"Lettera dal carcere di Sollicciano"
> Data: 26/06/06 20:48
>
> >
> > Sono stato arrestato a casa, mentre ero a letto,
la notte tra il 29
e 30
> marzo: stessa sorte è toccata al mio coimputato
Marcucci Doriano.
Viene
> scardinata la porta e dato il via alla perquisizione
di routine.
Questa
> premessa non è certo volta né alla ricerca del
vittimismo e/o
> dell'innocentismo piagnucoloso né del garantismo, a
cui non credo né
mi
> appartengono, ma per rimarcare, come sempre, il
ruolo forcaiolo ed
asservito
> dei pennivendoli e scribacchini di ogni schieramento
sempre pronti a
> diffondere compiacenti veline della questura per
avallare la manovra
> repressiva con la disinformazione, la manipolazione,
il falso, la
calunnia;
> all'opera, come sempre, nel loro mestiere ormai
consolidatosi
nell'essere
> sempre di più squallidamente agenti del terrorismo
psicologico con le
armi
> del piombo dei loro articoli. Mi si comunica, con la
convalida degli
> arresti, che sono indagato "per i reati di cui agli
artt. 81, 110
c.p., 1 e
> 4 L. 895/67... perché in concorso tra loro con più
azioni esecutive
di un
> medesimo disegno criminoso portavano in pubblico un
ordigno
incendiario al
> fine di attentare alla pubblica incolumità" !?!?
Ridicolo e tragico
allo
> stesso tempo!!Posso soltanto respingere l'accusa e
rispedirla al
> mittente.C'è un disegno criminoso, è vero, ed è lo
sfruttamento
dell'uomo
> sull'uomo e sulla natura e sugli animali, sul quale
affonda mani e
piedi
> questa società capitalistica, come questa società
per garantirsi
profitti e
> mantenersi privilegi è responsabile del terrore dei
crimini e della
morte
> indiscriminata tra la popolazione con le sue
catastrofi ambientali di
ogni
> epoca, con Chernobyl, Seveso, Bophal, l'Acna di
Cengio e la
Farmoplant di
> Massa, Porto Marghera e Priolo, con gli
inceneritori, con le
fabbriche di
> morte, con le fabbriche di armi, con l'inquinamento,
con
l'avvelenamento dei
> cibi, dell'acqua, della terra, con la giornata
lavorativa con i suoi
omicidi
> bianchi, con le biotecnologie, con la vivisezione,
con gli
allevamenti da
> pelliccia, con le guerre, con il nucleare civile e
militare, con
Hiroshima e
> Nagasaki, con i bombardamenti, con il napalm, con il
fosforo, con
l'uranio
> impoverito, e via in un elenco che sarebbe
lunghissimo. Attaccando e
> reprimendo i ribelli sociali che non accettano le
regole del gioco e
chi si
> batte con forza determinazione e coerenza contro
tutto questo, questa
> società difende le sue ingiustizie sociali con la
violenza
legalizzata del
> carcere, dell'isolamento, della deprivazione sociale
e affettiva, dei
> pestaggi, del 41 bis, della tortura, con l'aberrante
e disumana
violenza che
> esercita quotidianamente nei CPT nei confronti dei
migranti.Di fronte
a
> questo quadro, parziale nel suo trasudamento di
violenza sangue e
morte,
> credo che chiunque non abbia interessi privilegi e
profitti da
difendere o
> una coscienza complice o rassegnata, non può che
convenire sul fatto
che,
> oltre alla certezza che non devo certo essere io a
dovermi difendere,
quello
> di cui mi si accusa, l'incendio a F.I., al di là di
una mia presunta
> partecipazione (tutta da provare) può soltanto
onorarmi dal momento
che, se
> anche così fosse, avrei solo restituito, in dose
davvero
infinitesimale,
> quello che il potere e il sistema di dominio di cui
F.I. è una delle
> espressioni, ha seminato e provocato. (Questo se
rimaniamo sul
generale, se
> scendiamo poi sullo specifico locale, sul
territorio, le motivazioni
per
> legittimare quell'azione sarebbero mille e una;
dallo schifo per come
si è
> usato cinicamente la lotta contro l'inceneritore e
difesa della
salute e
> dell'ambiente per costruirsi carriere e fortune
politiche, a come si
è
> permesso, in piena complicità, che si bruciassero
rifiuti e veleni,
per come
> si è taciuto, in piena complicità, per molto tempo
che la diossina e
i
> veleni volassero nell'aria e fuori dai "limiti" e
dalle "norme"
stabilite
> per legge, per come si è calpestato e deriso
vigliaccamente il
ricordo, il
> dolore, gli affetti, le ferite incancellabili
provocate dal massacro
> nazi-fascista di S. Anna esponendo il busto del duce
nelle stanze
comunali,
> per come si è cementificato e speculato sul
territorio, facendolo
diventare
> facile preda di speculatori sempre più affamati di
denaro, e
fermiamoci
> qui.Mi sarei difeso con le unghie e con i denti se
mi avessero
disonorato
> con l'accusa di aver intascato tangenti, di aver
inquinato, di
essermi
> costruito fortune economiche grazie alla posizione
politica, di aver
> considerato l'ambiente come fonte da usare per
aumentare il conto in
> banca.)E questo vale anche per il prevedibile,
scontato e pretestuoso
> tentativo repressivo di addebitarmi altre azioni
accadute in zona
> (l'incendio di due Bancomat), a conferma dei soliti
deliri sbirreschi
e
> volontà repressive comuni a tutte le inchieste. Di
fronte alla
manovra e
