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Autor: Elena Bertoli
Data:  
A: forumlucca
Assumpte: [Forumlucca] I: retericicclatori news: 1) Ridurre la produzione di rifiuti eè possibile... se si vuole


-----Messaggio originale-----
Da: Renato Fancello [mailto:renato.fancello@fastwebnet.it]
Inviato: mercoledì 21 giugno 2006 10.18
A: Italia Nostra - Rete Riciclatori
Oggetto: retericicclatori news: 1) Ridurre la produzione di rifiuti eè
possibile... se si vuole


Cari riciclatori,
ho già ricevuto alcune risposte sulla lettiera e Vi ringrazio. Sono in
vendita lettiere in materiale perfettamente compostabile: appena avrò
verificato le diverse opzioni manderò una mail.
Ricordo di compilare il questionario on line reperibile al link:
http://www.italianostra.org/generale/rifiuti/partecipa.htm
e cliccando su Questionario. Raccogliamo dati fino alla fine di luglio:
se
qualcuno vuol fare l'esperienza anche solo per un mese, ditegli di
scrivere
a retericiclatori@???

Oltre che diligentemente separare le varie frazioni, la prima regola é
ridurre la produzione di rifiuti. Ci torneremo su con consigli pratici:
nel
frattempo invio questo interessante articolo del nostro Responsabile
Scientifico su alcune esperienze italiane di riduzione.
Un caro saluto atutti

1) RIDURRE LA PRODUZIONE DI RIFIUTI E'POSSIBILE... SE SI VUOLE Una
moderna gestione dei rifiuti richiede, in base ai consigli della Unione
Europea, il rispetto della regola delle quattro R (Riduzione, Riuso,
Riciclo, Recupero).
La prima R (Riduzione) è, nei fatti, lettera morta in quasi tutt'Italia.
Il motivo della pressoché totale assenza di politiche nazionali
finalizzate
alla riduzione dei rifiuti forse dipende dal fatto che sono in molti a
credere e a far credere che la produzione di rifiuti sia un sintomo di
ricchezza.
In effetti è vero: nelle statistiche, il prodotto interno lordo (PIL)
cresce
di pari passo con l'aumento della produzione pro-capite dei rifiuti. Ma
anche gli incidenti stradali e i morti per "over dose" seguono
l'andamento
del PIL e quindi è molto probabile che l'equazione "più rumenta -più
benessere" sia un'emerita sciocchezza.
Senza scomodare gli Stati Uniti, la cui produzione pro-capite di rifiuti
è
ferma da dieci anni (ma non è certamente fermo l'andamento dei titoli di

Borsa a Wall Street), grazie a scelte governative che incentivano la
produzione di beni durevoli, la prova che altre scelte sono possibili,
ci
viene anche da alcune esperienze italiane.
Tali esperienze, ignorate da stampa e televisione, stanno dimostrando
che è
possibile ridurre significativamente e in tempi brevi, la produzione dei

rifiuti e contemporaneamente aumentare il benessere delle popolazioni
interessate, a cominciare dai portafogli delle famiglie.
Tra le tante, scegliamo quattro significative iniziative Piemontesi, una

delle poche regioni che hanno deliberato politiche di riduzione della
produzione dei rifiuti, insieme a Veneto, Trentino Alto Adige, Marche e
Emilia Romagna.
Ognuna di queste iniziative sarà descritta brevemente e ne valuteremo i
risultati.
Il Comune di Savigliano, provincia di Cuneo avvia nel luglio del 2002
una
capillare campagna di informazione che invita cittadini e commercianti a

ridurre la propria produzione di rifiuti, seguendo alcuni consigli nel
momento della vendita e degli acquisti.
Dopo un anno, nella discarica di Savigliano si registrava una riduzione
del
17 % dei rifiuti conferiti, grazie ad un aumento dell'8% della raccolta
differenziata, ma anche ad una riduzione dei rifiuti prodotti pari al
4,8%. La Comunità montana Val Sangone ha invece puntato sul compostaggio

domestico. A fronte di uno sconto del 10% assegnato alle famiglie che
autocertificano di fare il compostaggio domestico, il 22% delle famigli
ha
aderito alla proposta e nel giro di un anno, oltre il 7% dei rifiuti
organici prodotti dalle famiglie hanno evitato la discarica e sono
serviti a
far crescere sani e belli, pomodori, zucchini e gerani, negli orti e nei

vasi da fiore dei valligiani.
A Villafranca D'Asti (95.000 abitanti) nel 2002 si passa alla raccolta
differenziata "porta a porta" di sette diversi scarti (umido, carta,
vetro,
lattine, sfalci, plastica, pannolini) e contemporaneamente si
gratificano
tutti coloro che fanno il compostaggio domestico con uno sconto del 30%
sulla quota variabile della tariffa.
Dopo tre anni (nel 2005), nonostante un aumento della popolazione del
3%,
alla discarica arriva il 61,5% di rifiuti in meno, grazie alla raccolta
differenziata, passata dal 24 al 65% e ad una riduzione sulla produzione
di
rifiuti pari al 16%.
Ed infine il Consorzio di Chieri (oltre 370.000 abitanti). Anche qui ,
nel
2004, arriva la rivoluzione del "porta a porta" ed uno sconto del 20% a
chi
fa compostaggio domestico. E, come ci si aspettava, dopo un solo anno,
evitano la discarica 10.290 tonnellate di rifiuti (-36,6%), grazie ad
una
raccolta differenziata che passa, senza problemi, dal 43 al 61% e ad una

riduzione della produzione complessiva dei rifiuti pari al 4,5%. In
sintesi , basta promuovere il compostaggio domestico, pratica che Italia

Nostra ha dimostrato si può realizzare anche su un terrazzo di città o
in un
giardino condominiale, per ridurre la produzione di rifiuti del 7%. Se
si
passa alla raccolta "porta a porta", una riduzione di produzione del 15%
è
garantita. Se infine, grazie al "porta a porta", si introduce un sistema
di
tariffazione puntuale (paghi quello che smaltisci), la riduzione può
superare il 20%.
Il resto d'Italia che aspetta?

Federico Valerio

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