Autor: Pierpaolo Biata Data: A: Lecce sf Assumpte: [Lecce-sf] Fwd: reddito...da laptop, su carta...
Ricevo e inoltro.
Anche perchè qui non si parla mai nè di precarietà, tantomeno di reddito.
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Il mistero del lavoro [3 Precari della ricerca*, da Carta del 17 giugno 2006]
C'è una verità sottaciuta da troppo tempo, che necessita di essere rivelata.
Risale alla notte dei tempi l'interrogativo degli interrogativi:
emanciparsi nel lavoro o emanciparsi dal lavoro? Quell'interrogativo,
che tanti disastri ha provocato, trova una risposta incredibile e
semplice al tempo stesso, che organismi occulti provano ancora a
nascondere.
Il dibattito suscita da allora più divisioni fra gli intellettuali che
il festival di Sanremo. Quale sarà la strada migliore per tutti?
Il primo lavorista, si narra, fu Abele, che per contrastare lo
scioperato fratello, arrivò al punto di lavorare doppiamente. Caino,
escluso da ogni reddito, non trovò maniera migliore che quella di
sopprimere lo stacanovista fratello.
Gesù Cristo, assoluto sostenitore del "non lavoro", nonostante
discendesse da un instancabile padre (si mormora che Giuseppe fosse
clandestinamente iscritto al PCI), riuscì a lasciare chiari segni
concreti della sua propaganda: milioni di donne e uomini nei 2000 anni
successivi alla sua predicazione si liberarono dal lavoro,
inventandosi "preti" o "suore".
Il dibattito su reddito e lavoro produsse guerre, lacerazioni,
crociate e centri sociali, nei secoli a venire. Vennero compiuti
omicidi, ghigliottinamenti, crocefissioni. Molto sangue venne sparso
per le strade e migliaia di sigarette furono fumate nelle sezioni di
partito.
Nel novecento il dibattito sul reddito e sul lavoro produsse
sconvolgimenti. Hitler, volendo liberare dal lavoro il suo popolo,
costrinse milioni di ebrei di tutta Europa a lavorare al posto dei
tedeschi. Finì per contraddirsi e fallire, uccidendo coloro che
rendevano possibile il "non lavoro" dei suoi affini. Stalin - fanatico
sostenitore lavorista - si dedicò a deportazioni di massa pur di far
lavorare tutti e tanto, andando anche lui incontro al fallimento,
anche se con qualche decennio di ritardo.
E' con gli anni '60 e la formazione in Europa (e in Italia in
particolare) della "nuova sinistra" che il dissidio fra lavoristi e
non lavoristi si dispiega con chiarezza, dividendo vecchia e nuova
sinistra e soprattutto nuova sinistra e nuovissima sinistra.
Oggi, mentre le lacerazioni sulla "vexata quaestio" continuano a
produrre cataclisimi e dibattiti sul Manifesto, è il tempo che si
riveli la verità, sottaciuta finora da un segretissimo gruppo, dedito
da millenni alla conservazione del segreto.
Il mancato disvelamento di questo terribile segreto potrebbe portare
nel prossimo futuro a scenari ancora più inquietanti, come ad esempio
un governo di centrosinistra senza opposizione sociale.
Questo ci convince che sia giunto il momento per rivelare il segreto
custodito per millenni.
Il segreto consiste nel disvelamento sulla volontà dei precari.
I precari vogliono il lavoro (quello vero) o vogliono il reddito?
Le carte (nascoste in un luogo sconosciuto e sicurissimo) parlano
chiaro: i precari vogliono tutto. Vogliono un lavoro stabile (e con un
adeguato salario) quando il loro lavoro non ha nulla di "flessibile",
un reddito garantito per quando non possono (o vogliono) lavorare.
Vogliono l'abrogazione dell'ideologica legge 30 e un reddito per
tutti, almeno al livello degli altri paesi europei.
Consapevoli dello choc che questa rivelazione potrebbe portare in
alcuni ambienti (specialmente in quelli sindacali e nei cosiddetti
"social forum") ci esponiamo comunque alle conseguenze di questo atto,
che deriva solo da un grande amore per la verità e la ricerca.
*LapTop produzioni: LavoratoriAProgettoTransitoriamenteOltreilPresente;-)
Lorenzo Cassata - Andrea Capocci - Peppe Allegri, precari della ricerca
Carta, 17 giugno 2006.