[Forumlucca] Fw: Notiziario AAdP del 17.06.2006

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Auteur: Alessio Ciacci
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Sujet: [Forumlucca] Fw: Notiziario AAdP del 17.06.2006
Accademia Apuana della Pace
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Sent: Friday, June 16, 2006 11:00 PM
Subject: Notiziario AAdP del 17.06.2006




Accademia Apuana della Pace

Sito: www.aadp.it - Email: aadp@???

Sede provvisoria: presso A.V.A.A.,via Quercioli, 77 - 54100 MASSA

tel. 339 5829566 - fax 0585/792909- c.f. 92025160455

(ccb: Banca Etica - n. 116148)





Notiziario settimanale dell'AAdP del 17/06/2006





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S O M M A R I O

**** Evidenza

La nostra Costituzione, il nostro passato, il nostro futuro (Scalfaro Oscar Luigi)

Per la Costituzione: Appello di riviste di ispirazione cristiana (AA.VV.)

Vogliamo ancora poter dire "In nome del Popolo Italiano!" (Redoglia Nadia)

Perché nacque la nostra Repubblica (Redoglia Nadia)

Comunicato sul Referendum del nodo di Verona della Rete Lilliput (Rete Lilliput nodo di Verona)

Per noi il 2 Giugno e' difendere la costituzione (Comunicato di Pax Christi) (Pax Christi Italia)

Un'altra considerazione sul livello della politica attuale in Italia (Tondani Davide)

No, io voterò si... (Ferrari Michele)

Alcune precisazioni sulla replica di Ferrari (Buratti Gino)

**** Contributi e riflessioni

Lettera del Presidente del Comitato Consultivo per la Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta a Prodi (Consorti Pierluigi)

Transfair denuncia la piaga dello sfruttamento del lavoro nella produzione di articoli sportivi (Promiseland)

Il boicotaggio economico come nonviolenza (Galtung Johan)

La forza è l'opposto della violenza (Peyretti Enrico)

La politica della nonviolenza (Lugli Daniele)

Una lettera (Menapace Lidia)

Una lettera al presidente del consiglio (Valpiana Mao)

Nonviolenza e politica (Boato Marco)

Cosa proporre al nuovo governo? (Tullio Francesco)

**** Percorsi di formazione

L’altro da me (Scuola della Pace della Provincia di Lucca)

Convegno a Pisa - 11 settembre (Centro Gandhi di Pisa)

**** Siti segnalati

Rivista Raggio (AAdP)

**** iniziative segnalate (dal 17/06/2006 al 25/06/2006):



·        18/06/2006 (Massa) - Arte per la pace 1944 - 2006 (III° edizione). "I colori della pace" (Il Filo la Pietra la Fornace)


·        18/06/2006 (Massa) - Presentazione del libro "Lager italiani" di Marco Rovelli (prefazione di Erri De Luca e una postfazione di Moni Ovadia) - edizioni BUR - pagine 280 - 9,80 euri


·        19/06/2006 (Massa) - Il centrosinistra a Massa: analisi di un voto (Osservatorio Politico Amministrativo)


·        20/06/2006 (Massa) - Senato AAdP (aperto a quanti siano interessati) (Accademia Apuana della Pace)


·        23/06/2006 (Massa) - Arte per la pace 1944 - 2006 (III° edizione). "Costituzione e democrazia", dibattito con Don Andrea Gallo (Il Filo la Pietra la Fornace)


·        25/06/2006 (Massa) - Arte per la pace 1944 - 2006 (III° edizione). Concerto del gruppo "ApuaMater Indios Folk" (Il Filo la Pietra la Fornace)






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**** Evidenza



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La nostra Costituzione, il nostro passato, il nostro futuro (Scalfaro Oscar Luigi)

Riportiamo il discorso tenuto dal Presidente Emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro all'Università La Sapienza di Roma il 24 gennaio 2006.

Ringraziamo il Sen. Scalfaro, che speravamo poter riuscire a fare venire a Massa per un dibattito, per aver messo a disposizione questo intervento ed anche Stella Buratti, che ha tenuto i contatti con la segreteria del Sen. Scalfaro in questi mesi, permettendoci di avere il testo pubblicato.

(... continua ...)

Leggi tutto l'articolo sul sito ==>> www.aadp.it/documenti/2006/doc193.doc

(Fonte: AAdP)



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Per la Costituzione: Appello di riviste di ispirazione cristiana (AA.VV.)

Anche per i cristiani del nostro Paese si avvicina un momento di grande responsabilità.

Per la prima volta dal 1946 il potere costituente torna al popolo. La Costituzione che ci governa dal 1948 è stata ripudiata da una parte del mondo politico italiano e dalla maggioranza delle vecchie Camere, e sulla "Gazzetta Ufficiale" è stata già pubblicata la nuova Costituzione, che se non è ancora entrata in vigore è solo perché il popolo si è riservato il diritto di respingerla col "no" nel referendum convocato per il 25 e 26 giugno. Questa chiamata alle urne non è pertanto una prova elettorale come le altre; si tratta di un referendum assolutamente eccezionale in cui i cittadini, divenuti essi stessi costituenti, devono decidere di nuovo dell'identità e del futuro della Repubblica.

Ciò che fu stabilito dall'Assemblea Costituente nel 1947 è infatti oggi rimesso in questione. Allora confluirono in quella decisione le tre grandi culture del Paese, quella cattolica, quella comunista e socialista allora strettamente unite, e quella laico-liberale; ma l'incontro e la sintesi di quelle tre culture fu talmente felice che non un pezzo della Costituzione per ciascuna, ma l'intera Costituzione è risultata perfettamente coerente a ciascuna delle tre ispirazioni. Perciò essa, scritta (e sottoscritta) da tutti, è anche la Costituzione di tutti ed ha compiuto il miracolo di unificare l'Italia e di permetterle di passare dalla arretratezza alla modernità, dalla miseria diffusa alla diffusa abbondanza di beni pur nelle sussistenti disparità, dalla dittatura alla democrazia e dalla guerra a una lunga pace. Con essa la guerra fu ripudiata; le filosofie e le dottrine politiche che avevano fondato la società sulla ineguaglianza per natura degli esseri umani furono rigettate e sostituite da una antropologia della pari dignità umana, per costruire un ordinamento di giustizia e di pace.

