Gara > Idatzia > Euskal Herria 2006-07-10
L'organizzazione armata si è impegnata a non realizzare azioni contro
persone e beni, né realizzare altre attività di fornitura di armi o di
esplosivi
Governo spagnolo ed ETA chiusero in febbraio un accordo con impegni e
garanzie
·L’Esecutivo di Zapatero si impegnò a rispettare quello che decideranno i
cittadini di Arava, Bizkaia, Gipuzkoa e Nafarroa, ed ad adottare garanzie
per il processo.
Come hanno confermato a GARA differenti e disuguali fonti conoscitrici del
processo, il Governo spagnolo ed ETA raggiunsero in febbraio un accordo
che contempla compromessi e garanzie per entrambe le parti. Quell'accordo
sfociò nel cessate il fuoco permanente annunciato dall'organizzazione
armata il 22 di marzo e, tra le altre cose, raccoglieva, da parte
dell’Esecutivo di José Luis Rodríguez Zapatero, l'assunzione di una serie
di garanzie per l'adeguato sviluppo del processo politico, tra esse quella
di non effettuare detenzioni e quella di propiziare l'uguaglianza di
condizioni per tutti nella vita politica, come il compromesso di
rispettare le decisioni che adottino liberamente i cittadini di Arava,
Bizkaia, Gipuzkoa e Nafarroa sul loro futuro.
SAN SEBASTIAN
Come hanno confermato a GARA differenti e disuguali fonti conoscitrici del
processo, il Governo spagnolo ed ETA raggiunsero il passato mese di
febbraio un accordo che contempla compromessi e garanzie per entrambe le
parti. Quell'accordo permise, in prima istanza, che tre portavoci di ETA
rendessero pubblica il 22 marzo una dichiarazione di cessate il fuoco
permanente che entrò in vigore due giorni dopo, alle 00:00 ore del giorno
24, e che oggi continua vigente.
Nel citato accordo, ETA si impegna concretamente a non realizzare azioni
contro persone né beni, come è successo ed è stato constatato dal Governo
spagnolo durante quello che questo denominò periodo di "verifica" previo
alla comparizione del suo presidente, Rodríguez Zapatero, nel Congresso.
Insieme a ciò, l'organizzazione armata accettò di non realizzare azioni di
fornitura di armi né esplosivi a partire dalla dichiarazione di cessate il
fuoco permanente.
Anche L’Esecutivo spagnolo assunse compromessi in questo accordo chiuso in
febbraio, secondo le fonti consultate. In concreto, accettò di rispettare
le decisioni che circa il loro futuro adotteranno liberamente i cittadini
baschi.
Nel citato punto si specifica che il Governo spagnolo capisce che gli
accordi per ciò si intendono tra i partiti politici baschi, come tra gli
agenti sociali, economici e sindacali baschi.
Si intende inoltre che i citati accordi si riferiscono al futuro dei
cittadini dei quattro herrialdes sotto amministrazione spagnola: Arava,
Bizkaia, Gipuzkoa e Nafarroa.
Informazione conosciuta
Come ha saputo GARA, questa informazione circola da alcune settimane in
differenti mezzi di comunicazione, come negli ambiti politici. E, malgrado
l'esistenza dell'accordo non sia stata data a conoscere da nessuna delle
due parti, i commenti e indiscrezioni sull'esistenza di compromessi e
garanzie tra ETA ed il Governo di José Luis Rodríguez Zapatero si sono
estesi, in alcuni casi al sottovento del malessere provocato, o della
sorpresa o disorientamento generato per l'inadempimento degli stessi, fino
al punto che i suoi contenuti hanno finito per circolare, come già si è
scritto, in differenti ambiti.
In realtà, la prima menzione a quell'accordo la realizzò nel suo primo
editoriale dopo il cessate il fuoco il quotidiano" El Paìs"; ed il leader
del PP, Mariano Rajoy, ha fatto espressa menzione in varie occasioni ai
"compromessi di Zapatero." Quelle allusioni ai compromessi che avrebbero
potuto pattuire il Governo spagnolo ed ETA sono state una costante in
queste ultime settimane, benché, invece, non hanno ricevuto uguale eco gli
attacchi al processo.