> all'accanimento repressivo, oltre naturalmente a non
riporre nessuna
fiducia
> in tribunali e giudici per ovvie considerazioni sia
in quanto
anarchico e
> rivoluzionario sia per la consapevolezza di avere
interessi concetti
e
> aspirazioni che si escludono a vicenda e
inconciliabili, posso
soltanto
> rifiutare la colpevolezza e l'innocenza, materia e
categorie
giuridiche che
> non mi appartengono e che lascio ad avvocati, sbirri
e giudici, e
> riaffermare la mia militanza anarchica, ecologista,
radicale, la mia
> tensione individuale coerente e determinata,
all'interno di un
percorso più
> generale di ribellione, resistenza e lotta per una
società migliore;
> considerando l'impegno nella lotta non come una
possibilità ma
vivendolo
> come una necessità improrogabile, qui e ora, senza
tentennamenti né
> compromessi.Questo sentire, nella sua interezza,
l'ho difeso
sostenuto e
> praticato con determinazione in tempi non sospetti e
non intendo,
> opportunisticamente, venirne meno oggi che sono
inquadrato nel mirino
> repressivo, per rispetto profondo per la mia dignità
di uomo.Ho
sempre
> cercato di concepire la solidarietà non come una
vuota parola ma
dandole un
> preciso significato, cercando di affermarla come
pratica in tutti i
suoi
> aspetti, non ricercandone i confini e i limiti tra
le pagine di un
codice
> penale, ma nella concretezza della lotta con tutti
gli oppressi, con
tutti
> gli sfruttati, con tutti quelli che lottano, e in
qualsiasi modo
lottino. Ho
> cercato d non far calcoli da ragioniere, da
contabile, dentro cui
> rinchiudere o sminuire gli slanci generosi del mio
cuore, i miei
affetti, i
> sentimenti e le tensioni, lasciando loro che si
manifestassero come
in quel
> momento desideravo e sentivo.È in questo senso che
non mi sento
innocente,
> perché consapevole che esserlo in questa società
vuoi dire chiudere
gli
> occhi, non sentire le richieste disperate di
solidarietà dei dannati
della
> terra, significa rassegnazione, complicità,
indifferenza, apatia,
> conformismo, servilismo, in fondo condivisione e
accettazione dei
valori,
> degli interessi e della violenza legalizzata di
questa società della
> morte.Là dove il silenzio assordante di una tanto
pretesa quanto
impossibile
> pacificazione sociale, è squarciato dall'urlo della
rivolta, in
qualunque
> modo si manifesti, sia in un gesto individuale che
in una espressione
> collettiva, è là che batte il mio cuore.È questa
pulsione della mia
> individualità che considero meravigliosa, ad essere
messa sotto
accusa, che
> si cerca di confinare tra quattro mura
armate.Impossibile da chiudere
a
> chiave, perché fino a che ci sarà sfruttamento,
ingiustizia e
oppressione ci
> saranno lotte e solidarietà, finché ci sarà lo
splendore delle
stelle, in
> qualsiasi posto del mondo ci saranno sempre ribelli
decisi a volare
> all'assalto del cielo.Ai fianco di chi lotta, fuori
e dentro le
galere per
> la vita e la libertà di tutti/e, nel ricordo di chi,
fuori e dentro
le
> galere, ha donato la propria vita per questa lotta,
.per
chi continua a
> viaggiare in direzione ostinata e contraria.. Ha il
sapore amaro di
dolorosa
> previsione l'accanimento repressivo, ormai sempre
più cieco, il 4
maggio con
> la "visita" della digos di FI dove con la
perquisizione della cella
(e
> dell'abitazione perquisita un mese fa?!) e con il
sequestro di tutte
le
> lettere, fax, cartoline (delle cui lettere e fax ho
ottenuto le
fotocopie
> sotto la mia ferma ed espressa richiesta per il
valore affettivo che
> rivestono) mi è stato comunicato un avviso di
garanzia per art. 270
bis,
> "accompagnato" dalla vigliacca devastante manovra
repressiva con il
suo
> carico di perquisizioni, carcere, arresti
domiciliari di compagne e
compagni
> avvenuta nel solito giorno. Ai colpiti/e dalla
repressione va tutta
la mia
> piena solidarietà, la mia totale vicinanza
affettiva, con il cuore e
con la
> mente in questi momenti sono con loro e sento questo
attacco anche
come una
> vendetta intrisa di odio di classe verso una parte
che ha espresso
> solidarietà ed affetto a me e alla mia famiglia in
questo mese di
> carcerazione, con la costante e incoraggiante
presenza fisica , con
il
> sostegno pieno d'amore, con una straordinaria e
ricchissima
sensibilità ed
> umanità e anche con le iniziative e i presidi
solidali.Con
grandissima
> rabbia e con immenso amore e tenerezza alle compagne
e ai compagni in
> carcere, agli arresti domiciliari, ai perquisiti va
il mio più forte
> abbraccio solidale ed affettivo, un bacio e il
pensiero ribelle che
possono
> rubarci il tempo ma non riusciranno mai a prenderci
i desideri, le
passioni
> e il sorriso ed é con questo che, nonostante tutto e
contro tutto,
urlo
> LIBERTA PER BETTA E SILVIETTA, BEPPE, COSTA, FEDE
Libertà per tutte e
tutti,
> per sempre Giuliano MarchettiCarcere di Sollicciano
Via Minervini,
2/r50018
> - Scandicci (Firenze) FIP Pietrasanta, 07.06.06
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