Se la Costituzione è di tutti, i cristiani hanno delle particolari ragioni per rivendicarne i contenuti e difenderla. Non solo perché vi concorsero nel sacrificio che la precedette e nella elaborazione che ne fissò i principi e le norme nell'Assemblea Costituente, ma perché il patrimonio che vi è rappresentato evoca i più alti valori della vita cristiana: dal fondamento del lavoro su cui è stabilita la Repubblica alla centralità della parola che si esprime nel Parlamento, dal primato della pace alla conversione dei poteri in "funzioni" e servizi per il bene comune, dalla pacificazione con la Chiesa cattolica alla laicità e alla libertà religiosa. Nell'enciclica "Pacem in terris" di Giovanni XXIII la Costituzione, come carta dei diritti e regola dei rapporti tra cittadini e poteri pubblici fu celebrata come un "segno dei tempi", cioè come una delle conquiste storiche in cui costruzione umana e ordine voluto da Dio si parlano e si incontrano.

Se nella ordinaria vita politica i cristiani sono presenti e agiscono senza esibire la loro peculiare identità, vi sono circostanze che possono esigere un atteggiamento diverso. Quando, come in occasione di questo referendum, sono in gioco e per un lungo tempo futuro i fondamenti stessi e i valori supremi della convivenza civile, non c'è ragione per cui dei cristiani non debbano assumere a viso aperto le difese della Costituzione, impegnandovi tutta la loro responsabilità. Del resto, se nella storia del nostro Paese hanno svolto, in diverse forme, un ruolo di rilievo le tradizioni del cristianesimo democratico e del cristianesimo sociale, oggi sembra del tutto opportuno e necessario che emerga un'iniziativa di "cristiani per la Costituzione", per salvarla nel momento in cui è "aggredita".

Vero è che tale aggressione viene negata, perché quella che viene rimossa e sostituita dal testo di Calderoli e degli altri quadrunviri riunitisi a Lorenzago è solo la seconda parte della Costituzione, e quindi sarebbero fatti salvi i principi e i diritti fondamentali della prima. Ma le due parti della Costituzione sono speculari e necessarie l'una all'altra: la prima parte è una struttura a piramide rovesciata, avente al primo posto i diritti e i doveri del cittadino nella sua individualità, e poi via via del cittadino in rapporto alla famiglia e alla scuola, quindi in rapporto alla sfera economica e infine in rapporto a quella più ampia del mondo politico; la seconda parte, in base allo stesso schema, comincia col Parlamento, in corrispondenza al primo articolo proclamante la sovranità popolare, per svilupparsi poi nella definizione degli altri istituti in cui coerentemente doveva concretarsi l'organizzazione statale unitaria della società. In tal modo la seconda parte risulta attuazione, strumento e garanzia della prima.

Ora nella riforma promossa dalla Lega e varata da tutto il centrodestra sotto il nome riduttivo e fuorviante di "devolution", questo rapporto viene rotto. Il Parlamento è travolto, la vita della Camera è condizionata a quella del governo, la rappresentanza popolare è smembrata in una maggioranza dotata di tutti i poteri e una minoranza senza diritti, i cui voti nemmeno verrebbero contati nelle votazioni di "sfiducia costruttiva", l'unità nazionale che comporta pari opportunità per tutte le regioni è compromessa e gli istituti di garanzia sono snaturati e mortificati. In particolare il Presidente della Repubblica non avrebbe neanche il potere di salvare la Camera dallo scioglimento che il Primo Ministro potrebbe decretare in ogni momento mandando a casa i deputati a suo piacimento; verrebbe istituita la figura sovrana e incondizionata del capo del governo, vero padrone "determinante" della politica nazionale e del Paese intero.

Tutto ciò di cui si è discusso in queste settimane per l'attribuzione dei nuovi ruoli istituzionali e di governo, diverrebbe con la nuova Costituzione privo di senso, perché un solo potere personale sarebbe instaurato e garantito e nessuna vera opposizione potrebbe essere esercitata in corso di legislatura. L'identità dell'Italia e il suo ruolo nel mondo sarebbero decisi da una persona sola, e il popolo non potrebbe influirvi facendo valere le sue radici, la sua civiltà e la sua cultura.

La difesa della Costituzione vigente non vuol dire peraltro che singole sue disposizioni o istituti non possano essere modificati se necessario; ma in ogni caso deve essere salvaguardato il costituzionalismo interno e internazionale nelle sue acquisizioni irrinunciabili.

Perciò noi riteniamo che sia necessaria una forte mobilitazione dei cristiani contro questa riforma, anche attraverso la partecipazione a una grande manifestazione nazionale unitaria di tutto il fronte democratico per il "NO" al referendum del 25 giugno. E dopo il referendum pensiamo che debba restare alta l'attenzione dei credenti perché ai valori della Costituzione non sia inferta alcuna ferita, e perché l'amore della pace, dell'unità, della libertà e dei diritti torni sempre a rinascere.

 Firmano l'Appello: (in ordine alfabetico)     Adista (agenzia di informazione su religione e politica), Aggiornamenti Sociali (mensile dei gesuiti del Centro Culturale San Fedele - Milano), Appunti di Cultura e Politica (rivista dell'associazione "Città dell'Uomo"), Cem Mondialità (mensile di educazione interculturale dei Missionari Saveriani), Cercasi un fine (periodico di cultura e politica fondato da organizzazioni del volontariato pugliese), Club3 (mensile di attualità dei Religiosi Paolini), Confronti (mensile di dialogo interreligioso), Coscienza (mensile del Meic - Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale dell'Azione Cattolica), Gioventù Evangelica (trimestrale della Fgei - Federazione Giovanile Evangelica Italiana), GO - Gioventù Operaia (mensile della Gioc), Misna (Agenzia dei 4 Istituti Missionari: Comboniani, Saveriani, Pime e Missioni della Consolata), Il Dialogo (periodico politico-religioso irpino), Il Foglio (mensile di cristiani torinesi), Il Gallo (rivista di cristiani genovesi), Il Margine (mensile dell'associazione Oscar Romero), Il Tetto (bimestrale politico religioso fondato a Napoli nel 1964), Jesus (mensile di cultura e attualità religiosa dei Religiosi Paolini), Koinonia (rivista di formazione comunitaria cristiana promossa a Pistoia da Religiosi Domenicani e da laici), La Voce Alessandrina (settimanale della Diocesi di Alessandria), L'invito (trimestrale di cristiani trentini), Missione Oggi (mensile dei Missionari Saveriani), Missioni Consolata (rivista dei Missionari della Consolata in Italia), Mosaico di Pace (rivista mensile promossa dalla sezione italiana di Pax Christi), Mo.VI informazione (rivista del Movimento del Volontariato Italiano),  Narcomafie (Mensile del Gruppo Abele di Torino), Nigrizia (mensile dei Missionari Comboniani), Notiziario Cdb (periodico delle Comunità Cristiane di Base), Oreundici (rivista dell'associazione cristiana "Ore undici"), Politicamente (periodico dell'associazione cattolico-democratica "Agire politicamente"), Preti Operai (rivista dei preti operai italiani), Proposta educativa (rivista del Mieac - Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica), Qol (rivista di dialogo ebraico-cristiano), Ricerca (mensile della Fuci - Federazione Universitaria Cattolica Italiana), Riforma (settimanale delle Chiese Evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi), Rocca (quindicinale della "Pro Civitate Christiana" di Assisi), Segno (mensile di cultura e politica di laici e Religiosi Redentoristi di Palermo), Settimana (settimanale di attualità per operatori pastorali dei Religiosi Dehoniani), Tempi di Fraternità (mensile piemontese di cristiani di base), Testimonianze (rivista fondata da padre Ernesto Balducci), Viottoli (mensile della Comunità cristiana di base di Pinerolo), Vita pastorale (mensile per operatori pastorali dei Religiosi Paolini) 


