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著者: elisabetta63\@libero\.it
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題目: [Forumumbri] Fwd:[hyperlink] Bolkestein : se credete che ci basti..
DIRETTIVA BOLKESTEIN : SE CREDETE CHE CI BASTI..



Lo scorso 29 maggio, alla riunione di Bruxelles del Consiglio Europeo per la
Competitività, i 25 governi europei hanno trovato un accordo sulla
direttiva Bolkestein, approvando il testo redatto dalla Commissione Europea,
a seguito delle modifiche introdotte dopo il voto del 16 febbraio scorso in
Parlamento europeo. E’ il cosiddetto “compromesso “Ghebardt”, che, pur
modificando alcuni aspetti della direttiva, ne lascia immutato l’impianto
liberista e i pericoli per gli attacchi ai diritti sociali e del lavoro.



E’ vero che dal nuovo testo scompare nominalmente il famigerato “principio
del paese d’origine” e viene escluso il diritto del lavoro; ma per quanto
riguarda i lavoratori dipendenti, la direttiva sui lavoratori distaccati
dice che vanno rispettate solo le norme minime del paese di destinazione,
mentre la completa liberalizzazione del lavoro autonomo, contenuta nel testo
approvato, riapre le porte al principio del paese d’origine, al dumping
sociale ad un’ulteriore precarizzazione del lavoro.



E’ vero che dal nuovo testo sono esclusi dal campo di applicazione della
direttiva i servizi di interesse generale e la sanità; ma, da una parte, la
definizione di “servizio” come “attività svolta dietro erogazione di un
corrispettivo economico a qualsiasi titolo”, comporta l’inclusione della
quasi totalità dei beni comuni e dei servizi pubblici; dall’altra, per la
sanità è in lavorazione una nuova direttiva ad hoc.



Infine per quanto riguarda i poteri delle autorità locali e governative, le
loro prerogative di limitare la libera circolazione dei servizi si riducono
alla possibilità di intervento solo su motivate ragioni di “ordine pubblico,
salute pubblica e tutela ambientale”.

Mentre il già enorme deficit democratico dell’Unione Europea viene
ulteriormente allargato dall’inclusione nel nuovo testo sia del tacito
consenso, ovvero della impossibilità per ogni Paese di impedire l’ingresso
di un’attività non esplicitamente vietata dal proprio ordinamento; sia, con
l’introduzione dello “screening”, ovvero della notifica a Bruxelles
dell’elenco motivato delle restrizioni adottate a livello nazionale. E’ la
politica che, dopo aver abdicato alla quasi totalità del proprio ruolo in
favore del mercato, consegna le ultime prerogative rimaste alla Corte di
giustizia Europea.



Il nuovo Governo dell’Unione, presente in delegazione con i ministri Mussi e
Bonino, ha approvato il nuovo testo, considerando positiva la nuova
collocazione del Governo Italiano sull’asse franco-tedesco favorevole al
“compromesso”, rispetto alla precedente collocazione del Governo Berlusconi
sull’asse iper-liberista di Gran Bretagna e Paesi dell’est.



Non scherziamo.



Non è questo che chiedono i movimenti sociali e sindacali, che in questi
anni si sono mobilitati contro le privatizzazioni dei servizi pubblici e
contro la precarizzazione del lavoro, costruendo una Campagna Nazionale per
il ritiro della direttiva Bolkestein, portando in piazza a Roma il 15
ottobre 2005 più di 50000 persone e partecipando a due grandissime
mobilitazioni europee.

Non è questo che chiedono gli Enti Locali – 7 Regioni, 26 Province e diverse
decine di Comuni- che hanno costituito un Coordinamento Nazionale contro
l’espropriazione dei propri poteri.

Non è questo che chiedono i movimenti europei , che al FSE dello scorso
maggio hanno sottoscritto, in più di 40 organizzazioni sindacali,
confederali e di base, associazioni e movimenti sociali, la “Dichiarazione
di Atene”, ovvero un reciproco impegno alla lotta contro l’Accordo Generale
sul Commercio dei Servizi (GATS), contro la direttiva Bolkestein e per la
promozione di servizi pubblici europei come spazio dei beni comuni
indisponibili al mercato.



Il Governo dell’Unione ha vinto le elezioni anche grazie ai voti che sono
venuti dal popolo di Genova, da una massa di cittadini, lavoratrici e
lavoratori che stanno mettendo in discussione la privatizzazione dei servizi
pubblici e la precarizzazione del lavoro. Sono movimenti che non si
accontentano della falsa alternativa tra liberismo selvaggio e
social-liberismo, e che non delegano a nessuno la difesa dei diritti e la
costruzione di un altro mondo possibile.

Per questo da subito chiediamo :

a)      l’immediata convocazione di un dibattito parlamentare, aperto
all’audizione di organizzazioni sindacali, movimenti sociali ed Enti Locali
sulla direttiva Bolkestein;


b)      l’immediata definizione da parte del Governo, com’è nelle sue
facoltà, e attraverso un percorso partecipativo, dei Servizi di Interesse
Generale, che includa tutti i beni comuni e i servizi pubblici, in quanto
tali indisponibili alle leggi del mercato


c)      l’abrogazione della legge 30 e pacchetto Treu, in direzione di nuovi
ed estesi diritti del lavoro per tutti




Perché si combatte la direttiva Bolkestein, anche erigendo dighe sociali che
ne impediscano l’ingresso. Per parte nostra, la mobilitazione continua.



Marco Bersani

Francesco Locantore

Attac Italia




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