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著者: Zeppe
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To: autorgstudbo
題目: [autorgstudbo] Comunicato delle reti di movimento sui fatti del 2/06
A chi c?era e a chi non c?era. A chi era dalla parte sbagliata delle transenne

2 giugno, giornata di resistenza alla guerra


Da qualche anno la Festa della repubblica, ricordo della vittoria della
resistenza e della sconfitta della monarchia, è divenuta palcoscenico
celebrativo delle Forze Armate, violandone lo spirito e rendendola
oggettivamente occupata dalla peggiore retorica patriottarda e
guerrafondaia.

Il 2 giugno 2006 è stata un?importante giornata di resistenza alla guerra.

Da Milano a Roma, da Alessandria a Genova, da Venezia a Bologna i
movimenti hanno manifestato, contestato e boicottato le vergognose
parate militari organizzate dal Governo italiano e dagli Enti locali.

Con diverse forme e diverse voci le reti sociali e i tanti singoli
contrari alla partecipazione delle truppe italiane nei diversi teatri
di guerra hanno reclamato il ritiro immediato e senza condizione alcuna
dei contingenti italiani presenti in Iraq e Afghanistan.

In questi Paesi le truppe italiane hanno un ruolo diretto di
partecipazione alla guerra, all?occupazione, alla protezione di
interessi privati, come dimostrato dai reparti speciali dei Carabinieri
a Nassirya contigui ai pozzi petroliferi in locazione all?Eni spa.

Le stragi operate dalla coalizione occupante in queste ultime settimane
di guerra dimostrano la violenza dell?occupazione e tolgono ogni alibi
a chi ancora sostiene che i contingenti italiani siano protagonisti di
pace e veicolo di democrazia.

I movimenti, le associazioni, i moltissimi che qui e altrove hanno
lottato contro la guerra, partecipando ai tanti cortei, alle azioni
dirette, agli scioperi del sindacalismo di base, alle occupazioni delle
Facoltà Universitarie non sono disposti a fare sconti al governo, di
qualunque colore esso sia.
Il ritiro delle truppe, immediato e senza alcuna condizione è stata la
parola d?ordine di tutte le manifestazioni: le timidezze, i disitinguo,
i possibili rinvii sono inaccettabili, ora più che mai.

A Bologna le reti di movimento hanno contestato la vergognosa parata
militare in Piazza Maggiore per esprimere l?indignazione del nostro
territorio contro i mercenari che hanno la loro divisa sporca del
sangue delle popolazioni occupate.

Centinaia di cittadini hanno accolto l?invito ad essere presenti,
partecipando alla contestazione ed hanno espresso tutta la loro rabbia
verso il palco delle autorità dal quale i rappresentanti dell?Unione
assistevano e applaudivano alla celebrazione dei reparti dell?esercito,
tra i quali spiccava la delegazione della Brigata Friuli, coinvolta
nelle operazioni di guerra in Iraq.

Alcuni su quel palco hanno usato nei mesi di campagna elettorale le
parole del movimento no war, esposto la bandiera arcobaleno, promesso
di opporsi *senza se e senza ma* alla guerra globale.
Il 2 giugno, a Bologna come a Roma, se ne sono dimenticati.

Questo è quanto e non è che l?inizio. Perchè la distruzione,
l?occupazione militare, le stragi sui civili ed i campi di prigionia
come Abu Grahib e Guantanamo, le bombe al fosforo lanciate su Falluja,
le stragi sui civili di Kabul sono faccende troppo serie per essere
rimandate o peggio delegate ad altri.

Infine, negli ultimi due giorni abbiamo letto sui giornali locali molte
sciocchezze e inesattezze. Ci permettiamo di stigmatizzarne solo
alcune, tra le meno opportune.

Se si intende dire che il 2 giugno c?erano poche persone in Piazza
siamo daccordo: davanti al palco non c?era nessuno.

Il problema della c.d. violenza e della c.d. non violenza va posto ai
militari della Brigata Friuli, allo United States Marines Group, ai
Carabinieri dislocati a Nassiria in nome e per conto di ENI spa.

Con Michelini e Antonioni dell?ANPI ci teniamo a ribadire che nessuno
ha inteso fischiare voi o la vostra straordinaria esperienza cui
portiamo il massimo rispetto. Eravate dall?altra parte delle transenne
e, come sapete, i fischi non sono direzionabili. Ce ne dispiace
comunque, come ci dispiace che usiate parole di condanna così forti
verso di noi e non verso chi viola l?art.11 della Costituzione che
proprio voi avete conquistato.

Per questo convocheremo un?assemblea cittadina di movimento nei
prossimi giorni per rilanciare il confitto contro la guerra ed
estenderlo anche a tutti gli uomini e le donne di Bologna che non hanno
smesso di pensare e lottare, e sottolineiamo che le assemblee del
movimento le convoca il movimento.


Centro Sociale TPO - Circolo Anarchico Berneri ? Crash - CUB Bologna
Livello 57 - Rete Universitaria - VAG 61

Lunedì 5 giugno 2006. Bologna