(Fonte: Adista)



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Vogliamo ancora poter dire "In nome del Popolo Italiano!" (Redoglia Nadia)

C'è chi dice NO, ma sa spiegare anche il perché...

Solo il Parlamento rappresenta il Popolo, non il Governo che è solo espressione della maggioranza parlamentare. Il SI stravolgerebbe questo sacro e fondamentale principio.

Tra pochi giorni (il 25 di giugno) ricorrerà il sessantesimo anniversario dell'insediamento dell'Assemblea Costituente. Per una singolare coincidenza in quello stesso 25 giugno, sessant'anni dopo, gli Italiani saranno chiamati ad esprimere con il referendum un giudizio su una riforma costituzionale. Il popolo è chiamato ad esprimersi sulla possibilità che la Costituzione debba, o meno, essere modificata nel suo DNA.

È una severa responsabilità.

Essa fu costituita dai padri della Patria e il criterio adottato fu veramente quello del buon padre di famiglia.

Le generazioni che la fecero propria non hanno mai ritenuto di modificarla, pur ammettendo che qualche ritoccatina, qualche restyling per mantenerla al passo dei e coi tempi, potrebbe anche non guastare. Il suo articolo 138 è più che sufficiente per apportare qualche cambiamento. Non è indispensabile stravolgere la sua natura come verrebbe a farsi omologando la riforma "creata" da quattro esponenti della maggioranza passata.

Ma andiamo con ordine. Questo è il pensiero delle generazioni passate.

Che ne pensano ora i giovani italiani, quelli che proseguiranno la nostra storia, quelli ai quali ora viene proposto se continuare a cibarsi del frutto dei vecchi saggi, come hanno fatto i loro padri, o sostituirlo con altro cibo, che, allo stato delle riforme proposte, non possiede ancora prova organolettica? Abbiamo pensato dunque di intervistare uno di questi giovani. Ecco cosa ci ha insegnato.

(... continua ...)

Leggi tutto l'articolo sul sito ==>> http://italy.peacelink.org/editoriale/articles/art_16763.html

(Fonte: Sito Peacelink)



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Perché nacque la nostra Repubblica (Redoglia Nadia)

Miseria: ciò che la guerra ci lasciò in eredità.



Nobiltà: ciò che i nostri Padri utilizzarono per sfidare la miseria.



Che "la Costituzione è la legge fondamentale dello stato", lo sanno tutti. Ma cosa vuol dire legge fondamentale dello stato?

In parole povere sono le regole della nostra vita, democratica e civile.



Come si arriva alla Costituzione?

Bè, non è affatto una cosa scontata. Ogni organizzazione statale ha/ha sempre avuto una costituzione, intesa, in senso lato, come insieme di regole che sovrintende al suo funzionamento. Altro è, però, il concetto moderno di Costituzione, che si afferma a seguito del lunghissimo processo storico di transizione dallo stato assoluto allo stato democratico.

Ci si accorge gradualmente, e non certo in modo indolore, che conviene dividere l'unico potere statale già concentrato in un unico soggetto (il monarca) in tre sottopoteri: legislativo, esecutivo e giudiziario, affidati a soggetti diversi.

Al contempo la Costituzione assurge al ruolo di presidio della libertà e dei diritti dei cittadini: la suddivisione della Costituzione italiana in due parti (diritti e doveri dei cittadini, ordinamento della Repubblica) non è casuale ma ricalca proprio quest'impostazione. I due aspetti peraltro sono complementari: è evidente che nessuna vera garanzia per la persona può esistere in un sistema in cui un unico soggetto è al contempo legislatore, governatore e giudice.

(... continua ...)

Leggi tutto l'articolo sul sito ==>> http://italy.peacelink.org/sociale/articles/art_16785.html

(Fonte: Sito Peacelink)



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Comunicato sul Referendum del nodo di Verona della Rete Lilliput (Rete Lilliput nodo di Verona)

La Rete Lilliput di Verona, allarmata per la pericolosa proposta di revisione della Costituzione votata dalla passata maggioranza parlamentare, cosciente che tale revisione è più che altro una distruzione dei valori fondanti della nostra storia e della nostra comunità nazionale (proiettata verso l'Europa e le Nazioni Unite) perché mette a repentaglio l'unità sociale e politica dell'Italia e sconvolge le basi della democrazia italiana, dello stato di diritto e dello stato sociale, ritiene necessario mobilitarsi per fermare la proposta di alterazione radicale della Costituzione italiana e dell'ordinamento democratico, che si basa su una tale concentrazione del potere politico nella maggioranza, anzi nel governo, anzi nel suo capo (primo ministro), da annullare, di fatto, il ruolo del Parlamento e dei cittadini.



Intendiamo ribadire il valore della politica come partecipazione e cittadinanza attiva e sostenere progetti per la conoscenza della Costituzione e per la diffusione di percorsi di educazione alla legalità, alla democrazia e alla cittadinanza responsabile.

