[Lecce-sf] Inoltra: [fori-sociali] LA NOTTE DEL PACIFISMO

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Nella Ginatempo <nellagin@???> ha scritto:


"I militari italiani in Afghanistan hanno una funzione, che secondo la
Costituzione non può che essere una missione di pace".
Credete che queste parole siano del ministro Parisi ??? SBAGLIATO. Sono
parole pronunciate ai microfoni del TG2, pochi minuti fa da fausto
bertinotti, presidente della camera dei deputati ed ex segretario del
partito della rifondazione comunista.
Sono parole da ricordare. Lo dico a tutte e tutti. Ricordatevi di
queste parole quando prenderete ancora in mano i preziosi libretti sulla
non-violenza scritti dal neo nonviolento fausto bertinotti. Parole da
ricordare quando andrete con la memoria alle manifestazioni nazionali di
questi anni dove in prima fila, con il movimento, dentro il movimento (
CONTRO LA GUERRA SENZA SE E SENZA MA) ci stava fausto bertinotti. Parole
da ricordare quando la pattuglia di senatori e deputati eletti nelle
liste del PRC, voterà sì alla MISSIONE DI GUERRA IN AFGHANISTAN, tranne i
pochi parlamentari pacifisti che hanno dichiarato il loro NO perchè
ancora mantengono una dignità e una coerenza. Parole da ricordare quando
,dopo aver votato per otto volte NO, in questi anni in parlamento contro
la missione di guerra in Afghanistan, Rifondazione Comunista si
presenterà alla stampa e alle televisioni sostenendo questa dichiarazione del
Capo. Perchè?? Cosa ha fatto cambiare la natura della missione ?
Cosa c'è di nuovo da contraddire platealmente la realtà conosciuta da
cinque anni e le appassionate denunce di Gino Strada(- a proposito non
era stato ricevuto con tutti gli onori dal presidente della camera a
Montecitorio insieme alle altre anime belle dei pacifisti ?-). Sono parole
da ricordare quando andremo la prossima volta alle urne.
Sono parole da ricordare quando riusciremo a mettere in campo nuove
lotte contro questo nuovo governo di guerra. Quando dimostreremo che,
nonostante tutto, noi del movimento non siamo una spilletta sul bavero del
Capo. AIUTO S.O.S. Nella Ginatempo
*****************************************************************************************
Gli elettori che alle ultime elezioni hanno scelto l' Ulivo erano motivati soprattutto dalla giusta esigenza di liberarsi di Berlusconi.
Gli elettori che alle ultime elezioni hanno votato la sinistra radicale erano motivati anche da una speranza di fuoriuscita dalle politiche liberiste. E' a questi elettori che la sinistra radicale deve innanzitutto fare riferimento.
La missione in Afghanistan non fa parte del programma dell' Unione. Vuol dire che su questo tema non c'è accordo. Vuol dire che non c'è alcun patto sottoscritto dalla sinistra radicale. Vuol dire che è un tema su cui si può aprire una battaglia politica. Senza timore di tradire alcunché.
Per aprire una battaglia politica occorre innanzitutto rivendicare le proprie posizioni. Occorre dire a Prodi che in nessun caso la sinistra radicale voterà il rifinanziamento di una missione di guerra. Perché tale é la
missione in Afghanistan. Come ha più volte spiegato Gino Strada. Come sa chiunque é sceso in piazza in questi cinque anni. Come sa ciascun eletto della sinistra radicale.
Poi occorre che la sinistra radicale dica a Prodi che non voterà neppure la fiducia, se questa comporterà il rifinanziamento della missione di guerra. Anche per non sottostare al paradosso per cui si chiede la fiducia quando non ci si fida.
A quel punto sarà Prodi a dover decidere se intende proseguire, mettendo a rischio la tenuta della sua coalizione. O prendere atto che c'é un problema aperto e costruire luoghi in cui si possa aprire la discussione. E la discussione dovrà essere ampia. Non solo sull' Iraq. Non solo sull' Afghanistan. Su tutta la politica estera. E sulle spese militari. Dove non si è sottoscritto accordo, è tutto terreno aperto alla battaglia politica.
Certo, qualcuno degli eletti della sinistra radicale dirà che così si mette in difficoltà il governo e si rischia di far tornare Berlusconi. Ma il popolo italiano ha già attraversato il guado. Dapprima timidamente, col voto di
aprile; poi un po' più rinfrancato nelle giornate di maggio; infine finalmente sicuro, proprio ieri. Inequivocabile. Ciascun eletto della sinistra radicale può finalmente smettere di temere la propria ombra.
Certo, qualcuno degli eletti della sinistra radicale dirà che il movimento è in difficoltà nel far sentire la propria voce. Niente di più vero. A volte il movimento è talmente preso dalla necessità di incidere sulla politica istituzionale da assumerne su di sé perfino i tatticismi. E' un problema. Se perdura è un rischio mortale. Ma non può comunque essere un alibi.
Perché magari le piazze non sono piene, ma le coscienze non hanno abdicato. E chi oggi pare smarrito, domani sarà di nuovo in prima fila. E riconoscerà chi possono essere i propri compagni di viaggio.
Chi sta nel Parlamento, magari per la prima volta, tra i banchi della sinistra radicale, non dovrebbe mai
dimenticarsi di aprire le finestre e guardare fuori. Può darsi non veda nessuno, ma sicuramente eviterà il rischio di farsi imprigionare da un' illusione.
Non sembra così difficile. Certo, occorrerebbe dapprima chiedere scusa a Lidia Menapace. Per non averla difesa. Per aver continuato a guardare il dito mentre lei tentava di indicare la luna.
Ma a tutto c'è rimedio. Perché un altro mondo è possibile. E inizia da ciò che ciascuno di noi fa. Qui ed ora.
Marco Bersani
(Attac Italia)


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