[NuovoLab] “Ripartiamo da Genova” Noi ci saremo, per rila…

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Szerző: antonio bruno
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Tárgy: [NuovoLab] “Ripartiamo da Genova” Noi ci saremo, per rilanciare il movimento contro la guerra
liberazione, 8.7.06

Risposta all’appello: “Ripartiamo da Genova”
Noi ci saremo, per rilanciare il movimento contro la guerra

Michele De Palma e Alfio Nicotra

Siamo stati protagonisti diretti delle mobilitazioni contro il G8 di Genova
nel 2001. Una esperienza straordinaria che ha consentito l’ingresso di una
nuova generazione politica che pratica l’obiettivo del cambiamento radicale
dell’esistente.

Da Genova è partita una straordinaria stagione di lotta che ha attraversato
l’Italia e il nostro continente entrando in sintonia con la mobilitazione
dei Forum Sociali Mondiali e delle contestazioni ai vertici di
organizzazioni a-democratiche (Wto, Banca Mondiale, Fmi e ovviamente il
G8). Proprio il movimento di Genova, pochi mesi dopo, si trovò a fare i
conti con le conseguenze dell’11 Settembre. Capimmo subito che la spirale
guerra - terrorismo aveva come obiettivo, oltre che governare attraverso la
guerra i processi di globalizzazione, anche quello di soffocare il
movimento globale di contestazione al neoliberismo e per la costruzione di
un’altro mondo possibile. L’attacco armato e l’occupazione militare
dell’Afghanistan rappresentò la prima tappa della guerra preventiva ed
infinita di Bush. Poco importa se essa avvenne in un contesto multilaterale
e non in forma unilaterale come quella irachena: fu una flagrante
violazione del diritto internazionale, un atto di vendetta fatto pagare ad
un popolo che per decenni aveva subito la guerra finanziata ed armata da
quelli che adesso si presentavano come “liberatori”.

Il movimento seppe contrastare questa tenaglia (o stai con Bin Laden o stai
con George Bush), lo fece scendendo in piazza nello stesso giorno che il
Foglio e la Casa delle Libertà indicevano in piazza del Popolo a Roma una
manifestazione a favore dei falchi statunitensi e della guerra. “Not in my
name” nacque in questo periodo negli Stati Uniti sulle labbra dei familiari
delle vittime dell’11 settembre: il movimento per la pace mondiale si
sollevava contro la cosiddetta guerra al terrorismo convinto - come la
storia ha drammaticamente dimostrato - che il terrore e la guerra sono
fratelli gemelli di una unica strategia di morte. Abbiano detto no alla
guerra in Afghanistan prima che scoppiasse la guerra in Iraq. Non lo
abbiamo dimenticato che la seconda è figlia della prima.

Mentre ci accingiamo ad ottenere il risultato storico del ritiro delle
truppe dall’Iraq, rimane sul tappeto la necessità di riportare a casa i
soldati d’istanza in Afghanistan. Dobbiamo ritirarli per il popolo afgano e
per la richiesta dei genitori dei ragazzi morti in quel teatro di guerra.
E’ per questo che pensiamo che la mediazione raggiunta col decreto è una
“riduzione del danno” come dice don Tonio Dell’Olio. E’ per questo che
pensiamo che il decreto non sia alternativo al ritiro, ma ora spetta anche
a noi praticare l’autonomia del partito e del movimento.

Per questo dobbiamo investire tutte le nostre forze nella riapertura di un
movimento contro la guerra che riprenda a praticare l’obiettivo, usando
l’osservatorio parlamentare con la partecipazione di ong, associazioni,
movimenti per imporre una svolta nella politica estera del nostro Paese.
Dobbiamo rimettere in discussione i capisaldi della nuova strategia della
Nato e quelli dei modelli di difesa sempre più aggressivi. Per farlo
abbiamo bisogno di un forte e radicato movimento per la pace capace di
dimostrare in modo ancora più deciso all’intera Unione che la posizione
maggioritaria nell’opinione pubblica è quella della pace preventiva e del
rifiuto delle avventure militari.

Per questo salutiamo con grande favore l'iniziativa intrapresa con
l’appello “Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan” d’indire per
sabato 22 Luglio nell'ambito dell’iniziativa per il quinto anniversario
della mobilitazione anti-G8 un’assemblea nazionale del movimento pacifista.
Ci saremo, convinti che l’esperienze unitarie di questi anni sono più forti
delle alchimie parlamentari. L’azzardo di Genova rimane oggi attuale come
non mai e impone a noi tutti di andare avanti insieme.