Scienza7 - le notizie di Ulisse
Maschio e narcisista, lidentikit del guerrafondaio
Da un videogioco emergono dati interessanti sul
profilo psicologico dei più aggressivi
Le guerre vengono iniziate con più frequenza (e
spesso perdute) da un tipo particolare di
persone: quelle eccessivamente fiduciose nelle
proprie capacità e narcisiste. Allipotesi che
viene già suggerita dal buon senso tenta ora di
dare una base scientifica un lavoro condotto da
Dominic Johnson della Princeton University nel New
Jersey, pubblicato sulla rivista della
Royal Society Proceedings B (0962-8452 ). Johnson ha
preso in esame 200 volontari (sia maschi che
femmine) ai quali è stato chiesto di giocare un
gioco al computer l'uno contro l'altro.
Ogni volontario ricopriva il ruolo di capo di un
paese fittizio in conflitto con uno vicino sul
possesso di un giacimento diamantifero lungo il
confine. Ai giocatori erano stati dati 20 dollari
per la partecipazione all'esperimento, ma erano
stati promessi altri 10 dollari se avessero
vinto, o fossero riusciti ad ammassare una
quantità di ricchezza maggiore rispetto
all'avversario. O infine, lo avessero sconfitto
completamente. Inoltre, prima dellinizio della
partita, a ogni giocatore era stato chiesto di
valutare sé stesso, stilando una classifica e
facendo una previsione su come se la sarebbe
cavata rispetto agli altri 199 partecipanti.
Nel corso del gioco, ognuno aveva un tesoro
virtuale di 100 milioni di dollari, che avrebbe
potuto spendere investendolo nella propria
infrastruttura militare o che avrebbe potuto
tenere di riserva. I giocatori avevano anche la
possibilità di negoziare degli accordi, in base
ai quali avrebbero potuto avere un accesso
congiunto ai diamanti. Ma avevano anche la
possibilità di attaccare per primi, senza alcuna
dichiarazione di guerra e senza essere stati provocati.
I dati raccolti dal gioco hanno offerto risultati
interessanti. Anzitutto in totale nel gioco sono
state prese mille decisioni, il 70% delle quali
ha riguardato i negoziati, il 20% posizioni
attendiste, il 6% azioni militari e il 4% azioni
di minaccia. Dai dati è emerso che i soggetti che
lanciavano attacchi non provocati erano
soprattutto maschi (con una probabilità cinque
volte superiore a quella delle femmine) e molto
fiduciosi nelle proprie capacità. Chi attaccava
per primo si era collocato in media al 60esimo
posto nella autoclassifica stilata prima
dell'inizio del gioco, mentre chi era un po' più
dubbioso, si era classificato in media al 75esimo.
Rispetto invece altre credenze popolari, i
livelli di testosterone non erano un fattore
chiave nello spingere qualcuno a dichiarare
guerra, mentre un'analisi psicologica alla fine
della partita, ha indicato che i guerrafondai
maschi (e non le femmine) erano tendenzialmente più narcisisti.
23 giugno 2006
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Scienza7 - le notizie di Ulisse
Maschio e narcisista, lidentikit del guerrafondaio
Da un videogioco emergono dati interessanti sul 
profilo psicologico dei più aggressivi
Le guerre vengono iniziate con più frequenza (e 
spesso perdute) da un tipo particolare di 
persone: quelle eccessivamente fiduciose nelle 
proprie capacità e narcisiste. Allipotesi che 
viene già suggerita dal buon senso tenta ora di 
dare una base scientifica un lavoro condotto da 
<
http://www.princeton.edu/%7Edominic/>Dominic 
Johnson della Princeton University nel New 
Jersey, pubblicato sulla rivista della 
<
http://www.pubs.royalsoc.ac.uk/index.cfm?page=1087>Royal 
Society Proceedings B (0962-8452 ). Johnson ha 
preso in esame 200 volontari (sia maschi che 
femmine) ai quali è stato chiesto di giocare un 
gioco al computer l'uno contro l'altro.
Ogni volontario ricopriva il ruolo di capo di un 
paese fittizio in conflitto con uno vicino sul 
possesso di un giacimento diamantifero lungo il 
confine. Ai giocatori erano stati dati 20 dollari 
per la partecipazione all'esperimento, ma erano 
stati promessi altri 10 dollari se avessero 
vinto, o fossero riusciti ad ammassare una 
quantità di ricchezza maggiore rispetto 
all'avversario. O infine, lo avessero sconfitto 
completamente. Inoltre, prima dellinizio della 
partita, a ogni giocatore era stato chiesto di 
valutare sé stesso, stilando una classifica e 
facendo una previsione su come se la sarebbe 
cavata rispetto agli altri 199 partecipanti.
