Inceneritori e rigassificatori, la richiesta di moratoria sulla scrivania di ProdiLa rete nazionale contro i grandi impianti energetici a combustibili fossili e gli impianti di incenerimento ha presentato la proposta anche ai presidenti delle due Camere
ROMA. Ci sono le firme di parlamentari, accademici, avvocati e ambientalisti, sotto l’appello che chiede ai presidenti della Camera e del Senato e al presidente del Consiglio dei ministri, una moratoria nazionale sulla «localizzazione o messa in attività degli impianti energetici a combustibili fossili e degli impianti di incenerimento». Che tradotto in parole più semplici significa stop a termovalorizzatori e a rigassificatori.
L’appello è stato promosso dalla ´Rete nazionale contro i grandi impianti´ e il dibattito, incentrato principalmente sul ddl Bersani e in particolare su quella parte che riguarda gli «incentivi e gli sgravi fiscali ai comuni che accetteranno sul proprio territorio la localizzazione di rigassificatori e/o linee enettriche», è stato animato dagli interventi di Tommaso Sodano, presidente della Commissione ambiente del Senato, Paolo Cacciari, commissione ambiente della Camera], e da due rappresentanti dei comitati toscani, il fisico Massimo De Santi e la giornalista Beatrice Bardelli.
«L´appello - ha spiegato il senatore Tommaso Sodano - individua la necessità di redigere un piano energetico nazionale sostenibile sul piano sanitario, ambientale ed economico che tenga conto dell´esigenza di far uscire il paese dall´uso di combustibili fossili, attivare programmi di riconversione energetica, introdurre fonti rinnovabili, escludere in modo netto qualsiasi ritorno all´energia nucleare».
La critica è all´articolo 4 dello schema del ddl Bersani sull´energia che prevede incentivi per "favorire nuove infrastrutture di trasporto, di stoccaggio di gas naturale o di importazione di energia elettrica o gas naturale dichiarate di interesse nazionale".
«Questi incentivi locali - ha afferma Paolo Cacciari - sono una mercificazione del consenso. Il ddl Bersani sembra più una proposta di legge per sbloccare i rigassificatori. Sotto c´e´ una logica esclusivamente economicistica, l´obiettivo e´ quello di abbassare il prezzo del gas facendo concorrenza ai rifornitori storici».
L´appello presentato chiede anche al Governo e al Parlamento che si facciano carico di una serie di «esigenze improcastinabili». Si parla dell´uscita del «paese dall´uso di combustibili fossili», dell´attivazione di programmi di «efficienza energetica degli impianti di produzione e trasporto dell´energia»; dell´introduzione delle fonti energetiche rinnovabili e anche dell´esclusione «in modo netto di qualsiasi ritorno all´energia nucleare».
«Il nostro obiettivo - ha spiegato Ciro Pesacane, presidente nazionale Forum Ambientalista - è anche quello di raccogliere 1 milione di firme, che saranno consegnate ai presidenti di Camera e Senato, per presentare la moratoria».
Alla conferenza stampa hanno partecipato diversi comitati territoriali, tra cui, il Comitato Livorno-Pisa contro il rigassificatore off-shore, il Comitato No coke Alto Lazio, il Comitato Malagrotta-Roma, i Comitati per la difesa del Delta del Po e quello per la salvaguardia del Golfo di Trieste.
Tra i primi firamatari dell´appello: Carta, Alex Zanotelli, Roberto Musacchio, Maurizio Acerbo, Monica Sgherri, Ciro Pesacane, Paolo Cacciari, Beatrice Bardelli, Maurizio Marchi, Francesco Martone, Nicola Cipolla.