-m e 29-J
Benché l'accordo non fu reso pubblico, è ovvio che negli ultimi mesi si
sono prodotti movimenti molto significativi che hanno provocato uno
scenario politico innovativo in Euskal Herria e che, come vediamo, hanno
un fondo molto concreto. Così, il 22 marzo ETA dichiarava un cessate il
fuoco permanente attraverso una dichiarazione nella quale ubicava la
misura del suo interesse nel contribuire all'apertura di un processo
democratico in Euskal Herria.
L'organizzazione armata basca ha inciso su questa idea in posteriori
posizionamenti, e specialmente nell'intervista realizzata per GARA ed
edita il passato 14 di maggio, quasi due mesi dopo la dichiarazione di
cessate il fuoco, come nell'ultimo comunicato diretto dall'organizzazione
armata all'opinione pubblica spagnola. Nell'intervista concessa a GARA,
due portavoci di ETA risaltavano il concetto che "è necessario levare
tutti i limiti imposti alla volontà di Euskal Herria" e reiteravano che
"la chiave del processo sta nel dibattito democratico in Euskal Herria."
Davano, inoltre, alcuni dati sulla portata del cessate il fuoco. In
riferimento ai governi di Madrid e Lakua e la loro insistenza in cui la
misura doveva essere "universale", ETA spiegava che "a chi ripete questa
cantilena, diciamo che conosce i parametri della decisione di ETA ed anche
la sua solidità. ETA ha manifestato chiaramente quali sono i suoi
compromessi".
Dalla parte statale, il 29 giugno il suo presidente, José Luis Rodríguez
Zapatero, annunciava la sua disposizione ad aprire il dialogo con ETA in
una comparizione istituzionale nella quale aggiungeva che "il Governo
rispetterà le decisioni dei cittadini baschi."
Il capo del Governo spagnolo sottolineò ugualmente che "capisco che i
partiti politici, gli agenti sociali, economici e sindacali, devono
adottare accordi per questo patto di convivenza attraverso i metodi di
dialogo che stimino opportuno." Ed aggregò alcune "regole" per quel
processo, come il risultato di consenso. In concreto, ne citò tre:
"Volontà democratica, vincolo alla legalità, ed ampio accordo politico che
raccolga il pluralismo della società basca." Questa dichiarazione
istituzionale di Rodríguez Zapatero fu salutata da Batasuna come positiva
e di gran contenuto "politico."
Le garanzie: non effettuare detenzioni ed uguaglianza nella vita politica
L'accordo del quale rende conto mezzo non solo include compromessi per
entrambe le parti, ma contempla anche una serie di garanzie da parte del
Governo spagnolo per normalizzare la vita politica. Tra esse sottolinea
l’impegno che non si effettuino detenzioni da parte della Guardia Civil,
la Polizia spagnola, l'Ertzaintza né i poliziotti francesi. Tuttavia, dopo
il passato 22 di marzo se ne sono prodotti almeno 35, 23 di essi in regime
di isolamento, ed in essi sono intervenuti tutti i corpi polizieschi
citati.
Un'altra delle garanzie è la diminuzione della presenza poliziesca e la
sparizione di pressioni poliziesche, cosa che non si è constatata ancora.
Oltre a ciò, l’Esecutivo accetta "de facto" che le organizzazioni della
sinistra indipendentista basca possano sviluppare la vita politica in
uguaglianza di condizioni al resto di forze politiche e sociali, senza
limitazioni di diritti civili e politici. In questo terreno, dal 22 di
marzo si è prodotto uno stillicidio di proibizioni giudiziali o
poliziesche, a volte con avvallo della Procura che hanno colpito tanto
atti politici come mobilitazioni e perfino conferenze stampa, benché si
sia prodotto anche un passo significativo: la riunione pubblica tra il PSE
e Batasuna. -
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