[NuovoLab] rifiuti tossici "affaire" genovese

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Szerző: ANDREA AGOSTINI
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Címzett: forumgenova
Tárgy: [NuovoLab] rifiuti tossici "affaire" genovese

dal mercantile di martedi 30 maggio 2006

RIFIUTI TOSSICI,"AFFAIRE" GENOVESE

indagine internazionale

sotto inchiesta un sottoufficiale della questura ed un alto funzionario

le procure di Montecarlo e di Genova stanno cercando di fare chiarezza su un giro di mazzette elargite da un faccendiere libanese che veicolava via mare scorie in Africa. Tra gli indagati anche poliziotti genovesi


Una nave piena zeppa di rifiuti tossici intercettala al largo delle coste dell'Africa settentrionale. Un faccendiere libanese che da Montecarlo pilota l'operazione contando su "consulenze" altolocate in mezza Europa. Un'inchiesta articolata che da Montecarlo si allarga in modo clamoroso ed approda a Genova dove conducono le tracce lasciate da personaggi insospettabili risultati in stretto contatto con il faccendiere libanese. Su richiesta delle autorità monegasche per rogatoria la Procura di Genova sviluppa in gran segreto le indagini e trova le prime conferme delle relazioni molto particolari tra il mediorientale e nomi noti in città. Il fascicolo viene affidato al sostituto procuratore Enrico Zucca, Una quindicina di telefoni finiscono sotto controllo. Le attenzioni si rivolgono a professionisti, imprenditori, commercianti, pregiudicati. E soprattutto a poliziotti sospettati di essere gli interlocutori privilegiati del libanese. In particolare agli atti dell'inchiesta compare il nome di un sottufficiale in servìzio in un ufficio di polizia giudiziaria della questura e in stretto contatto con un alto dirigente di polizia (attualmente in servizio fuori Genova). E' una storia complicata, delicatissima che scatena inquietudini ed imbarazzi negli ambienti investigativi genovesi. E che potrebbe portare a sviluppi clamorosi e difficilmente prevedibili. Ufficialmente l'inchiesta è tuttora in corso e a nessuno dei genovesi coinvolti è stato notificato alcun provvedimento giudiziario. Dì formale c'è solo l'immediato trasferimento del sottufficiale di polizia ad altro ufficio. Il provvedimento, del quale si è avuta notizia nelle ultime ore, ha scatenato voci incontrollate e veleni nei corridoi della questura (l'attuale dirigenza è estranea alla "faccenda", ndr).
Che il poliziotto intrattenesse rapporti con il libanese sarebbe stato confermato non solo dalle intercettazioni telefoniche ma anche da una serie di pedinamenti (pare anche documentati con riprese video) tra Genova e Montecarlo condotti dalla squadra di polizia giudiziaria del Tribunale genovese e dalle autorità di polizia del Principato.

Il sottufficiale era al corrente della reale attività del facceendiere mediorientale? Ed eventualmente che ruolo avrebbe avuto nella vicenda?

Gli interrogativi, pesanti come macigni, restano in balia delle ipotesi. Nel corso delle intercettazioni effettuate sulle "utenze" telefoniche del sottufficiale compare il contatto con l'alto dirigente di polizia risultato al corrente delle relazioni "internazionali" intrattenute dal suo collaboratore.

E c'è di più. Nel corso del loro "monitoraggio"gli inquirenti hanno concentrato le attenzioni su un bonifico bancario per una cifra di poco inferiore ai 60 mila euro. Secondo indiscrezioni insistenti il denaro proverrebbe da una banca della Lituania. E sarebbe stato indirizzato ai poliziotti genovesi (non è chiaro a chi dei due) come pagamenti! di una non ben precisata "consulenza". Ma per che cosa? E a quale livello?

Di certo le relazioni con il faccendiere libanese non costituiscono di per sé una base di partenza rassicurante, Tantopiù per il fallo che l'inchiesta, avviata dalla polizia giudiziaria di Monaco per un giro di riciclaggio internazionale di denaro, si è successivamente orientata sul traffico di rifiuti tossici. Un business che attira gli appetiti più famelici della "piovra" co! colletto bianco, multinazionali capaci di costruire proventi stratosferici dietro attività del genere. E cosi elaborando questa pista è emersa l'esistenza della nave piena zeppa di veleni caricati in un porto del Mediterraneo, un'autentica bomba ecologica avvistata in acque internazionali davanti alla-costa settentrionale dell'Africa.

A.NDREA FERRO