non sono altro che
disinformazione. Come era stato previsto tempo fa da alcuni di noi, agli
afghani non piace vivere sotto occupazione e, prima o poi, inizieranno a
resistere. Fausto, chiediti perché dovrebbero esserci truppe straniere
in Afghanistan. Che il centro-sinistra appoggi la Nato e la maggior
parte delle guerre statunitensi è risaputo. Ma lasciamoglielo fare con
l'appoggio di Fini, Bossi e Berlusconi (in fin dei conti hanno le stesse
opinioni).

Per quale motivo l'occupazione di un paese straniero dovrebbe essere
affrontata con un voto di fiducia? Se Rifondazione comunista votasse a
favore, questo rappresenterebbe una tragedia per la sinistra europea e
ho paura che possa solo portare a un disastro sia in Afghanistan sia in
Italia, nella prospettiva della creazione di un'alternativa politica da
voi. Se inzierete ad argomentare sul regime che potrebbe risultare da un
eventuale ritiro delle truppe, allora nuoterete in un acque agitate. Non
dovete dimenticare il patetico passato imperiale del vostro stesso
paese. L'invasione dell'Albania e dell'Abissinia da parte di Mussolini
furono giustificate secondo la stessa logica: stiamo portando la
civilizzazione europea a questi stati monarchici, feudali ed arretrati.
Il «regime change» non era accettabile allora e non dovrebbe esserelo
ora.

Ti scrivo da vecchio amico di Rifondazione. Spero di poterlo rimanere
anche dopo il voto parlamentare. Fraternamente,

Tariq Ali

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