Autore: Gaetano Bucci Data: To: forumlecce Oggetto: [Lecce-sf] (senza oggetto)
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From: Gaetano Bucci
To: Info Biblioteca di Sarajevo ; forumlecce@???
Cc: Iside Gjergji ; lauraro ; francescopelloni@??? ;
patrizia.calasso@??? ; luca ruberti ; Paolo Barrucci
Sent: Wednesday, May 31, 2006 3:34 PM
Subject: Re: Proposta grafica referendum. Dibattito sulla stretegie di
comunicazione referendaria
Ho partecipato alla riunione del Comitato provinciale " Salviamo la
Costituzione", in nome e per conto della nostra associazione denominata
"Comitato per la difesa ed il rilancio della Costituzione". Ho condiviso
l'analisi e la proposta di manifesto del giovane compagno della Biblioteca
di Sarajevo. La nostra associazione utilizzerà la locandina
proposta.Nell'esprimere la solidarietà al compagno colpito dall'isteria
piccolo -borghese dei soliti (ig) noti che , a Lecce, inibiscono,da sempre,
per fregola servile, ogni entusiasmo e capacità di lotta, rammento che "la
verità è sempre rivoluzionaria" e che i veri democratici e rivoluzionari
devono sempre dire al potere la verità sul potere.
p.s.:
Mi sento di fare un unico rilievo : nella foto della locandina manca la foto
di D'Alema e dei partecipanti alla sua mefitica "commissione bicamerale"
compreso Bertinotti
che aveva deciso di parteciparvi per "migliorare" il progetto di
controriforma costituzionale.
Car* biblionaut*,
sottopongo alla vostra attenzione la bozza grafica di una personale proposta
di manifesto referendario da presentare eventualmente al vaglio del comitato
cittadino.
Il manifesto costituisce la parodia di un noto film (romanzo criminale)
liberamente ispirato alla storia della banda della Magliana. L'accostamento
(neanche tanto sottile) è tra la vicenda criminale di una banda di
malavitosi che, a cavallo degli anni settanta/ottanta, sconvolse la vita
civile di questo paese e la maggioranza politica di centrodestra che nell'
ultima legislatura ha minato, con la riforma costituzionale, le fondamenta
giuridiche e sociali della Repubblica.
Tale iniziativa risponde a mio avviso ad una precisa scelta di comunicazione
referendaria, ovvero ad una campagna di forte impatto critico, in grado di
scuotere le coscienze e portarle comunque ad una riflessione sull'importanza
del loro voto per le sorti del nostro Paese.
Ritengo che sia più incisiva la divulgazione di messaggi di stridente
immediatezza rispetto alla paludata ed ibrida diffusione di slogans vuoti
per massaie benpensanti!
Certo dell'assoluta impercorribilità di questo progetto ho comunque inviato
una bozza al presidente del comitato magliese che ha ritenuto di far
circolare la proposta fra i vari referenti dei partiti e delle associazioni.
Successivamente il presidente ha sottoposto di sua iniziativa all'attenzione
del comitato provinciale il mio manifesto.
In quella sede la visione di quella stampa ha dato il via ad immediate e
scomposte reazioni che francamente non aspettavo. Pensavo che si potesse
contestare il carattere fortemente graffiante del messaggio, o al contrario,
l'eccessiva cripticità della comparazione fra il film e la vicenda politica,
temevo ancora le titubanze dei settori più moderati dei comitati. Le
argomentazioni addotte da personaggi del comitato leccese appaiono ai miei
occhi assai singolari! Secondo alcuni, il target di quella bozza è tipico
della comunicazione di un partito politico, meglio se di estrema sinistra o
della copertina di un giornale meglio se "Il Manifesto". Taluni hanno
sostenuto che una comunicazione di questo tipo politicizza estremamente il
confronto referendario, per altri può ingenerare "malpancismi" in qualche
elettore dell'UDC che, convertito sulla strada per Damasco, si orienterà
verso il NO!
Premesso che il quesito referendario ha ricadute politiche enormi per il
Paese prescindendo da come intenderà comunicare il comitato leccese, vorrei
solo ricordare che la riforma Costituzionale non è venuta dal nulla o non
costituisce il frutto pregiato di un dono divino. Il progetto è stato voluto
ed attuato da una parte politica, che ora è minoranza nel Paese (forse) e
nelle sue Istituzioni. Individuare le responsabilità politiche di questa
iniziativa rappresenta quasi un obbligo morale per comitati, associazioni e
partiti radicati in un'area politica ben caratterizzata. Non si può
indugiare su questo punto pensando alla fotografia di un corpo elettorale
diviso in due nelle ultime elezioni politiche. Non bisogna nemmeno fare
tanti calcoli sull'opportunità di ponderare i messaggi alla luce di una
futura iniziativa di riforma costituzionale che il centrosinistra potrebbe
proporre all'indomani dell'esito referendario.
La priorità è portare la gente a votare il 25 e il 26 Giugno e far vincere
il NO.
Concludendo, il dibattito che inaspettatamente si è scatenato a Lecce mi ha
indotto ad una ulteriore riflessione sulla forza mediatica di quel
manifesto. Probabilmente se scuote e crea polemica nei comitati per il NO
presumo che sortirà un effetto deflagrante nell'altra coalizione,
esattamente quello che volevamo suscitare.
Fermo restando che non ho nessun interesse di corporativa difesa autoriale,
lascio a voi la valutazione sulla reale portata di questo messaggio e sull'
opportunità di diffonderlo. In particolare al Presidente dell'associazione
"Biblioteca di Sarajevo" l'onere di scegliere se presentare al comitato
cittadino questo progetto personale come la proposta politica della nostra
associazione.
Buon lavoro a tutti.