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operazioni immobiliari,
quadri e fiumi di denaro: i business degli amici del siriano
dal mercantile di giovedi 6 luglio 2006
BARILI, QUADRI E FIUMI DI DENARO: I BUSINESS DEGLI AMICI DEL SIRIANO.
nuove rivelazioni sull'affaire internazionale tra montecarlo e genova
di andrea ferro
Montecarlo -
Discariche, barili, container, operazioni immobiliari. Rapporti con imprese di costruzioni di fama internazionale. E ancora: opere d'arte, quadri di Dalì e Guttuso, investimenti finanziari.
Affari assortiti, fiumi di denaro che tracimano da mezzo mondo, milioni di euro come bruscolini. Le nuove intercettazioni - che oggi pubblichiamo a stralci - irrobustiscono la portata del business e lo spessore delle relazioni che ruotano intorno a Fouzi Hadj, facoltosissimo medico italo-siriano con residenza dorata a Pieve Ligure - ge -, e ai suoi fidati collaboratori genovesi: dirigenti di banca, poliziotti, architetti, imprenditori, titolari di locali, avvocati-manager, un pregiudicato. E dalle conversazioniintercorse tra i vari personaggi dell' "entourage " e intercettate dalla polizia emerge dell'altro: si parla di ufficiali giudiziari " da pagare ", di barili da smistare in Africa, di container da sbloccare, di operazioni bancarie da pilotare, di altri poliziotti da "agganciare ", di una casa a Portofino da acquistare, di generosi " pensierini " in denaro da elargire.
Nel frattempo dall'estero l'imprenditore mediorientale, noto da tempo agli archivi dell'Ucigos nell'ambito di una serie di informative internazionali, continua a respingere i sospetti. Ai tifosi della squadra di cui è presidente, la Lucchese, assicura con un messaggio via internet di essere un uomo serio e pulito. Altro che riciclaggio, traffici di armi e rifiuti tossici. Illazioni, accuse infondate, ribadisce con fermezza.
Saranno due procure a stabilire se l'interesse investigativo è stato ispirato da un colossale equivoco o se invece è destinato ad aprire scenari molto più allargati.
A Montecarlo ci lavorano da quasi due anni. A Genova invece solo da poche settimane. E dopo che il fascicolo con quasi cinque mesi di intercettazioni effettuate per rogatoria dalla polizia giudiziaria su richiesta dei magistrati monegaschi è rimasto fermo al palo per oltre un anno in seguito ad un incredibile intoppo burocratico. Così aveva spiegato nei giorni scorsi ai giornalisti il procuratore Francesco Lalla dopo le prime indiscrezioni pubblicate dal nostro giornale e poi riprese con indicazioni di nomi e circostanza da l'Espresso e Repubblica.
Il sostituto Alberto Lari, al quale è stato assegnato il fascicolo, non ha ancora iscritto alcun nome sul registro degli indagati. Secondo indiscrezioni starebbe però valutando la possibilità di stralciare la posizione di alcuni dei " personaggi " coinvolti nell'affaire che da più di un mese agita i sonni e suscita imbarazzi assortiti tra i " palazzi " genovesi.
In questura, intanto, scorrono veleni e illazioni impazzite. Oltre all'attuale questore di Napoli Oscar Fioriolli - che da Fouzi ha ricevuto anche 50 mila euro - e ai due sottufficiali finiti nelle intercettazioni dei colleghi del Nucleo di Polizia Giudiziaria del Tribunale, chi frequentava la villa di Pieve Ligure del medico siriano" noto agli archivi"? E chi è stato ospite nel suo hotel di Montecarlo?. I nomi si rincorrono in un valzer impazzito di voci e fantomatici testimoni. Ecco, sintetizzati a capitoli, alcuni stralci inediti delle conversazioni intercettate dalla polizia giudiziaria.
I BARILI
La telefonata risale all'8 febbraio 2005. Fouzj Hadj parla con H. che si trova in Guinea. Al centro della conversazione ci sono sessanta barili da movimentare per conto di una notissima impresa di costruzioni italiana con sede legale a Roma e appalti in mezzo mondo. Parlano di un prossimo incontro nella sede dell'azienda "per fare un programma per portare quei barili ". Fouzj dice di essere stato già con il direttore dell'impresa e che " oggi arriverà a Conakry - la capitale della Guinea -, e di aver ricevuto l'autorizzazione di portare quei sessanta barili, più dell'altro materiale". H. annuncia che manderà " un camion a Conakry a prendere quei barili " e aspetterà quelli di C.".
