[NuovoLab] Re: governo pacifista?

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Autore: cons.maccio
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To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] Re: governo pacifista?

In relazione a quanto scrivono Norma Bertullacelli, Marina Criscuoli, Franco Fuselli, Graziella Gaggero e Giancarlo Giovine, credo di far cosa utile inviando qui sotto il testo dell'Ordine del giorno presentato ieri, a Roma, nel corso del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, dagli esponenti delle minoranze Salvatore Cannavò ("Sinistra Critica") e Claudio Grassi ("Essere Comunisti"), su cui ho ovviamente votato a favore, ma che è purtroppo stato respinto con 57 voti a favore e 100 contrari.
Credo, però, che la battaglia debba continuare (anche dentro, per quanto riguarda me e tanti altri/e compagni/e, il PRC), soprattutto con la mobilitazione da parte di ogni istanza del movimento contro la guerra.

Ciao a tutti/e.

Aurelio Macciò.



Ordine del giorno presentato al Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista del 17 giugno

da Salvatore Cannavò e Claudio Grassi

respinto con 57 voti a favore e 100 contrari


Il governo si appresta a varare il ritiro dei soldati italiani dall’Iraq. E’ una scelta importante in sintonia con le aspettative del popolo pacifista che ha contribuito alla vittoria dell’Unione. Tuttavia il rispetto di quelle aspettative esigerebbe una maggiore chiarezza e determinazione nelle operazioni di rientro che vanno al più presto calendarizzate in condizioni di sicurezza per i soldati italiani ma in tempi rapidi.
Altrettanta sintonia non sembra essersi finora registrata per quanto riguarda l’Afghanistan. In Afghanistan le truppe italiane sono infatti collocate in un chiaro contesto di guerra che tenderà inesorabilmente ad aggravarsi per effetto della decisione Nato di aumentare le truppe e di estendere la propria azione al sud del paese con l’obiettivo di alleggerire la presenza dei soldati Usa inquadrati nella missione Enduring Freedom. L’Afghanistan rappresenta la prima scelta di guerra del governo Berlusconi nell’ambito della guerra globale preventiva inaugurata dall’amministrazione Bush. Una strategia che non ha diminuito i rischi di terrorismo ma semmai li ha aggravati contribuendo a destabilizzare ulteriormente il pianeta.
Per queste ragioni l’Italia non può e non deve partecipare a quella missione. Il PRC non può che ribadire la propria coerente posizione, assunta negli ultimi cinque anni, e che chiede il ritiro dei soldati italiani dall’Afghanistan. Per questo Rifondazione comunista non può votare il rifinanziamento di quella missione. L’Unione e il governo Prodi dovrebbero prendere atto di questa posizione limpida e operare per un’inversione di rotta delle proprie priorità e linee strategiche in sintonia con quell’articolo 11 della Costituzione, inscritto nel programma di governo e che ribadisce con chiarezza che l’Italia ripudia la guerra.


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