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Importantissimo ruolo parlamentare per la quarantaduenne deputata dell´Unione, ex segretaria ds a Genova
Pinotti, bandiera rosa alla Difesa
Per la prima volta una donna al vertice della Commissione
WANDA VALLI
ROBERTA va alla guerra, meglio alla pace. Per una volta la lobby delle donne ha funzionato, alla grande, e da ieri sera Roberta Pinotti, deputato ligure dell´Unione, è il nuovo presidente della Commissione Difesa della Camera. È la prima volta nella storia del Parlamento e a sostenere con forza la sua candidatura è stata un´altra deputata, Marina Sereni, responsabile Esteri dei Ds.
Con l´approvazione del segretario Fassino e degli altri leader. Dopo la nomina di Lorenzo Forcieri a sottosegretario, sempre alla Difesa, con delega alla Marina Mercantile, la Liguria fa un ulteriore scatto in avanti, perché Roberta Pinotti è deputata, per esempio, mentre Forcieri non aveva ottenuto il via libera a una quarta legislatura. E perché una donna in quel ruolo, e una donna giovane, una quarantenne, si troverà a vivere in prima persona un momento molto delicato, con la questione Iraq più che mai d´attualità, dopo la morte di un altro soldato italiano. Così Roberta va alla pace, con un po´ di emozione, e soddisfazione per il nuovo incarico. Lo ammette, mentre, in aula, sta aspettando i risultati della votazione.
Dice: «mi sento onorata, mi hanno affidato un ruolo di grande responsabilità, anche perché una delle prime missioni da gestire saranno quelle all´estero». Più gioia o più timore? «Da un lato sono contenta proprio perché è la prima volta per una donna, dall´altro tutto accade in una giornata tristissima, con un ragazzo di 24 anni morto ammazzato in Iraq. E allora capisci ancor di più che ogni provvedimento sarà da pesare, da valutare con la massima attenzione». Come è andata la scelta? «Si è battuta molto Marina Sereni, che ringrazio, come il segretario Fassino, l´Unione è stata d´accordo, è un segnale importantissimo anche per la Liguria, e poi per le funzioni di un presidente». Quali sono? «Soprattutto, il presidente stabilisce una sorta di priorità sulle leggi che si possono decidere, quindi c´è un rapporto diretto con il governo sul calendario». Roberta Pinotti, in commissione Difesa arriva dopo un anno di lavoro in un´altra, al Bilancio. Arriva, per un caso. C´è in discussione la legge 185 per regolarizzare e sorvegliare il commercio delle armi, è una legge nata negli anni Novanta con il contributo di associazioni pacifiste e con il volontariato cattolico, Roberta, che questo mondo conosce bene, perché è cattolica, è stata scout, tiene una serie di contatti. Lavora bene, cambia commissione. Che cosa significa lavorare quattro anni alla Difesa? «Intanto, guardando da vicino il mondo delle forze armate, ti rendi conto che è una realtà diversa da quella che si percepisce all´esterno. Sono stata in missione nei Balcani, a Kabul, in Eritrea, e sono rimasta colpita in modo positivo dall´attenzione, dall´approccio che i soldati italiani hanno con la popolazione». Roberta Pinotti, pacifista che sfilava in piazza, ora se la vedrà con eserciti e carri armati. Nessun imbarazzo? Nessuno, perché, spiega lei, «se essere pacifista equivale a escludere sempre e comunque l´uso della forza, allora non lo sono. Il mio pacifismo è legato a quello che dice la nostra Costituzione, per cui, in caso di genocidi o di altro, se c´è un´autorizzazione internazionale a intervenire, si fa. Ero e sono contraria all´uso della forza per missioni come l´Iraq». I ragazzi dei movimenti hanno sempre trovato in Roberta Pinotti un´interlocutrice attenta che, a loro volta, stavano a ascoltare. E adesso, presidente? «Adesso continuo con la mia sincerità. A loro ho detto, per esempio, che il finanziamento delle Fremm, le fregate militari, va bene perché porta lavoro». Insomma è soddisfatta, è il ruolo che sognava? «È quello che preferivo, non so se è il più bello. Mi è piaciuto molto fare l´assessore alla scuola, per esempio». Il cammino di Roberta Pinotti, in politica, incomincia nel 1989, l´anno della svolta della Bolognina, quando lei cattolica, laureata in lettere, insegnante alle medie superiori, decide di iscriversi al Pci che diventerà Pd 997 passa al Comune, raccoglie un mare di voti e ottiene ancora un incarico da assessore. Nel 1997, un´altra prima volta: segretaria della federazione di Genova, resta due anni poi si candida al Parlamento. Viene eletta nel 2001 e riletta lo scorso aprile.
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