DIRETTIVA BOLKESTEIN : SE CREDETE CHE CI BASTI..
Lo scorso 29 maggio, alla riunione di Bruxelles del Consiglio Europeo per la
Competitività, i 25 governi europei hanno trovato un accordo sulla
direttiva Bolkestein, approvando il testo redatto dalla Commissione Europea,
a seguito delle modifiche introdotte dopo il voto del 16 febbraio scorso in
Parlamento europeo. E il cosiddetto compromesso Ghebardt, che, pur
modificando alcuni aspetti della direttiva, ne lascia immutato limpianto
liberista e i pericoli per gli attacchi ai diritti sociali e del lavoro.
E vero che dal nuovo testo scompare nominalmente il famigerato principio
del paese dorigine e viene escluso il diritto del lavoro; ma per quanto
riguarda i lavoratori dipendenti, la direttiva sui lavoratori distaccati
dice che vanno rispettate solo le norme minime del paese di destinazione,
mentre la completa liberalizzazione del lavoro autonomo, contenuta nel testo
approvato, riapre le porte al principio del paese dorigine, al dumping
sociale ad unulteriore precarizzazione del lavoro.
E vero che dal nuovo testo sono esclusi dal campo di applicazione della
direttiva i servizi di interesse generale e la sanità; ma, da una parte, la
definizione di servizio come attività svolta dietro erogazione di un
corrispettivo economico a qualsiasi titolo, comporta linclusione della
quasi totalità dei beni comuni e dei servizi pubblici; dallaltra, per la
sanità è in lavorazione una nuova direttiva ad hoc.
Infine per quanto riguarda i poteri delle autorità locali e governative, le
loro prerogative di limitare la libera circolazione dei servizi si riducono
alla possibilità di intervento solo su motivate ragioni di ordine pubblico,
salute pubblica e tutela ambientale.
Mentre il già enorme deficit democratico dellUnione Europea viene
ulteriormente allargato dallinclusione nel nuovo testo sia del tacito
consenso, ovvero della impossibilità per ogni Paese di impedire lingresso
di unattività non esplicitamente vietata dal proprio ordinamento; sia, con
lintroduzione dello screening, ovvero della notifica a Bruxelles
dellelenco motivato delle restrizioni adottate a livello nazionale. E la
politica che, dopo aver abdicato alla quasi totalità del proprio ruolo in
favore del mercato, consegna le ultime prerogative rimaste alla Corte di
giustizia Europea.
Il nuovo Governo dellUnione, presente in delegazione con i ministri Mussi e
Bonino, ha approvato il nuovo testo, considerando positiva la nuova
collocazione del Governo Italiano sullasse franco-tedesco favorevole al
compromesso, rispetto alla precedente collocazione del Governo Berlusconi
sullasse iper-liberista di Gran Bretagna e Paesi dellest.
Non scherziamo.
Non è questo che chiedono i movimenti sociali e sindacali, che in questi
anni si sono mobilitati contro le privatizzazioni dei servizi pubblici e
contro la precarizzazione del lavoro, costruendo una Campagna Nazionale per
il ritiro della direttiva Bolkestein, portando in piazza a Roma il 15
ottobre 2005 più di 50000 persone e partecipando a due grandissime
mobilitazioni europee.
Non è questo che chiedono gli Enti Locali 7 Regioni, 26 Province e diverse
decine di Comuni- che hanno costituito un Coordinamento Nazionale contro
lespropriazione dei propri poteri.
Non è questo che chiedono i movimenti europei , che al FSE dello scorso
maggio hanno sottoscritto, in più di 40 organizzazioni sindacali,
confederali e di base, associazioni e movimenti sociali, la Dichiarazione
di Atene, ovvero un reciproco impegno alla lotta contro lAccordo Generale
sul Commercio dei Servizi (GATS), contro la direttiva Bolkestein e per la
promozione di servizi pubblici europei come spazio dei beni comuni
indisponibili al mercato.
Il Governo dellUnione ha vinto le elezioni anche grazie ai voti che sono
venuti dal popolo di Genova, da una massa di cittadini, lavoratrici e
lavoratori che stanno mettendo in discussione la privatizzazione dei servizi
pubblici e la precarizzazione del lavoro. Sono movimenti che non si
accontentano della falsa alternativa tra liberismo selvaggio e
social-liberismo, e che non delegano a nessuno la difesa dei diritti e la
costruzione di un altro mondo possibile.
Per questo da subito chiediamo :
a) limmediata convocazione di un dibattito parlamentare, aperto
allaudizione di organizzazioni sindacali, movimenti sociali ed Enti Locali
sulla direttiva Bolkestein;
b) limmediata definizione da parte del Governo, comè nelle sue
facoltà, e attraverso un percorso partecipativo, dei Servizi di Interesse
Generale, che includa tutti i beni comuni e i servizi pubblici, in quanto
tali indisponibili alle leggi del mercato
c) labrogazione della legge 30 e pacchetto Treu, in direzione di nuovi
ed estesi diritti del lavoro per tutti
Perché si combatte la direttiva Bolkestein, anche erigendo dighe sociali che
ne impediscano lingresso. Per parte nostra, la mobilitazione continua.
Marco Bersani
Francesco Locantore
Attac Italia
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