Auteur: dibek Date: À: hackmeeting Sujet: [Hackmeeting] Minimo comun denominatore hacker (e libertario)
Ho l'impressione che si sia dato per scontato che ci fosse anche solo
un nocciolo di idee comuni fra chi fa parte di questa lista e di chi
ha "fatto" gli hackmeeting passati sull'hacking (come filosofia di
vita) e non solo.
Si potrebbe come dice P@sky leggere tutti gli archivi della lista del
passato, ma non sono così sicuro che qualcuno riesca a finire prima di
qualche mese.
Molti vogliono vedersi/toccarsi/ascoltarsi e lo si capisce da molte
mail che navigano nella tempesta dei flame di questa lista.
Io penso che non sia un caso che ci sia poca voglia di fare un
hackmeeting vecchia maniera.
Quello che è successo negli ultimi anni (e parlo di repressione) ha
lasciato parecchie ferite,
sono d'accordo con quanto scriveva Ripley sul malessere profondo che
colpisce tante persone, chi non è stato colpito direttamente dalla
repressione forse non coglie pienamente cosa sta succedendo e quanti
spazi di liberta stanno venendo meno.
Sarebbe utile dircelo faccia a faccia, anche in Trentino, oppure sui
prati come diceva qualcun'altro.
E così terribile pensare di non chiamare "hackmeeting" un'eventuale
incontro di chi vuole cmq vedersi quest'anno?
Così le vestali del tempio del sacro hackmeeting possono non
stracciarsi le vesti per le eresie che possono venir fuori e
sopratutto si evitano stronzate sulla necessità di "comparire" sui
media o sulle responsabilità (di chi poi...) di portare avanti a tutti
i costi la bandiera dell "UNDERGROUND" italiano.