(Fonte: Rete Lilliput)



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Per noi il 2 Giugno e' difendere la costituzione (Comunicato di Pax Christi) (Pax Christi Italia)

Il 25 aprile 1945 l'Italia si liberava dal nazifascismo. Il momento di testimonianza, incontro e preghiera fatto a Monte Sole, luogo di un eccidio particolarmente efferato vuol sottolineare l'esigenza di continuare a pensare la storia dalla parte delle vittime. L'incontro con la comunità di Giuseppe Dossetti ci ha riconfermato l'esigenza di difendere la Costituzione, nata dal sangue e dal sacrificio di tantissimi come patto fondamentale di pace di tutto il popolo italiano, da ogni interesse di parte e dal rischio di deriva autoritaria dettata da un esasperato bisogno di governabilità che spesso cela solo un desiderio di potere. Il reale problema della governabilità non può mai essere a scapito della partecipazione attiva, piena, faticosa ma responsabilizzante di ogni persona e soggetto del nostro paese alla vita sociale e politica. Il pensiero corre al 25 giugno, giorno in cui gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sulle riforme costituzionali. Pax Christi ribadisce la volontà di dire "NO" a questa riforma costituzionale, che, tra l'altro, prevede lo smembramento dell'Italia, e che ha come conseguenza la crescita del divario fra nord e sud, ed un pericoloso e inaccettabile accentramento di potere nella persona del presidente del consiglio, che determinerebbe la politica del governo. Vorremmo rimanesse la Costituzione e la preoccupazione del bene comune a determinare la politica del paese.

(Montesole, 30 aprile 2006: comunicato stampa Assemblea Pax Christi Italia)

(... continua ...)

Leggi tutto l'articolo sul sito ==>> http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_16665.html

(Fonte: Pax Christi Italia)



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Un'altra considerazione sul livello della politica attuale in Italia (Tondani Davide)

Oltre all'affondamento della candidatura di Lidia Menapace alla commissione difesa del Senato, annoveriamo tra le "chicche" di questo inizio legislatura pure un generale in pensione che contesta il Presidente della Camera ai funerali del soldato caduto in Iraq.

Il livello a cui è sceso il nostro Stato si vede anche da queste cose. In un paese normale un generale non si permetterebbe mai di contestare il presidente dell'assemblea degli eletti del popolo. Proprio perchè egli svolge la sua funzione di ufficiale militare al servizio (anzi, a difesa) di quel popolo e secondo le scelte (qualsiasi esse siano) espresse tramite i suoi delegati democraticamente eletti, un generale non dovrebbe MAI essere protagonista di una contestazione politica. Qualcuno potrebbe obiettare (ma che brutta parola in questo contesto!) che il generale è in realtà in quiescenza. Poco importa: il rigore, la disciplina, la fedeltà non dovrebbero andare in pensione. Invece noto che nessuna voce si è alzata dai vertici militari per stigmatizzare l'accaduto. E neanche la consueta e soporifera "condanna ferma e unanime del mondo politico" si è fatta viva.

Mille indizi ci dicano che l'Italia non è un paese normale, per cui dovremmo rassegnarci, e forse è quello che in molti hanno fatto. Ma questo episodio è molto più grave di altri, perchè indica una straordinaria vicinanza ai paesi sudamericani degli anni '70-'80, a un qualcosa di già visto, a qualcosa di... cileno, per dare una definizione geograficamente più precisa. Con ansia attendo di essere smentito.

Davide

(Fonte: AAdP)



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No, io voterò si... (Ferrari Michele)

No, io voterò si, come spero che voteranno si tante altre persone !

Tutte questi vostri discorsi mi sembrano solo strumentalizzazione politica... Avrei voluto vedere se la riforma costituzionale fosse stata approvata a maggioranza assoluta dall'Unione..... Non si sarebbe mosso tutto sto casino ! Non vedo proprio dove sia il pericolo per la democrazia nel caso venga approvata la riforma costituzionale

Quel che più mi dispiace e' che una associazione denominata "Accademia della Pace" ( quale e' la pace che promuovete ??? ) si sia schierata in modo così spudorato come peraltro già aveva fatto poco prima delle elezioni politiche. E' scandaloso come non dite una sola parola contro tutte quelle iniziative che turbano la vera pace: cioè la pace tra Dio e l'uomo. Non una sola parola contro i pacs, contro la proposta di legalizzare le unioni omosessuali ( che da più parti viene avanzata nell'ambito della sinistra , contro la sperimentazione della pillola abortiva che incentiva la eliminazione di poveri bambini innocenti concepiti ). Siete capaci solo a criticare tutte le iniziative che vengano dal centro destra.



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Alcune precisazioni sulla replica di Ferrari (Buratti Gino)



Permettetemi, in merito alla nota di Michele Ferrari, di fare alcune precisazioni:



  1.. Ferrari Michele ha replicato al mio invio, fatto a titolo personale (quindi senza coinvolgere l’AAdP), di materiale relativo ad iniziative legate al prossimo referendum del 25 e 26 giugno 2006, che persone/associazioni iscritte all’Accademia ci avevano fatto avere con preghiera di diffonderle. 
            Pur ritenendo personalmente che i contributi pervenuti dalle persone/associazioni iscritte all’Accademia debba essere sempre ospitato nei notiziari che l’AAdP invia, ho scelto, per evitare fraintendimenti, di spedire questo materiale a titolo personale, in una mail che non contenesse nessun logo dell’AAdP.


            Purtroppo, il sistema “monopolistico” di alcuni provider (nel mio caso la tin.it-virgilio.it) mi impedisce, utilizzando il programma di posta elettronica outlook, di inviare la posta da account diversi da quelli forniti da loro (in questo caso quello dell’accademia aadp@???), per cui sono costretto ad inviare le comunicazioni dell’AAdP utilizzando il mio indirizzo di posta elettronica, che però non è “quello ufficiale dell’AAdP”.


            Per evitare ulteriori disguidi per adesso ho creato un indirizzo di posta elettronica specifico per i notiziari (notiziario_aadp@???), da cui provvederò ad inviarli, in modo che risulti bene la distinzione tra le comunicazioni dell’AAdP e quelle mie personali.




Premesso questo, faccio alcune considerazioni relative all’AAdP, nella speranza che si possa anche avviare un dibattito più ampio:



2.. Debbo smentire il Sig. Ferrari, perché l’AAdP in vista del Referendum non ha assunto una posizione ufficiale (personalmente io invece condividevo la scelta che ci dovessimo schierare, ma il Senato e il Tavolo delle Associazioni ha preferito fare la scelta di svolgere puramente un ruolo di informazione seria), così come in occasione delle ultime elezioni politiche non ha preso nessuna “spudorata” posizione in merito ai due schieramenti, ricevendo anche critiche considerevoli per non avere svolto questa scelta di campo. Abbiamo ospitato articoli e contributi di persone che abitano l’esperienza plurale dei movimenti nonviolenti, offerto collegamenti a siti che permettessero una documentazione.
Per fare questa ricerca abbiamo visitato anche i siti della Lega, di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e dell’U.D.C., trovando, confesso, un po’ di propaganda e poco materiale informativo.

