Allego articolo di Manlio Dinucci uscito sul Manifesto il primo luglio
sull'accordo in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa
tra italia ed israele.
...e per chiarezza aggiungo anche l'appello (sempre valido e rispettato) contro
tale accordo!
Edoardo Magnone
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"Il manifesto" (01 Luglio 2006 - pag.3)
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/01-Luglio-2006/art11.html
Italia-Israele
Coinvolti fino in fondo a fianco di Olmert
Una legge di Berlusconi rende Roma il secondo partner militare europeo di Tel
Aviv
Manlio Dinucci
Appena è stato rapito il caporale dell'esercito israeliano, il ministro degli
esteri Massimo D'Alema ha telefonato al presidente palestinese Abu Mazen per
esprimergli la «profonda preoccupazione» dell'Italia e la richiesta
dell'«immediato rilascio dell'ostaggio». Ha quindi informato del contenuto
della conversazione il primo ministro israeliano Ehud Olmert. Ma quando Israele
ha rapito un terzo del governo palestinese, il telefono ha taciuto. «L'Italia -
spiega il ministero degli esteri - ha da sempre svolto un'azione tesa a
favorire il processo di pace in Medio Oriente, coniugando l'antica amicizia con
il popolo palestinese con una rinnovata collaborazione con Israele». Riconosce
quindi implicitamente anche i «meriti» del governo Berlusconi che, il 16 giugno
2003, stipulò con quello israeliano un memorandum d'intesa per la cooperazione
nel settore militare e della difesa.
Dopo essere stato ratificato al senato nel febbraio 2005 (grazie ai voti del
gruppo Democratici di sinistra-Ulivo schieratosi con il centro-destra) e alla
camera in maggio, il memorandum d'intesa è divenuto la legge 17 maggio 2005 n.
94, entrata in vigore l'8 giugno. La cooperazione tra i ministeri della difesa
e le forze armate dei due paesi riguarda «l'importazione, esportazione e
transito di materiali militari», «l'organizzazione delle forze armate», la
«formazione/addestramento». Sono previste a tale scopo «riunioni dei ministri
della difesa e dei comandanti in capo» dei due paesi, «scambio di esperienze
fra gli esperti», «organizzazione delle attività di addestramento e delle
esercitazioni», «partecipazione di osservatori alle esercitazioni militari». La
legge prevede anche la «cooperazione nella ricerca, nello sviluppo e nella
produzione» di tecnologie militari tramite «lo scambio di dati tecnici,
informazioni e hardware». Vengono inoltre incoraggiate «le rispettive industrie
nella ricerca di progetti e materiali» di interesse comune. Secondo fonti
militari israeliane, citate da Voice of America, è già stato concordato lo
sviluppo congiunto di un nuovo sistema di guerra elettronica, con un primo
finanziamento di 181 milioni di dollari. E' questo un campo in cui Israele
aveva finora cooperato solo con gli Stati uniti. Ciò significa che l'accordo
italo-israeliano è stato preventivamente approvato dalla Casa bianca.
Con la legge n. 94 del 17 maggio 2005, le forze armate e l'industria militare
del nostro paese sono state coinvolte in attività di cui nessuno (neppure in
parlamento) viene messo a conoscenza. La legge stabilisce infatti che tali
attività sono «soggette all'accordo sulla sicurezza» e quindi segrete. Sotto la
cappa del segreto militare può avvenire di tutto. Poiché Israele possiede armi
nucleari, alte tecnologie italiane possono essere segretamente utilizzate per
potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani. Possono
essere anche usate per rendere ancora più letali le armi «convenzionali» usate
dalla forze armate israeliane nei territori palestinesi. Viene allo stesso
tempo violata la legge 185 sull'esportazione di armamenti, poiché viene esteso
a Israele il trattamento privilegiato previsto solo per i paesi Nato e Ue.