Nel corso del gioco, ognuno aveva un tesoro 
virtuale di 100 milioni di dollari, che avrebbe 
potuto spendere investendolo nella propria 
infrastruttura militare o che avrebbe potuto 
tenere di riserva. I giocatori avevano anche la 
possibilità di negoziare degli accordi, in base 
ai quali avrebbero potuto avere un accesso 
congiunto ai diamanti. Ma avevano anche la 
possibilità di attaccare per primi, senza alcuna 
dichiarazione di guerra e senza essere stati provocati.
I dati raccolti dal gioco hanno offerto risultati 
interessanti. Anzitutto in totale nel gioco sono 
state prese mille decisioni, il 70% delle quali 
ha riguardato i negoziati, il 20% posizioni 
attendiste, il 6% azioni militari e il 4% azioni 
di minaccia. Dai dati è emerso che i soggetti che 
lanciavano attacchi non provocati erano 
soprattutto maschi (con una probabilità cinque 
volte superiore a quella delle femmine) e molto 
fiduciosi nelle proprie capacità. Chi attaccava 
per primo si era collocato in media al 60esimo 
posto nella autoclassifica stilata prima 
dell'inizio del gioco, mentre chi era un po' più 
dubbioso, si era classificato in media al 75esimo.
Rispetto invece altre credenze popolari, i 
livelli di testosterone non erano un fattore 
chiave nello spingere qualcuno a dichiarare 
guerra, mentre un'analisi psicologica alla fine 
della partita, ha indicato che i guerrafondai 
maschi (e non le femmine) erano tendenzialmente più narcisisti.
23 giugno 2006
Scienza7 - le notizie di Ulisse 
Maschio e narcisista, lidentikit del
guerrafondaio
Da un videogioco emergono dati interessanti sul profilo
psicologico dei più aggressiviLe guerre vengono iniziate con più
frequenza (e spesso perdute) da un tipo particolare di persone: quelle
eccessivamente fiduciose nelle proprie capacità e narcisiste. Allipotesi
che viene già suggerita dal buon senso tenta ora di dare una base
scientifica un lavoro condotto da
Dominic Johnson della
Princeton University nel New Jersey, pubblicato sulla rivista della
Royal
Society Proceedings B (0962-8452 ). Johnson ha preso in esame 200
volontari (sia maschi che femmine) ai quali è stato chiesto di giocare un
gioco al computer l'uno contro l'altro. 
Ogni volontario ricopriva il ruolo di capo di un paese fittizio in
conflitto con uno vicino sul possesso di un giacimento diamantifero lungo
il confine. Ai giocatori erano stati dati 20 dollari per la
partecipazione all'esperimento, ma erano stati promessi altri 10 dollari
se avessero vinto, o fossero riusciti ad ammassare una quantità di
ricchezza maggiore rispetto all'avversario. O infine, lo avessero
sconfitto completamente. Inoltre, prima dellinizio della partita, a ogni
giocatore era stato chiesto di valutare sé stesso, stilando una
classifica e facendo una previsione su come se la sarebbe cavata rispetto
agli altri 199 partecipanti. 
Nel corso del gioco, ognuno aveva un tesoro virtuale di 100 milioni di
dollari, che avrebbe potuto spendere investendolo nella propria
infrastruttura militare o che avrebbe potuto tenere di riserva. I
giocatori avevano anche la possibilità di negoziare degli accordi, in
base ai quali avrebbero potuto avere un accesso congiunto ai diamanti. Ma
avevano anche la possibilità di attaccare per primi, senza alcuna
dichiarazione di guerra e senza essere stati provocati.
I dati raccolti dal gioco hanno offerto risultati interessanti. Anzitutto
in totale nel gioco sono state prese mille decisioni, il 70% delle quali
ha riguardato i negoziati, il 20% posizioni attendiste, il 6% azioni
militari e il 4% azioni di minaccia. Dai dati è emerso che i soggetti che
lanciavano attacchi non provocati erano soprattutto maschi (con una
probabilità cinque volte superiore a quella delle femmine) e molto
fiduciosi nelle proprie capacità. Chi attaccava per primo si era
collocato in media al 60esimo posto nella autoclassifica stilata prima
dell'inizio del gioco, mentre chi era un po' più dubbioso, si era
classificato in media al 75esimo.
Rispetto invece altre credenze popolari, i livelli di testosterone non
erano un fattore chiave nello spingere qualcuno a dichiarare guerra,
mentre un'analisi psicologica alla fine della partita, ha indicato che i
guerrafondai maschi (e non le femmine) erano tendenzialmente più
narcisisti.
23 giugno 2006
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