            In ogni caso, senza ridurre tutto ad un semplice schieramento di campo, tengo a precisare che pace e nonviolenza non sono concetti astratti e neutrali, che possono essere abitati da chiunque, comportano scelte precise e nette, che si radicano nelle contraddizioni e nelle cause sociali – economiche – politiche che determinano le situazioni di ingiustizia e di disuguaglianza.


  3.. Per quanto concerne il fatto che secondo il Sig. Ferrari non diciamo niente su tutte quelle iniziative che turbano “la vera pace: cioè la pace tra Dio e l’uomo”, non permettendomi di entrare nella profondità della dimensione di fede e religiosa, sottolineo solo come la “pace e la nonviolenza” non possano essere ricondotti esclusivamente alle esperienze di fede, ma abbiano una loro dignità di esistere in esperienze non necessariamente di fede, tanto che la stessa AAdP è formata da persone/associazioni credenti (cattoliche, valdesi, mussulmane, protestanti...) e da persone/associazioni non credenti (non uso il termine laico perché questo, vissuto pienamente, è proprio degli uni e degli altri), spesso con storie e percorsi politici e culturali profondamente diversi, ma che riescono a lavorare insieme, contagiandosi reciprocamente. 
  4.. Per quanto riguarda, infine, il fatto che siamo una realtà faziosa, capace di criticare solo “le iniziative del centrodestra” rimanendo totalmente accondiscendenti verso l’Unione, credo proprio che basti leggere i nostri notiziari e visitare le pagine del sito per capire come la nostra ricerca sia finalizzata a stimolare in ciascuno di noi un forte senso critico. Abbiamo ospitato, anche recentemente (vedi ad es. l’esperienza della Commissione Difesa al Senato), contributi fortemente critici su certo modo di fare politica (anche del centrosinistra), tanto che abbiamo aperto sul sito anche alcuni forums sull’agire politico e la costituzione, nel quale, tra l’altro, ha scritto anche una persone che si è definito fascista, ed abbiamo ospitato il suo intervento, come il suo, senza censure. 
            Certamente la politica praticata dal centrodestra in Italia ha tutelato gli interessi dei poteri forti, causando ulteriore discriminazione e ingiustizia, questa è una valutazione che alcuni di noi hanno fatto e sulla quale si misurano, per cui non potevamo non essere critici nei confronti di certe politiche.


            Sicuramente molti di noi sono vicini alle forze del centrosinistra o della sinistra, ma sempre cercando di praticare quel senso critico che è l’unica condizione per essere cittadini attivi e non integralisti, cultura quest’ultima sempre più diffusa e causa di tanti danni nella convivenza quotidiana ed internazionale.




Buratti Gino





**** Contributi e riflessioni



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Lettera del Presidente del Comitato Consultivo per la Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta a Prodi (Consorti Pierluigi)

Roma, l’8 giugno 2006



Comitato di consulenza per la

difesa civile non armata e nonviolenta



Il Presidente

Prof. Pierluigi Consorti



Lettera aperta al Presidente del Consiglio, Onorevole Romano Prodi



Onorevole Presidente,

            desidero comunicarLe la mia personale preoccupazione circa la scelta relativa al trasferimento delle competenze relative al Servizio civile nazionale a vantaggio del nuovo Ministero per la solidarietà sociale. Immagino che non sia stato sufficientemente valutato che il Servizio civile nazionale costituisce principalmente una forma di difesa della Patria alternativa a quella militare, come previsto dalle leggi in materia e confermato dalla giurisprudenza della Corte costituzionale. 




Inoltre, temo che questa scelta possa provocare la soppressione del Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta (Dcnan) - istituito con Dpcm del 18.2.2004 in applicazione dell’art. 8 della legge 230 del 1998 -, che al contrario avevo modo di credere che il Governo da Lei presieduto avrebbe incoraggiato e rafforzato. Il Comitato ha faticosamente lavorato per rendere sempre maggiore la consapevolezza del ruolo del servizio civile nazionale come strumento di ripudio della guerra e costruzione della pace, prima ancora che quale strumento di solidarietà sociale.



            In sostanza, credo che un atto sostanzialmente amministrativo possa assumere un indiretto valore politico, col risultato di mettere la sordina allo sforzo di istituzionalizzazione delle forme di difesa non armata e nonviolenta.




            La prego pertanto di tornare sulla decisione assunta, osando il coraggio di sostenere la pratica del servizio civile, finora considerata una sorta di "Cenerentola del Terzo settore".




            La ringrazio per l’attenzione, confermandoLe la disponibilità a lavorare sui temi della costruzione della pace attraverso strumenti nonviolenti. 




             Spero di avere occasione di incontrarLa per eventualmente metterla al corrente del lavoro fin qui svolto,




Con i migliori saluti.

                                                                                      IL PRESIDENTE


                                                                                   Prof. Pierluigi Consorti


(Fonte: Schenone Carlo)



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Transfair denuncia la piaga dello sfruttamento del lavoro nella produzione di articoli sportivi (Promiseland)

L'organizzazione di certificazione del commercio equo e solidale denuncia la piaga dello sfruttamento del lavoro dietro la produzione di articoli sportivi e alla vigilia dell'appuntamento sportivo più atteso da tutto il mondo, Fairtrade TransFair lancia un appello affinché l'attenzione si soffermi anche sulle condizioni di vita dei lavoratori che producono articoli sportivi, attraverso la campagna "Diritti in gioco", promossa insieme a Commercio Alternativo ed Associazione Botteghe del Mondo.

Lo sfruttamento del lavoro è ancora un problema a Sialkot, in Pakistan, capitale mondiale della produzione di palloni da calcio. La forte pressione a livello internazionale in seguito alla scoperta della piaga del lavoro minorile, proprio alla vigilia dei campionati del mondo del 1998, ha portato alla riduzione del fenomeno ma non alla rimozione delle sue cause (stipendi da miseria per gli adulti che costringevano i bambini a lavorare per garantire la sopravvivenza delle famiglie).