Quello che il governo Berlusconi ha lasciato in eredità al governo Prodi è un
accordo a tutto campo, che travalica l'ambito tecnico. Come sottolinearono i
ministri Frattini e Martino, è «un preciso impegno politico assunto dal governo
italiano in materia di cooperazione con lo stato d'Israele nel campo della
difesa». Un impegno politico, corrispondente a «interessi strategici
nazionali», che il governo Berlusconi assunse nel quadro della strategia
statunitense, scavalcando l'Ue. «Nessun altro paese dell'Unione europea -
sottolineò il ministero israeliano della difesa - gode di questo tipo di
cooperazione militare con Israele». Di fronte a un accordo di tale portata, che
cosa intende fare il governo Prodi? Metterlo in discussione o applicarlo
integralmente? Magari, come prevede la legge, inviando osservatori
all'«esercitazione militare» che l'esercito israeliano sta effettuando a Gaza?
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09/03/2005
Appello: Scienziati contro l'accordo militare Italia/Israele
Le/I sottoscritte/i, donne e uomini di scienza, ricercatrici e ricercatori,
docenti, lavoratrici/ori del comparto università e ricerca,considerata la
necessità di prendere posizione avversa alla crescente influenza della sfera
militare in tutti i settori della vita pubblica ivi compresa la ricerca
scientifica, considerata la recente ratifica ed esecuzione del Memorandum
d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di
Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa,
provvedimento adesso all'esame del parlamento,preso atto altresì del "delicato
momento - come recita l'ordine del giorno presentato dall'On. Martone, ed altri
onorevoli colleghi, ed accolto dal governo - in cui tanto lo Stato di Israele
quanto l'Autorità Nazionale Palestinese si trovano, nonché la perdurante
violazione di numerose risoluzioni dell'ONU da parte dello Stato di Israele e
il permanere di una situazione di grave tensione tra i due
popoli",coerentemente ispirati ai valori della Costituzione della Repubblica,
con particolare riferimento all'articolo Art. 11 "L'Italia ripudia la guerra
come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali".
Consapevoli che l'Unione Europea si "fonda sui valori indivisibili e universali
di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà", con particolare
riferimento agli articoli 10 (Libertà di pensiero, di coscienza e di religione)
e 13 (Libertà delle arti e delle scienze), memori del primo testo deontologico
professionale che si ispira al cosiddetto giuramento di Ippocrate,
SI IMPEGNANO
· "a perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della
salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò
con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio
atto professionale" e che non agevoleremo, tanto nel suo impianto complessivo,
quanto articolo per articolo, l'esecuzione e l'attuazione del Memorandum
d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di
Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa, fatto a
Parigi il 16 giugno 2003,
· non prendere parte, con i nostri saperi e le nostre ricerche, alle attività
specifiche derivanti dalla attuazione del Memorandum d'intesa che regola la
cooperazione tra i due Paesi nel settore della difesa, incluse quelle derivanti
dagli accordi tecnici che potranno essere conclusi in tale contesto.
I settori di tali attività sono specificati nella relazione che accompagna la
ratifica del Memorandum e comprendono: interscambio di materiali d'armamento,
organizzazione delle Forze armate e gestione del personale, formazione e
addestramento del personale militare, informatica, programmi di ricerca e
sviluppo in campo militare, scambi di esperienze fra gli esperti delle due
Parti, partecipazione di osservatori ad esercitazioni militari, visite a unità
navali ed aeree, attività culturali con partecipazione a corsi, conferenze e
simposi, scambio di informazioni e pubblicazioni didattiche,
· a monitorare i programmi di cooperazione militare che dovessero essere avviati
tra università italiane, centri di ricerca, centri di eccellenza, consorzi,
laboratori di ricerca scientifica privata e pubblica, industrie italiane,
industrie israeliane e non.
Invitiamo quindi chiunque abbia a cuore la ricerca della pace a sottoscrivere
questo impegno perché il governo italiano riconsideri quanto prima la propria
posizione.
Seguono le prime firme
Edoardo Magnone, Chimica.
Marco Cervino, Fisica.
Alberto Clarizia, Fisica.
Margherita Roggero, Algebra.
Claudio Del Bello, Filosofia.
Mauro Cristaldi, Biologia Animale.
Elena Colazingari, Matematica.
Franco Marenco, Fisica.
Monica Zoppè, Biologia.
Vito F. Polcaro, Astrofisica.
Angelo Baracca, Fisica.
Massimo Cini, Fisico.
Libero Vitiello, Biologia.
Vincenzo Brandi, Ingegneria Chimica.
Maria Luigia Paciello, Fisica.
Giacomo Alessandroni, Ingegneria
Chiara Cavallaro, Economia.