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Milano 17 /6, Manifestazione nazionale per la liberazione degli antifascisti

PARTECIPIAMO IN MASSA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 17 GIUGNO A MILANO
PER LA LIBERAZIONE DEI COMPAGNI E DELLE COMPAGNE ARRESTAT* L'11 MARZO A
MILANO E ANCORA OGGI IN CARCERE

Quel giorno circa 400 compagne e compagni di varie realtà di Milano e del
nord-Italia sono scesi in piazza per impedire la marcia dei fascisti della
"Fiamma Tricolore" e per riprendere la lotta al fascismo che si estende
sotto l'influenza della guerra, che aumenta le sue incursioni in tutto il
paese contro le sedi del movimento antagonista, che accoltella i compagni
come è accaduto, ad esempio, a Milano, Torino e a Verona. La questura,
autorizzando in quella data l'adunata fascista, sapeva benissimo di fare
una provocazione al movimento antagonista milanese e non soltanto, visto
che proprio in quel periodo erano già in programma le "giornate per Dax",
ossia iniziative per tenere viva la memoria del compagno ucciso a
coltellate dai fascisti il 16 marzo 2003. Il piccolo ma ben determinato
corteo antifascista dopo alcuni tentativi di raggiungere il luogo
prefissato, ogni volta respinto dalle preponderanti forze di polizia e dei
carabinieri, decideva di tenere la strada, riuscendovi per circa un'ora.
Ad ogni carica il corteo rispondeva elevando barricate con auto di grossa
cilindrata, materiale edile e stradale ecc e incendiando la sede di AN di
corso Buenos Aires. Polizia e carabinieri, preso atto dell'inedita
determinazione delle compagne e dei compagni, chiamavano ulteriori mezzi e
uomini di rinforzo con cui aggredirli a tenaglia e frontalmente. A questi
attacchi sempre più massicci e concentrati, il corteo, anche per sue
carenze organizzative, non poteva più resistere e ha quindi cercato di
ritirarsi. In tale contesto e, soprattutto, nei rastrellamenti delle ore
successive sono stati compiuti 45 arresti; 25 compagn* si trovano tuttora
in galera.

Per quel che ci riguarda, l'unità che ci lega ai/alle compagn* arrestat*
va ben oltre la giornata dell'11 marzo. Condividiamo con loro la lotta al
fascismo inteso come stato che aggredisce e saccheggia interi paesi, come
le guerre imperialiste nei Balcani, in Afghanistan e in Irak mettono
ampiamente in mostra. Con loro abbiamo lottato e continueremo a lottare
contro le leggi discriminatorie Turco-Napolitano e Bossi-Fini che
criminalizzano il solo fatto di essere immigrato, che riducono a questua
la richiesta di un posto di lavoro, che dietro il nome ipocrita di "Centri
di Permanenza Temporanea" (CPT), nascondono il tentativo di creare un vero
e proprio sistema di discriminazione sociale però con riflessi sull'intero
proletariato. Infatti i CPT, come tutti gli altri arnesi legislativi e
polizieschi, mirano a sottomettere il proletariato immigrato per imporgli
condizioni di sfruttamento a dir poco bestiali: salari infimi, totale
mancanza di condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, livelli sanitari
e assistenziali ormai solo immaginari. Questa situazione inevitabilmente
abbassa i livelli salariali e in generale distrugge i diritti conquistati
nei rapporti di lavoro e nel sociale per l'intero proletariato.
L'obiettivo dei padroni è sempre il solito: accrescere il profitto e
imporre il proprio potere annullando quello di chi lavora.  Tutto ciò si
manifesta altrettanto chiaramente nei cosiddetti "contratti di lavoro
atipici" farraginosi, individualizzanti, devastanti sotto ogni punto di
vista. E' così perché essi si fondano sul presupposto della divisione,
delle relazioni spezzettate, isolate, che ingrassano i padroni. Queste
relazioni di sfruttamento sono diventate leggi dello stato, per tutte loro
parla la legge-Biagi.

Non è un caso che i collettivi operai di diverse parti del paese abbiano
riconosciuto le ragioni della mobilitazione antifascista-anticapitalista
dell'11 marzo ed espresso piena solidarietà verso le/gli compagn*
arrestat*, fino a mobilitarsi nelle loro situazioni. Questi collettivi
tutti i giorni agiscono per allargare il fronte della lotta alla
precarietà, alla discriminazione nei rapporti di lavoro. Per noi queste
posizioni costituiscono un importante punto di partenza per costruire, sin
da subito, momenti di lotta unitari sul terreno del lavoro e del carcere.

