[NuovoLab] [fori-sociali] Appello: "Ripartire da Genova per …

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Autore: Tommaso Fattori
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To: aderentiretecontrog8, forumgenova, forumsociale-ponge
CC: forumambientalista, debate
Oggetto: [NuovoLab] [fori-sociali] Appello: "Ripartire da Genova per il ritiro dall'Afghanistan"
Ripartire da Genova per il ritiro dall'Afghanistan


Avvertiamo l'urgenza e la necessità di costruire un percorso

collettivo con un obiettivo semplice e preciso: il ritiro delle truppe

militari italiane dall'Afghanistan, teatro di una guerra sanguinosa e

potenzialmente infinita. Obiettivo indicato da tutto il movimento fin

dal 2001 e ribadito dai Forum sociali mondiali di Bamakò e Caracas e

dal Forum sociale europeo di Atene.


Il decreto del governo per il rifinanziamento della missione italiana

in Afghanistan introduce elementi di cosìddetta "riduzione del danno"

ma non può essere certo considerato un risultato adeguato, infatti non

parla di ritiro. D'altra parte il movimento per la pace attraversa un

momento di affaticamento, e noi, che di questo movimento ci sentiamo

parte, crediamo sia necessario investire al più presto ogni energia

possibile per un suo rilancio, nell'autonomia che è elemento

costitutivo della sua stessa esistenza.


La pace e la guerra sono un terreno troppo importante perché su di

esso si scatenino vecchie e nuove concorrenze fra componenti e anime

della così detta sinistra "radicale", sia nelle aule parlamentari, sia

nei movimenti sociali. Non è il momento di polemizzare con chi ci

siede vicino ma di impegnarci per far sì che, dopo l'Iraq, il 2006 sia

effettivamente l'anno della decisione sull'uscita delle nostre truppe

dall'Afghanistan.

In questi giorni molte voci chiedono di non mettere a rischio la

tenuta del nuovo governo, e di subordinare a ciò il ritiro delle

truppe dall'Afghanistan. Siamo quindi ben consapevoli della situazione

di grande difficoltà nella quale si trovano i parlamentari pacifisti.


Siamo certi che, se potesse pronunciarsi, gran parte del popolo

dell'Unione, e non solo la "sinistra radicale", sceglierebbe ambedue

gli obiettivi: la tenuta del governo e l'uscita dell'Italia dalla

guerra afghana.


Se potesse scegliere.


Esiste infatti un problema di democrazia e partecipazione: perché non

s'interpella direttamente il popolo dell'Unione sulla missione in

Afghanistan? Quello stesso popolo che è stato chiamato a pronunciarsi

sul leader. Scegliere se partecipare o meno ad una guerra è forse meno

importante? Siamo certi che la risposta di pace sarebbe ancora una

volta chiara.


La scelta tra pace e guerra è per noi costitutiva del nostro modo

d'intendere la politica, il terreno principale sul quale unità e

radicalità si incontrano.

Se è giusto non sottrarsi alle responsabilità di governo, e noi ne

siamo convinti, è altrettanto necessario stare al governo in maniera

differente.

Partecipare al governo e partecipare ad una guerra non sono due scelte

obbligatoriamente tra loro vincolate.


Continuiamo ad impegnarci perché questo obiettivo possa essere

raggiunto nei prossimi giorni, pur sapendo che oggi questo non

dipende solo da noi, considerato l'alto grado di condivisione che tale

obiettivo richiederebbe nella coalizione. Ma già da oggi possiamo

scegliere di impegnarci per costruire mobilitazioni in grado, per

dimensioni e qualità, di ottenere, il definitivo ritiro di tutte le

truppe italiane dall'Afghanistan.


Vorremmo proporre ai movimenti, alle reti, alle associazioni

democratiche, alle tante singole e singoli incontrati in questi anni

di tornare a lavorare assieme nei prossimi mesi, attraverso tappe

condivise, per costruire una mobilitazione la più ampia possibile

capace di ottenere dal Parlamento entro il 2006 l'approvazione di una

strategia di uscita dalla guerra.


Possiamo ripartire proprio da Genova, da dove cinque anni fa il

movimento dei movimenti lanciò la sua sfida contro la guerra senza se

e senza ma.

Proponiamo di incontrarci in occasione delle giornate di luglio

nell'anniversario del G8 a Genova sabato 22 alle 9,30 (luogo in via di

definizione).



Primi firmatari:

Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Marco Bersani, Antonio Bruno,

Donatella Della Porta, Tommaso Fattori, Alessandra Mecozzi, Emilio

Molinari, Andrea Morniroli, Tonino Perna, Riccardo Petrella, padre

Giuseppe Pirola, Anna Pizzo, Raffaele Salinari, Gigi Sullo, Danilo

Zolo

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