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delle associazioni
dal mercantile di lunedi 11 giugno 2006
La nuova tariffa sui rifiuti
Tia: 280 mila bollettini in arrivo alle famiglie. Pagamenti entro luglio
L'assessore Tiezzi all'Osservatorio: <Quest'anno niente autocertificazione,
né sconti>
?Si pagheranno a scaglioni, in un periodo compreso fra il 7 e il 28 luglio
prossimi, le fatture della tia (tariffa d¹igiene ambientale) che Amiu sta
inviando alle circa 280 mila famiglie genovesi. «I primi bollettini sono
stati spediti nei giorni scorsi - spiega l¹assessore comunale al Ciclo dei
rifiuti, Gianfranco Tiezzi - E, siccome alle famiglie vengono inviati a
scaglioni, anche le date di pagamento saranno diversificate e le scadenze
saranno indicate sui bollettini». Le famiglie riceveranno, infatti, una
fattura e due bollettini e potranno decidere se pagare la tia in un¹unica
soluzione, a luglio, oppure in due ³tranche², una a luglio e l¹altra a
ottobre (non più quattro come succedeva per la tarsu). Le circa 30 mila
imprese genovesi, invece, alle quali le fatture non sono ancora state
spedite, riceveranno una fattura e un solo bollettino per l¹ acconto della
tia che dovrà essere pagato a metà luglio. La seconda fattura sarà spedita
in autunno, per consentire alle imprese di verificare nel frattempo la loro
collocazione in una determinata categoria, visto che i criteri di
classificazione sono cambiati rispetto alla tarsu. Per quanto riguarda
l¹entità della ³tia², alcune imprese avranno rincari anche pesanti, mentre
altre pagheranno meno dello scorso anno, perché la tariffa verrà calcolata
sulla base della superficie dei locali e della tipologia di attività svolta.
Situazione quasi inalterata, invece, per le famiglie, per le quali l¹aumento
rispetto alla tarsu sarà dell¹1,5%. Per le utenze domestiche, infatti, la
tariffa continuerà ad essere calcolata esclusivamente in base alla
superficie delle abitazioni, come avveniva con la tassa.
E proprio sui criteri di applicazione della tia è in corso un ³contenzioso²
fra l¹amministrazione comunale e le associazioni ambientaliste e di
consumatori riunite nell¹Osservatorio regionale sulla tia. L¹Osservatorio,
infatti, sostiene che, secondo lo spirito della legge e come hanno già fatto
altri Comuni italiani, la tariffa dovrebbe essere calcolata sulla base della
quantità di rifiuti effettivamente prodotta da ogni famiglia o impresa e,
quindi, detraendo la quantità di rifiuti destinata a raccolta differenziata,
riciclaggio, compostaggio, attraverso particolari sistemi di calcolo e
proiezioni annuali. «Poiché il rifiuto che non viene prodotto non deve
essere raccolto, riciclato, smaltito, né tanto meno ³termovalorizzato² -
spiegano - non è corretto, e probabilmente è anche illegittimo, far pagare
per un servizio non svolto». Di qui la richiesta, rivolta
all¹amministrazione comunale, di autorizzare già quest¹anno
l¹autocertificazione per consentire di applicare poi deduzioni sulla quota
variabile della tia (legata alla produzione dei rifiuti), alle famiglie che
producono meno spazzatura. «Il principio è giusto in linea teorica ma la
richiesta dell¹autocertificazione - risponde l¹assessore Tiezzi - non è
accoglibile quest¹anno. Come avevamo annunciato, Amiu ha affidato a
un¹azienda, che ha già iniziato a lavorare, il compito di fare un¹indagine a
campione della quantità e della qualità di rifiuti depositata nei
cassonetti. Questa indagine ci darà elementi utili per introdurre, l¹anno
prossimo, forme di agevolazioni magari per i quartieri che producono meno
rifiuti e fanno più differenziata. Ma non possiamo applicare sconti sulla
tia sulla base di calcoli aprioristici».
L¹Osservatorio, comunque, va avanti e, dopo la mobilitazione per il ³Rumenta
day² di sabato prossimo a Sestri Ponente, preannuncia altre iniziative di
protesta
annamaria coluccia
L'elettronica per pesare la spazzatura
?C?odici a barra sui sacchetti della spazzatura, microchip, sistemi di
³lettura² elettronici inseriti sui cassonetti o su apposite macchine
installate in spazi condominiali. Sono ormai tanti e sempre più sofisticati
i sistemi elettronici funzionanti in molti Comuni italiani per pesare la
quantità di spazzatura prodotta da ogni famiglia - precedentemente
identificata attraverso un codice - o condominio, e applicare, quindi, la
tariffa in proporzione alla spazzatura effettivamente prodotta. «Questi
sistemi sono ormai applicati con successo in centinaia di Comuni italiani -
afferma Renato Fancello, di Italia Nostra - Consentono di passare da un
calcolo presuntivo a un calcolo effettivo della quantità di rifiuti prodotta
dalle varie utenze e di applicare, quindi, correttamente la tariffa».
La disputa sul sistema ³porta a porta"
?L?a raccolta ³porta a porta² è l¹unico sistema che, secondo consumatori e
ambientalisti, consente d¹incrementare una raccolta differenziata di qualità
e di ³pesare² la quantità di rifiuti prodotta da ogni famiglia e di far
pagare, quindi, in proporzione. «³Porta a porta² - spiegano - non significa
raccogliere i rifiuti a domicilio da ogni singola famiglia, ma, per esempio,
per condominio o per gruppo di condomini». E all¹obiezione sui costi troppo
elevati che questo sistema comporta, Renato Fancello, dell¹Osservatorio
sulla tia, risponde che «se aumenta la raccolta differenziata di qualità,
aumentano anche i contributi del Conai (Consorzio nazionale imballaggi-ndr)
ai Comuni e questo incide sulla riduzione dei costi. E, infatti, il ³porta a
porta² è stato introdotto dai Comuni di Venezia, Torino e Roma».
³Guerra" di cifre sulla raccolta differenziata
?C?inque punti in percentuale. Sono quelli che separano i dati sul livello
della raccolta differenziata raggiunta a Genova secondo Amiu e secondo le
associazioni che fanno parte dell¹Osservatorio regionale sulla tariffa
d¹igiene ambientale. Per Amiu e Comune, infatti, la differenziata ha
raggiunto nel capoluogo ligure il 22,09%, mentre secondo l¹Osservatorio si
ferma al 17,184%. A determinare questa differenza sono le 17.184 tonnellate
di rifiuti inerti, costituiti prevalentemente da scarti dell¹edilizia, che
Amiu include nel calcolo della differenziata e che, invece, secondo
l¹Osservatorio non devono essere considerati «anche perché - osservano - non
esiste una raccolta differenziata degli inerti».