Szerző: ugo Dátum: Címzett: forum sociale di genova Tárgy: [NuovoLab] "Camicie Verdi" si consiglia la visione prima dl
referendum
II dvd lo trovate già in vendita, distribuito dalla Mikado, e, fra qualche
giorno anche, distribuito dall' Unità, nelle edicole; e, tenendo conto che
nessuno sembra preoccuparsi della campagna referendaria, consiglio a tutti
di comprarlo, regalarlo e possibilmente proiettarlo ovunque si può. Perché
meglio di qualsiasi altro discorso spiega perché il 25 di giugno dobbiamo
andare a dire no alla proposta di modifica costituzionale di Berlusconi,
che fra le tante altre cose propone anche la devolution ai signori della
Padania di un pezzo dello stato italiano. Si chiama Camicie Verdi. È il nome
dell' organizzazione paramilitare della Lega Nord (così l'ha definita nella
accusa che la porterà in Tribunale in autunno il pm di Verona, Papalia),
ed è l'ultimo prodotto di questo nuovo movimento di cineasti che stanno rilanciando
anche in Italia il documentario per colmare il buco vergognoso della tv che
non fa informazione, non da conto di quel che è il paese reale che infatti
gli italiani conoscono sempre meno; e così si spiega anche lo sbigottimento
della sinistra quando, l'indomani delle elezioni del 9 aprile, ha scoperto
che quasi un cittadino su due aveva votato per Berlusconi e i suoi. Ed è
proprio un pezzo di Italia profonda quella che Claudio Lazzaro, ex giornalista
del Corriere della sera diventato regista, ha prodotto con il danaro della
liquidazione (Nobu, si chiama l'impresa, non per richiamare il celebre ristorante
giapponese, ma come sigla di No Budget, senza soldi): la Padania, e i tanti
(anche ex immigrati terroni) che alla cultura di Pontida sono stati ormai
assimilati. Una realtà agghiacciante, che forse negli ultimi tempi abbiamo
rimosso ma che è qui fra noi, sovversiva, fascisteggiante, in questo documentario
nella sua componente leghista che però si capisce essere assai contigua alle
altri ali del Polo. Camicie Verdi richiama un'opinione pubblica del tutto
disattenta sulla portata del referendum che potrebbe, se il No non vince,
costituzionalizzare questa ideologia esasperatamente razzista, violenta,
antidemocratica, pericolosa H film non giudica, da solo visibilità agli uomini
della Lega, in particolare a Mario Borghezio, presidente del corpo dei volontari
verdi, l'uomo più popolare nel movimento dopo Bossi, deputato europeo ma
soprattutto «politico di strada» come lui stesso ama definirsi e in effetti,
abbracciato e acclamato quando percorre le vie dei centri grandi e piccoli
del nord, ai mercati e davanti alle chiese, dove distribuisce volantini gridando
sporchi negri tutti stupratori perché così detta 2 Corano; incoraggiato nelle
ronde antiimmigrati e negli assedi alle «oltraggianti moschee» che, come
Fallaci, vorrebbero bruciare; applaudito quando canta, urlando Secessione,
l'inno padano: «E noi che siam padani/abbiamo un sogno nel cuore/bruciare
il tricolore/ bruciare il tricolore...». «Non è un attacco alla Lega, solo
una sua esposizione -spiega il regista - H documentario - l'ho girato col
consenso di Borghezio. Perché lui si piace proprio così». Facciamo in modo
che la rivincita che il cavaliere non ha avuto con le amministrative non
gli arrivi, per nostra distrazione, col referendum
Ugo Beiso