Il senso che noi diamo alla giornata di mobilitazione del 17 giugno è
dunque il seguente: agire uniti contro ogni forma di carcere per
rafforzare la lotta contro lo sfruttamento e la schiavizzazione, due
aspetti da noi considerati inseparabili. Del resto la repressione, di cui
il carcere è strumento principe, è necessaria allo stato per imporre
condizioni di vita sempre più insostenibili ed arginare ogni forma di
opposizione colpendo non solo chi apertamente si oppone a questo stato di
cose (agli arresti compiuti l'11 marzo a Milano bisogna infatti
continuamente aggiungerne altri come ad esempio quelli avvenuti a Lecce,
Bergamo, Torino, Milano, Nuoro, Pisa, Versilia, solo per citare i più
recenti) ma anche chi vive quotidianamente una realtà di sfruttamento,
militarizzazione del territorio, razzismo. Pensiamo ad esempio ai
lavoratori licenziati dell'Atesia e della FIAT di Pomigliano (ora
riassunti), ai tanti lavoratori precettati e sanzionati in virtù della
legge antisciopero, alla repressione delle lotte anti-Tav e alle migliaia
di poliziotti che hanno occupato la Val Susa.

Pensiamo anche ai proletari sia immigrati che italiani di Via Padova a
Milano che subiscono ogni giorno violenze dagli speculatori edilizi e
dalle forze dell'ordine; ricordiamo l'ultimo episodio del ragazzo
marocchino ucciso in via Cavezzali da zelanti vigilantes armati, o ancora
il ragazzo ucciso a Ferrara durante un fermo di polizia o il ragazzo
gravemente ferito con un colpo d'arma da fuoco a Como da una squadra
speciale anti-graffiti. Questi, come molti altri, sono tutti episodi
legati tra loro perché manifestazioni di una società sempre più
"terrorizzata" e rispondente ai canoni di militarizzazione richiesti dallo
stato di guerra permanente, una società in cui è considerato più violento
chi brucia quattro macchine per ostacolare le cariche della Polizia di chi
quotidianamente reprime e uccide, per strada come nei luoghi di lavoro, di
chi sfratta le famiglie e sgombera le case occupate, di chi devasta le
montagne della Val Susa fregandosene dei suoi abitanti, di chi bombarda e
tortura in medioriente per difendere la propria fetta di mercato globale?

Da questo punto vista, ossia in materia di politiche antiproletarie,
l'attuale governo di centro-sinistra non è da meno del precedente. A
sostegno di ciò basti ricordare: che la legge Bossi-Fini è filiazione
diretta della Turco-Napolitano, la quale ha vincolato il permesso di
soggiorno al contratto di lavoro e ha introdotto anche in Italia la
detenzione amministrativa mediante i CPT; che la legge Biagi discende dal
famigerato pacchetto Treu che ha legalizzato il caporalato introducendo il
lavoro in affitto; che la guerra nei Balcani, con tanto di uranio
impoverito, è stata condotta sotto il governo D'Alema. Questi pochi ma
significativi esempi per mostrare come le alternanze di governo abbiano
garantito in questi ultimi decenni la continuità degli interessi padronali
e imperialisti, rafforzando pratiche clientelari e mafiose e innalzando il
livello repressivo e di militarizzazione nei territori. Non si tratta
quindi di poli alternativi ma complementari.

Per tutti questi motivi noi vediamo la giornata del 17 giugno non soltanto
come diretta alla liberazione dei/delle compagn* arrestat* l'11 marzo a
Milano, ma indirizzata altresì a portare avanti la lotta contro ogni forma
di carcere (dalla carcerazione preventiva, al regime detentivo previsto
dall'articolo 41 bis, alle misure cautelari, ai CPT) a fianco di tutti i
compagni e le compagne colpiti dalla repressione, a fianco dei famigliari,
dei collettivi operai, degli immigrati, degli studenti, con cui costruire
percorsi di liberazione reali e di critica radicale al carcere e alla
società carceraria passando attraverso la costruzione di significativi
momenti di rottura dell'isolamento che il carcere impone.

L'ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA
CHIUDERE I CPT E LE SEZIONI DEL 41BIS
PER L'UNITÀ NELLA LOTTA, QUI, FRA I PROLETARI DI TUTTI I PAESI CON LA
RESISTENZA DEI POPOLI CHE COMBATTONO L'IMPERIALISMO

VENERDÌ 2 GIUGNO - ore 16
presidio/volantinaggio in via Padova angolo via Arquà - Milano

GIOVEDÌ 8, MARTEDÌ 13 GIUGNO - ore 15
presidio sotto il tribunale di Bergamo a sostegno dei compagn* processati
per la manifestazione anticarceraria del 12 novembre 2005

SABATO 10 GIUGNO - ore 18
presidio sotto il carcere di Bollate - Milano

SABATO 17 GIUGNO - ORE 15
Manifestazione nazionale a Milano
Concentramento P.za Duomo

LIBERI TUTTI, LIBERE TUTTE SUBITO
RILANCIARE LA SOLIDARIETÀ DI CLASSE

Il presente appello è stato redatto dai compagni e dalle compagne che
hanno contribuito a costruire l'assemblea del 7 maggio presso l'aula magna
dell'istituto "Tenca" di Milano promossa dal collettivo OLGa per adesioni:
olga2005@???


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