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(Fonte: Promiseland News)



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Il boicotaggio economico come nonviolenza (Galtung Johan)

Si parla molto di boicottare i prodotti USA in tutto il mondo, e, specialmente in Germania e in Francia, si ha l'impressione che la gente sia molto meno incline ad acquistare prodotti USA dopo l'invasione illegale dell'Iraq. Può essere interessante osservare che non si parla di boicottare prodotti inglesi o britannici, ma se ne parla invece spesso a proposito di Israele. Lo sfondo a cui si può fare riferimento è costituito dall'azione coronata da successo contro il regime di apartheid nella Repubblica sudafricana, contro la Shell tedesca nel Mare del Nord, e contro gli esperimenti nucleari francesi in Polinesia; tutti episodi che hanno fatto parte dello scenario politico degli anni Novanta. C'è tutto lo spazio che si vuole per una reviviscenza di queste iniziative!

Ci sono molte dimensioni e fattori di cui bisogna tener conto; ne darò qui qualche esempio.

Un boicottaggio COMPLETO dovrebbe coprire tutti i BENI DI CONSUMO di produzione USA, dai film al complesso COCA COLA - MC DONALD all'automobile e ai combustibili; i BENI CAPITALI di ogni genere, e in particolare gli strumenti e le attrezzature militari, i BENI FINANZIARI come i dollari, usando l'euro, lo yen ecc. per indicare i prezzi, per i contratti, per il turismo, evitando anche di servirsi delle società di carte di credito americane, e sbarazzandosi delle obbligazioni e delle azioni USA, chiedendo che i governi non le acquistino e che le imprese si dissocino dalle ditte USA, a cominciare dalle società più reprensibili da questo punto di vista. Un boicottaggio PARZIALE dovrebbe concentrarsi su qualunque assortimento o sottogruppo delle voci sopra indicate (1).

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(Fonte: Centro Studi Sereno Regis)



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La forza è l'opposto della violenza (Peyretti Enrico)

- Forza e Violenza, lungi dall'essere sinonimi, designano qualità ed azioni umane tra loro opposte. Però ci sono punti di contatto e di confusione, zone di sfumata sovrapposizione, nella realtà e specialmente nel linguaggio. Provo ad argomentare (in modo breve, iniziale) questa tesi, la Forza è l'opposto della Violenza, grato a chi vorrà valutare gli argomenti, criticarli, svilupparli.

La Forza costruisce, la Violenza distrugge. La Forza è vitale, la Violenza è mortale. La Forza è del malato, la Violenza della malattia

(... continua ...)

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(Fonte: Centro Studi Sereno Regis)



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La politica della nonviolenza (Lugli Daniele)

(Fonte: "la nonviolenza è in cammino", n. 1317 del 5 giugno 2006)



Ci sono due desideri collettivi che caratterizzano questi anni: la voglia di impero e la voglia di comunità.

Della prima ci parla l'inizio veramente folgorante del libro di Fabio Mini (La guerra dopo la guerra). La voglia di impero, o si potrebbe dire la smania di impero, è il fenomeno che caratterizza quest'avvio del terzo millennio. Sembra quasi che l'esperimento della democrazia popolare dopo meno di un secolo stia scivolando all'indietro verso un nuovo sistema imperiale.

Almeno parallela cresce un'altra voglia, quasi una smania, di comunità, la nostalgia di una comunità che non abbiamo in verità mai conosciuto. Scrive Zigmunt Bauman (Voglia di Comunità,): La comunità ci manca perché ci manca la sicurezza, elemento fondamentale per una vita felice che il mondo di oggi è sempre meno in grado di offrirci e sempre più riluttante a promettere.

Ma la comunità resta pervicacemente assente, ci sfugge costantemente di mano o continua a disintegrarsi, perché la direzione in cui questo mondo ci sospinge nel tentativo di realizzare il nostro sogno di una vita sicura non ci avvicina affatto a tale meta...

La voglia di sentirsi in quella comunione profonda diventa ricerca di un legame collettivo, potremmo quasi dire un legame "purché sia", anche inventato. Il che sarebbe in sé abbastanza ridicolo se non avesse elementi preoccupanti, che emergono in luoghi non poi così lontani da noi, con esiti cruenti. È la ricerca di un'appartenenza che ci sorregga nella distinzione da chi è diverso da noi perché sta oltre un certo confine, definito per stile di vita, gruppo etnico o religioso, o semplicemente una distinzione funzionale a rivendicare il nostro privilegio.

La smania di impero e di comunità sono entrambi modi di rifiutare la politica, la democrazia, la ricerca faticosa della costruzione di una convivenza, che non è regalata.

(... continua ...)

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(Fonte: La nonviolenza è in cammino, n. 1317 del 5 giugno 2006)



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Una lettera (Menapace Lidia)

Carissima Nella,

sono venuta volentieri alla manifestazione del 2 giugno a Roma e mi pare che sia anche abbastanza riuscita. Però mi preoccupo del carattere sempre più "interno" delle espressioni del movimento e anche mi spiace un pò di essere "convocata" come parlamentare su una piattaforma che non ho minimamente cooperato a costruire.

La mia intenzione era ed è di proporre altre modalità per la festa della repubblica, ragionando sulla sua "ragione sociale", che è quella di "repubblica democratica fondata sul lavoro". Il lavoro viene celebrato il primo maggio e propongo che - se i sindacati sono d'accordo - il 1 maggio sia solenne come il 2 giugno, ma per l'appunto celebrato senza niente di militare, per ricordare la storia nonviolenta del movimento operaio.

Il 2 giugno non può essere "usurpato" dalle Forze armate che hanno già la loro festa il 4 novembre (che peraltro dovrebbe essere piuttosto giorno di lutto: ricordando l'"inutile strage" della prima guerra mondiale); ricevere l'invito alla sfilata militare dal ministro della Difesa, che il 2 giugno è dunque il più potente personaggio dello stato che "convoca" presidente della Repubblica, del Senato, della Camera e del Governo, cioè la prima seconda terza e quarta autorità dello stato, è uno sbrego dell'etichetta e del simbolico che rasenta la rappresentazione di un colpo di stato, e ha un aspetto tanto poco egualitario da essere insopportabile, il trionfo della gerarchia! una cosa da monarchia, non da repubblica...

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(Fonte: La nonviolenza è in cammino, n. 1317 del 5 giugno 2006)



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Una lettera al presidente del consiglio (Valpiana Mao)

(Fonte: "la nonviolenza è in cammino", n. 1318 del 6 giugno 2006)



Leggo su "il Messaggero" del 4 giugno 2006 un articolo di Fabrizio Rizzi a colloquio con il presidente del Consiglio dopo le polemiche sul 2 giugno.

