Autore: Elettrico Data: To: hackmeeting Oggetto: Re: [Hackmeeting] il gioco dell'hackmeeting, era [date+todo] stampa
e sito
lesion wrote: >
> no, la risposta e' accettare la plausibilita' dell'idea, iniziare a
> discuterne, organizzare un'incontro con i proponenti per un sopralluogo,
> valutare la fattibilita' della cosa, e organizzare un altro incontro per
> capire le dinamiche nello specifico con i parmigiani, tutto questo e'
> stato fatto in 2 settimane, secondo me e' una bella risposta.
> lesion, capiamoci, io non è che affondo spade a tutto campo. c'è un
ambito ristrettissimo che si sta muovendo e cerca soluzioni e ha idee,
c'è un altro ambito, molto grande, che scrive - e per lo più di
minchiate - e poi infine c'è un altro grande ambito che tace.
secondo me il fatto di occupare un luogo non è una scelta su cui in
generale si è ragionato. secondo me qualcuno sì ed ha pensato che questa
fosse un'ottima cosa, soprattutto nella "nostra" visione di hacking
inserito in un contesto di movimentazione + grande, la maggioranza
invece segue a ruota senza pensare a nulla se non appunto alle macchine
fotografiche. intendiamoci, anche altri anni + o - sono successe
dinamiche simili, però ad esempio con una base molto più larga di
condivisione, mentre altre volte vi sono state moltissime discussioni
(mi viene in mente ad esempio quella su torino, relativa al fatto che il
posto fosse del comune) che hanno coinvolto o informato di certo di più.
quindi la mia critica non è sulla risposta che il gruppo ristretto sta
dando e sulla sua lucidità nel vedere le cose, ma sulla totale assenza
del resto. mi sembra come se ci fosse la fregola di mettere dei pc in
rete perchè così accade ogni anno e quindi qualsiasi soluzione cada
dall'alto va bene.
> face2face, e per fare questo mi sta bene anche che quest'anno l'evento
> lo si organizzi in 5 persone (no nn mi piace, no nn sono le modalita'
> che vorrei, pero' ci voglio provare uguale). se poi questo ultimo
> tentativo di smuovere gli animi non andra' a buon fine, pace, ci si
> trova altri ambiti di azione e discussione.
sì ma sono d'accordo con te. però penso che se vogliamo incontrarci
face2face chiediamo uno spazio qualsiasi e ci mettiamo a parlare,
diciamo chiaramente che no, non si costruisce nessuna lan, chi vuole
bene ma non ci sarà nessun gruppetto che giorni prima cabla tutto, e poi
nell'incontro che seguirà chi vorrà tenere seminari bella lì, mentre
sicuramente ci sarà chi vorrà iniziare a discutere di come muoversi per
il prossimo appuntamento della serie "hackmeeting".
> e infatti stiamo cercando di tirare in piedi delle discussioni su come
> facciamo a far uscire i nostri contenuti, su come poter costruire e
> influire, ad esempio ;
> dell'atto di ribellione in se non me ne fotte una sega in realta', che
> ci faccio a parte ricordarlo perche' poi ci potro' fare il figo con le
> fighette a cui lo raccontero'? quello che mi interessa e' cercare di
l'atto di ribellione non è quello di mostrare il tuo corpo muscoloso che
si flette nell'atto di ribaltare un'auto contro la polizia. l'atto di
ribellione lo intendo nel senso della consapevolezza di quello che stai
facendo, soprattutto quando quello che stai facendo esula dagli schemi
programmati.
secondo me il fatto che negli anni grazie a tutta una serie di persone
l'hackmeeting c'è sempre stato ha fatto perdere un po' di vista cosa
volesse dire farlo: per molti è un appuntamento/happening dove ci si
incontra si seguono seminari ed è un po' alternativo perchè non c'è
scritto ovunque "cisco". da qui ovvio che possono scaturire solo
discussioni del cazzo.
> mantenere il piu' possibile una coscienza critica rispetto alla merda
> che ci sta sommergendo, che agli occhi dei piu', luccica. quello che mi
il quale è un atto di ribellione se è consapevole. uso la parola
"ribellione" nel suo senso più largo, non me ne vogliano gli eroi della
rivoluzione, però anche decidere consapevolmente di non bere coca cola è
un atto di ribellione, ad esempio.
> interessa e' ottenere dei risultati palpabili, non fare delle cose fiche
> o superribelli, voglio una assicurazione anti-riaa ad esempio,
> voglio la macchinetta per accecare le telecamere, voglio una rete
> anonima, libera e neutrale per quanto possibile, e voglio pure un modo
> per scambiarmi tranquillamente informazioni e contenuti, voglio parlare
> di costi e tempi per mettere in piedi un coso che produce energia
> pulita,e magari vorrei parlare anche con i tipi di altramoneta che ci
> spiegano quello che stanno facendo, e visto che ci siamo voglio anche
> una rete neurale che mi riconosce i volti degli sbirri nei cortei.
> se poi tutto questo esce da un gesto di ribellione, da una sentita
per me lo è.
> necessita' comunitaria di confrontarsi, fico, fichissimo, meglio, pero'
> diocane parlare qui di autogestione e' come parlare di hacking...
non ho capito
> ps. stiamo chiedendo aiuto a voi li fuori amici! siccome parlare in
> lista delle specifiche riguardo parma non sara' possibile, chiediamo una
> forte partecipazione il 15 a montecchio a tutti voi supermilitanti e
> non, a chi sentendo parlare di reality hacking nn storce il naso, a chi
> ha voglia di farsi un giro e a quelli che non vogliono lasciarci in 5 a
> fare le cose.
dico la mia sull'occupazione. l'idea mi piace un sacco. la sua svolta
pratica secondo me è che sarà una forzatura da parte dei pochi
consapevoli. la gggente non ha mai legato hackmeeting -> occupare e
mantenere occupato il posto dove si è. quando fu proposto per torino, in
un periodo ancora più florido, ci furono tutta una serie di risposte
positive (anche qualcuna dubbiosa) e tuttavia si decise di non farlo
perchè non c'erano garanzie che ci fosse la consapevolezza per gestirsi
la situazione.
a me sinceramente la (non)reazione della lista mi sembra del tutto
insufficiente per tentare quella strada. ovviamente se parliamo di
hackmeeting e se parliamo di questa lista.