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I veri risultati del voto
Ros.
D’ALEMA E PARISI ESALTANO ESERCITI E GUERRE COME BERLUSCONI

Comunicato-stampa

Nel giro di 24 ore il nuovo governo ha sferrato due provocazioni micidiali
nei confronti del movimento contro la guerra. Ha iniziato il neo-ministro
degli Esteri D’Alema, colui che portò per la prima volta in guerra l’Italia
dopo il ’45 aggredendo la Jugoslavia e coniando lo schifoso ossimoro della
“guerra umanitaria”. Con una lettera al Corriere della Sera D’Alema ha
risposto, assai offeso, a Gianni Riotta che aveva “imputato” al nuovo
governo la volontà di dare “addio alle armi”.

“Altro che addio alle armi” ha replicato indignato il “nostro” ministro
guerrafondaio, “noi abbiamo impegni importanti in Afghanistan, una presenza
decisiva nei Balcani, siamo – non da ieri ma dagli anni in cui il
centrosinistra era al governo – uno dei Paesi più impegnati nel mondo con le
proprie forze armate: il SESTO per numero di militari impiegati all’estero.
I nostri soldati e i nostri carabinieri hanno guadagnato all’Italia il
rispetto della comunità internazionale, servendo con grande coraggio e
capacità, e continueranno a farlo con il governo di centrosinistra”. In
quanto al ritiro dall’Iraq D’Alema ha confermato tutti i peggiori dubbi del
movimento contro la guerra e cioè che il governo deciderà “con il nuovo
governo
iracheno, con gli Usa e con Blair, tenendo conto della necessità di
coordinarci con le forze della coalizione”. Ma in ogni caso alcune forze
militari italiche resteranno, o ritorneranno, “per garantire la protezione
della ricostruzione democratica dell’Iraq” anche se ciò “non potrà
richiedere una RILEVANTE forza militare”.

Il secondo micidiale colpo lo ha sferrato poche ore dopo il neo-ministro
della Difesa Parisi il quale, in visita-lampo a Nassiriya, ha detto ai
militari italiani che “sono lì in missione di pace” e, per dimostrarlo, ha
usato il seguente, demenziale o provocatorio – fate voi – argomento: “La
costituzione italiana con l’art.11 vieta all’Italia di fare guerre; il
nostro ministero si chiama “della Difesa”; dunque ogni nostra azione è solo
azione di pace e voi siete una missione di pace”. In altri termini ha
autorizzato le forze italiane a fare qualsiasi cosa, con la certezza che la
loro azione “sarà comunque e sempre di pace”.

Dunque, ricapitolando, secondo il nuovo governo:

1) dare “l’addio alle armi” è un insulto; 2) abbiamo il SESTO esercito del
mondo e ne siamo orgogliosi: cercheremo di migliorare il record e siamo
particolarmente fieri che il salto di qualità sia cominciato con il primo
centrosinistra; 3) in Iraq siamo in missione di pace, non c’è una guerra
sempre più feroce ma c’è la “ricostruzione democratica” guidata non da
servitori degli Usa ma da un legittimo governo; 4) ciò malgrado, ritireremo
buona parte delle truppe, tranne quelle che serviranno a proteggere un po’
del nostro petrolio perché, da come ci hanno detto Bush e Blair - che verrà
il 2 giugno a Roma a ribadirlo – l’esercito italiano è più utile a fare la
guerra in Afghanistan dove abbiamo – come dice D’Alema – “inte
ressi rilevanti” e da dove Usa e GB se ne vogliono andare, 5) siamo infine
orgogliosissimi dei nostri “combattenti” e in particolare dei carabinieri a
cui, per la verità, D’Alema ha sempre riservato un trattamento di riguardo.

Insomma, proprio uguali a Berlusconi, con l’aggravante che Berlusconi almeno
aveva evitato di vantarsi di essere AL SESTO POSTO nella lurida graduatoria
di chi va ad occupare terre altrui e a portare in giro per il mondo
eserciti, armi, distruzione e morte!

Vorrà dire che GIOVEDI 2 GIUGNO manifesteremo anche contro questi signori,
per dire che invece noi vogliamo proprio dire “addio alle armi”, dire basta
alle oscene parate di guerra, vogliamo che se ne vadano da Roma gli
esportatori di terrore e di morte come Blair, esigiamo il RITIRO IMMEDIATO,
COMPLETO E SENZA RITORNO DI TUTTE LE TRUPPE DA IRAQ, AFGHANISTAN E GLI ALTRI
LUOGHI DI GUERRA.

A Roma tutti/e a Castel S.Angelo ore 10 (performances e discorsi). Il corteo
partirà alle 11 e si concluderà a Largo Argentina, passando per Ponte
Garibaldi

Piero Bernocchi Confederazione COBAS