Nell'articolo trovo scritto: "'Non capisco perché la pace e gli uomini in divisa non debbano andare d'accordo'. Il premier, Romano Prodi, risponde così, in un colloquio con 'Il Messaggero', alle critiche del fronte pacifista seguite alla parata militare del 2 Giugno ai Fori imperiali. Il Professore trascorre un week-end in famiglia, è sereno, ha il tono pacato.

"Questi uomini che hanno sfilato sono quelli che difendono e tutelano la pace. Non c'è alcuna contraddizione sul valore della pace e della libertà di tutti. Questo è quanto pensa il governo che così interpreta in maniera autentica lo spirito dell'articolo 11 della Costituzione. La pace è il fondamento della nostra Carta. Ed è l'obiettivo primario per l'Italia. Sono proprio gli uomini in divisa, che ne sono custodi, a vegliare su di essa in Italia e all'estero".

(... continua ...)

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(Fonte: La nonviolenza è in cammino, n. 1318 del 6 giugno 2006)



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Nonviolenza e politica (Boato Marco)

(Fonte: "la nonviolenza è in cammino", n. 1318 del 6 giugno 2006)



Mi sono avvicinato alla nonviolenza dal 1972, quando, a 25 anni, ho cominciato a capire, durante un convegno nazionale semi-clandestino di Lotta Continua a Rimini, il suicidio umano e culturale della prospettiva della "guerra di popolo", tipo Irlanda del Nord (Ira) o Paesi Baschi (Eta), che veniva proposta con sempre maggior insistenza da una buona parte del gruppo dirigente, forzando in senso insurrezionalista la lettura delle lotte di quegli anni (dai cortei della Fiat del '69, alle barricate delle imprese d'appalto di Marghera del '70, alle lotte dei carcerati e dei soldati, fino ai moti per Reggio Calabria capoluogo di regione). Così Lotta Continua tendeva ad assumere (ma per fortuna si è sciolta prima) i connotati di un partitino leninista, gerarchizzato, con un "servizio d'ordine" numeroso ed aggressivo, tradendo l'ispirazione anti-autoritaria e spontaneista (alla Rosa Luxemburg) con cui l'avevamo costruita anche a Venezia e Marghera nell'autunno del 1969.

(... continua ...)

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(Fonte: La nonviolenza è in cammino, n. 1318 del 6 giugno 2006)



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Cosa proporre al nuovo governo? (Tullio Francesco)

Prodi ha riaffermato nel suo ultimo discorso ai parlamentari del centrosinistra del Parlamento Europeo, il 1° febbraio 2006, quanto scritto nel programma dell’Unione: «Sosteniamo poi con forza il coinvolgimento dell'Europa nella prevenzione e nella gestione delle crisi, anche attraverso forme di cooperazione rafforzata che possono servire da modello per eventuali Stati europei che inizialmente non volessero, o potessero, accedere. In questa ottica, ci battiamo per la costituzione a livello europeo di un corpo civile di pace, i cosiddetti caschi bianchi, in grado di intervenire nelle aree di sofferenza e conflitto con gli strumenti del dialogo, dell’interposizione non violenta, della diplomazia e della mediazione». Abbiamo dato un significativo contributo a far inserire il progetto di realizzazione dei Corpi Civili di Pace nel programma dell’Unione. Riteniamo che sarà segno di correttezza se il governo vorrà coinvolgerci ora nella loro realizzazione. Ma intanto dobbiamo andare avanti con le nostre forze e con molte difficoltà. [...]

(... continua ...)

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(Fonte: Centro Studi Difesa Civile)



**** Percorsi di formazione



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L’altro da me (Scuola della Pace della Provincia di Lucca)

Segnaliamo la quarta edizione del Seminario di formazione per giovani da 16 a 24 anni, quest'anno dedicato al tema "L'altro da me". Per maggiori informazioni o per iscrizioni potete rivolgervi alla Scuola per la Pace (tel. 0583 433452, fax 0583 433450, email: scuolapace@??? ).

Le iscrizioni sono aperte fino al 30 giugno.

(... continua ...)

Leggi tutto l'articolo sul sito ==>> www.provincia.lucca.it/scuolapace/incontri_dettagli.asp?id=57

(Fonte: Scuola per la Pace Provincia di Lucca)



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Convegno a Pisa - 11 settembre (Centro Gandhi di Pisa)

L'11 settembre 1906 si svolgeva nel vecchio Teatro Imperiale di Johannesburg, convocata dal giovane avvocato Gandhi, una grande assemblea degli Indiani immigrati in Sud Africa. Essi decidevano di intraprendere una campagna di lotta e di disobbedienza civile contro leggi discriminatorie ed umilianti. Successivamente il Mahatma Gandhi riconobbe in quell'evento l'atto di nascita del Satyagraha, cioè di un modo nuovo di lottare che sostituisce alla forza fisica il ricorso a una Forza più grande, che nasce dall'amore per gli altri e per la Verità.



Nell'avvicinarsi del centenario di quello storico evento, il Centro Gandhi di Pisa e i Quaderni Satyagraha vogliono avviare una riflessione e una ricerca comune che indichino i percorsi attuali e ininterrotti del Satyagraha di Gandhi. Di fronte alla grande confusione semantica e politica, all'uso spesso strumentale del termine "nonviolenza" e della stessa immagine di Gandhi, vogliamo ribadire che la sua nonviolenza non è passività, negatività, o scelta del male minore; è invece obiezione di coscienza alle strutture di dominio e scelta rivoluzionaria di trasformazione sociale per costruire il potere di tutti (la cosiddetta omnicrazia di Aldo Capitini) a partire dai piccoli gruppi.



Il mondo della politica sembra oggi ipnotizzato, incapace di rompere gli schemi retorici che tengono prigioniere le menti. L'abbattimento del muro di Berlino e la riunificazione europea attraverso l'azione nonviolenta dei popoli non è servita a immaginare un ruolo per l'Europa al di fuori delle ambizioni di "grande" potenza economica e militare. Adottando pratiche discriminatorie verso i migranti e accodandosi al richiamo di una "guerra di civiltà" il nostro sistema politico nasconde in realtà un'aggressione neocoloniale di sfruttamento dei paesi del Sud del mondo.