IL SEQUESTRO
Il 2 febbraio 2005 un avvocato genovese, i cui telefoni sono intercettati da più di due mesi, parla con un collega della pratica relativa al sequestro - conservativo - di un ristorante per conto di Fouzi Hadj. Si evince che i tempi si allungano. E così il secondo legale - quello che non ha il telefono sotto controllo - dice che " per i sequestri civili bisogna pagare l'ufficiale giudiziario ".
OPERAZIONI BANCARIE
Ne parlano in una conversazione il medico italo siriano e un dirigente di banca genovese suo fidato collaboratore. I due trattano della posizione di alcune donne dell' "entourage ". Fissano un appuntamento. Poi il dirigente dice di aver fermato sul lavoro tutti i suoi dipendenti " per bloccare i provvedimenti alla Centrale " contro A., una delle donne oggetto della conversazione. Di che tipo di operazioni si trattava? I due si ripromettono di parlarne a voce.
QUESTORE
Il trasferimento a Napoli del questore Oscar Fioriolli è al centro di varie conversazioni intercorse durante il pomeriggio del 30 dicembre 2004 tra alcuni personaggi intercettati. La notizia non è stata ancora battuta ufficialmente dalle agenzie - la comunicazione avverrà in prima serata -ma nell'ambiente è già nota metà pomeriggio. Uno dei due sottufficiali coinvolti nell'affaire, un ex sovrintendente della digos , ne parla con Fouzj che in quei giorni si trova all'estero. Entrambi si dicono molto dispiaciuti. Il sottufficiale invita Fouzj a chiamare direttamente Fioriolli per un saluto.
RAMMARICO E INSULTI
Il mediorientale contatta subito il questore ed esprime la sua amarezza per il trasferimento. Il questore chiede all'amico se andrà a trovarlo a Napoli ottenendo una risposta affermativa.
"Quando verrò a Roma mi allungherò per Napoli "gli assicura Fouzi Hadj. Quest'ultimo riattacca e chiama subito un imprenditore genovese, suo stretto collaboratore e con vari precedenti penali alle spalle compresi associazione a delinquere, truffa e bancarotta fraudolenta. Sempre a proposito del trasferimento di Fioriolli Fouzi dice " è un casino". E si sfoga: " Figli di p...". L'insulto evidentemente è rivolto a chi, a Roma, ha deciso i movimenti.
DALI' E GUTTUSO
Il 21 dicembre 2004 Fouzi Hadj parla al telefono con l'amico dirigente di banca. Quest'ultimo lo informa che un antiquario della provincia di Savona " ha una partita di quadri importanti di pittori italiani dell'ottocento che vengono da una fondazione di Roma".
Fouzi chiede se è possibile vedere le foto di queste opere e di fargli sapere il prezzo. In una successiva conversazione - avvenuta poche ore dopo - il dirigente di banca avverte Fouzi che l'antiquario provvederà a fotografare le opere. E gli dice che la collezione comprende anche due dipinti di Dalì e uno di Guttuso.
IL REGALO.
E' la vigilia di natale. Uno dei due sottufficiali, l'ex sovrintendente della Digos, chiama FouzI Hadj , si lamenta di certe maldicenze. Il mediorientale lo interrompe. E annuncia di avergli mandato un "pensierino". " C'è una busta dentro un cestino piccolo dove ci sono dei soldi", gli dice. Il sovrintendente ringrazia: " Io ti ho sempre voluto bene ". Seguono gli auguri di Buon Natale.
PORTOFINO
In ballo c'è anche l'acquisto di una casa a Portofino di proprietà di un ex giocatore della Sampdoria. Fouzi Hadj ne parla con l'amico dirigente di banca. Fouzi si dice pronto ad offrire al massimo 800 mila euro. L'interlocutore lo informa che il proprietario ha ricevuto un'offerta di 950 mila euro.