[autorgstudbo] Sarà una pisciata che vi seppellirà - comunic…

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著者: Zeppe
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To: autorgstudbo, collettivospa, assemblea
題目: [autorgstudbo] Sarà una pisciata che vi seppellirà - comunicato Rete Universitaria
SARA' UNA PISCIATA CHE VI SEPPELLIRA'

Mentre si annuncia all?orizzonte la nuova ordinanza anti-alcol, che
costringerà gli alimentari e i take away della Zona Universitaria e del
Pratello a chiudere alle 21, il can-can mediatico sul cosiddetto
degrado è quanto mai aspro, soprattutto grazie ai falsi resoconti della
stampa sulla triste notte di mercoledì 21 giugno in Piazza Verdi. Si è
straparlato di una mega-rissa tra punkabbestia e vigili mistificando
quello che è stato un pestaggio gratuito nei confronti di un giovane
colpevole di orinare nella pubblica via seguito dalla violenta
repressione di chi, resosi conto dell?accaduto, è giustamente insorto,
lanciando bottiglie e altro verso la forze dell?ordine. Lo sgombero
militare della piazza ha definitivamente mostrato il vero volto della
Bologna aperta e partecipativa dello sceriffo Cofferati..
Una vicenda che rappresenta l'apice di un progressivo inasprirsi della
stretta repressiva sulla piazza simbolo della vita universitaria
bolognese. Solo un mese e mezzo fa la tre giorni di iniziative
politiche progettata per il terzo anno consecutivo dalla Rete
Universitaria veniva vietata dalla questura. Parlando di ordine
pubblico, si è rifutato di riconoscerne la natura sociale e
rivendicativa. Studenti e precari bolognesi sono stati tuttavia in
grado di evitare trappole e provocazioni, dribblando il divieto e
scendendo in piazza con un giorno d'anticipo sottraendola al degrado
della militarizzazione, facendola tornare ad essere spazio pubblico di
condivisione politica e libera socialità. La questura ha tentato la
reazione schierando un cordone della Celere in assetto antisommossa,
inscenando un precedente gravissimo, ma la piazza ha saputo resistere
rendendo in quella occasione impossibile un intervento repressivo.

Piazza Verdi, cuore pulsante della cittadella universitaria, è da tre
anni snodo di molteplici percorsi di lotta. Ma se la stampa cerca di
narrare uno scontro tra due città tra loro mute, quella degli studenti
e quella dei residenti, presentando la presenza della prima come
incompatibile con la seconda, e di fatto dando legittimità e
alimentando strategie di aumento della repressione e del controllo,
tali strategie non hanno tardato a mostrarsi fallimentari: chi ha
sempre vissuto la piazza non ha mai smesso di farlo, pur trovandosi a
doverla condividere con l'ingombrante presenza delle divise e dei loro
mezzi. Eppure non parrebbe così impossibile rendere la piazza più
fruibile da tutti. Per esempio pedonalizzando la zona, abbellendola di
elementi di arredo urbano di certo non inconsueti come panchine e
fontane, attrezzando più cestini (anche differenziati) e più bagni chimici.

Rifiutiamo la squallida categoria di degrado che, indicando
arbitrariamente ora microcriminalità e spaccio, ora le più innocue
forme di socialità, finisce per costruire un inafferrabile nemico a cui
contrapporre la fascistoide categoria di sicurezza. In nome di
quest?ultima ogni nefandezza repressiva viene agevolmente
spettacolarizzata come medicina ineluttabile da far mandare giù ai non
disciplinabili. Di qui la militarizzazione del tessuto urbano, le
ordinanze di cui sopra, il controllo sociale. Ma anche, analogamente,
gli sgomberi dei migranti, delle case, il dispiegamento contro le
odierne lotte sociali dell?arsenale repressivo fornito dalle leggi
antiterrorismo degli anni '70, e soprattutto l'attacco a cui stiamo
assistendo rivolto a tutte le forme di autogestione che innervano
Bologna.

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RETE UNIVERSITARIA BOLOGNA
per l'autorganizzazione sociale
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