Su tutte le questioni cruciali della pace e della guerra, la lotta Satyagraha indica una via di uscita radicale e globale, che va cioè alla radice dei problemi angoscianti e dei conflitti apparentemente irrisolvibili della modernità, rovesciando i modelli politici ed economici dominanti, costruendo alternative realistiche all'imperialismo economico e alla politica di aggressione militare, scegliendo nuovi stili di vita e un nuovo modello di sviluppo. Questo percorso non può prescindere dalla cooperazione con i movimenti indigeni degli altri continenti, che ci suggeriscono la possibilità di cambiare il mondo senza ricreare strutture di dominio, tessendo reti internazionali di cittadinanza attiva che valorizzino le identità locali.



Durante tre giorni di studio con tavole rotonde e intense discussioni, dalla sera dell'8 settembre all'11 settembre 2006, vogliamo ricordare un evento che non ha dato inizio alla strategia del terrore e della guerra preventiva, ma a un metodo rivoluzionario e nonviolento di liberazione sociale. Al termine del laboratorio di discussione, che si terrà in una struttura residenziale sul mare, ci sposteremo il giorno 11 settembre a Pisa per un evento pubblico di celebrazione del centenario e presentazione della via gandhiana alla pace e alla giustizia.

A tal fine convochiamo le amiche e gli amici italiani della nonviolenza, i lettori e gli abbonati ai Quaderni Satyagraha per ridefinire un programma attuale per la rivoluzione nonviolenta sui temi cruciali dell'organizzazione del potere dal basso, dell'economia solidale e della parsimonia, della ridefinizione del rapporto pace-giustizia, del servizio civile e della difesa popolare nonviolenta, degli interventi civili e non-armati nelle situazioni di crisi, del disarmo atomico, della critica alla scienza dominante, della definizione di una bioetica, della laicità e della riforma di religione.

(... continua ...)

Leggi tutto l'articolo sul sito ==>> www.aadp.it/corsi/2006/doc192.rtf

(Fonte: Centro Gandhi di Pisa)



**** Siti segnalati



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Rivista Raggio (AAdP)

Fatti, problemi, linee della missione.

La rivista delle suore missionarie Comboniane... In questo numero diversi contributi tra cui "il volto materno dell'Africa..."

link: www.rivistaraggio.org

(Fonte: www.rivistaraggio.org )



**** iniziative segnalate (dal 17/06/2006 al 25/06/2006):





Domenica 18/06/2006



1) Alle ore 16:00 a Massa - Loc. Forno - Ex Filanda

Arte per la pace 1944 - 2006 (III° edizione). "I colori della pace"



Giornata creativa con i bambini.

Organizzato da: Il Filo la Pietra la Fornace

Informazioni: (0585 - 831243)

Link: www.aadp.it/iniziative/2006/doc190.pdf





2) Alle ore 21:00 a Massa - Via Bastione

Presentazione del libro "Lager italiani" di Marco Rovelli (prefazione di Erri De Luca e una postfazione di Moni Ovadia) - edizioni BUR - pagine 280 - 9,80 euri



Interverranno, oltre all'autore, Ovidio Bompressi e Roberta Fantozzi.

Nel libro i CPT vengono raccontati attraverso gli occhi delle persone che hanno avuto la sventura di finirci dentro. E più di una disamina giuridica o storica, è la concretezza delle storie di persone in carne e ossa, di vite sospese e negate, a documentare come il CPT sia un abominio da cancellare.



Per un anno ho incontrato persone che sono passate dalla detenzione nei CPT, e ne ho riscritto le storie cercando di restituire il loro sguardo, con una scrittura fortemente narrativa. L’intendimento è stato quello di raccontare il CPT - un non-luogo - nel suo esser-transito di non-persone, ognuna delle quali ha una storia dietro, una storia che lì, in quel gorgo, viene rimossa, e pure affiora proprio in quanto rimosso.

Ho cercato di scrivere "all’altezza degli occhi".

Nella seconda parte del libro si traccia invece il profilo giuridico dei CPT, la storia della recente legislazione sull’immigrazione, la genealogia dei centri, la loro dislocazione, una panoramica centro per centro, le principali violazioni dei diritti riscontrate.



Martedì 20/06/2006



4) Alle ore 21:00 a Massa - c/o Centro di Ascolto - p.za Quercioli 77

Senato AAdP (aperto a quanti siano interessati)



o.d.g.:

- spunti di riflessioni emersi dalla Tavola delle Associazioni del 13 giugno u.s.

- attività delle associazioni

Organizzato da: Accademia Apuana della Pace

Informazioni: aadp@??? (339-5829566)





Venerdì 23/06/2006



3) Alle ore 18:00 a Massa - Loc. Forno - p.za San Vittorio

Arte per la pace 1944 - 2006 (III° edizione). "Costituzione e democrazia", dibattito con Don Andrea Gallo



Giornata creativa con i bambini.

Organizzato da: Il Filo la Pietra la Fornace

Informazioni: (0585 - 831243)

Link: www.aadp.it/iniziative/2006/doc190.pdf







Domenica 25/06/2006



4) Alle ore 21:00 a Massa - Loc. Forno - ex Filanda

Arte per la pace 1944 - 2006 (III° edizione). Concerto del gruppo "ApuaMater Indios Folk"



Giornata creativa con i bambini.

Organizzato da: Il Filo la Pietra la Fornace

Informazioni: (0585 - 831243)

Link: www.aadp.it/iniziative/2006/doc190.pdf





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E’ possibile consultare gli Indici degli articoli del 2005 (pubblicati sul sito dell’Accademia: www.aadp.it)



Il presente notiziario settimanale, oltre ad essere un servizio di informazione sulle diverse iniziative promosse dalle associazioni, è anche uno spazio aperto per condividere pensieri, documenti, riflessioni, proposte, ma anche suggerimenti di letture, recensioni… sui temi della pace, della nonviolenza, della giustizia, della solidarietà, dei diritti…: chiunque voglia dare il proprio contributo deve solo farlo pervenire all’AAdP chiedendone la pubblicazione sul notiziario.

Le iniziative in programma, che devono essere pubblicate, è necessario che siano comunicate entro il venerdì della settimana precedente nella quale si svolgono.

I notiziari settimanali sono pubblicati anche sul sito dell’AAdP, www.aadp.it, nel quale potete trovare molti articoli e documenti.

Se invece non volete più ricevere il presente notiziario, siete pregati di comunicarcelo chiedendo la cancellazione dalla mailing list (aadp@???).

































































Accademia Apuana
della Pace – Iscrizione Registro Regionale/Articolazione Provinciale n. 129

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n. 116148 intestato ad Accademia Apuana della Pace – Banca Popolare Etica – abi: 05018 – cab: 12100