[Cm-roma] Ruminando...

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Autore: Marco Pierfranceschi
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To: cm-roma
Oggetto: [Cm-roma] Ruminando...
Ciao
Sto ancora lentamente smaltendo la botta di endorfine scatenata dall'ultimo weekend (anche se in mezzo a svariati casini personali... anche se ho dovuto rinunciare a pezzi importanti per impegni pregressi...) e lentamente torno a ragionare.
Il primo impatto, prevalente, è che sia stata una tre giorni SuperCiemme pressoché da manuale, è andato tutto come meglio non poteva andare, siamo stati felici, soddisfatti, nessuno/a si è fatto/a male, abbiamo pedalato, cantato, ballato, gridato, corso, bevuto... insomma un po' tutto quello che si fa quando si è vivi (e il pensiero corre ai tanti che "vivi" non riescono ad esserlo come si deve ormai da un bel po', inclusi tutti gli auto-inscatolati che ci circondano). Semplicemente è stato bello tutto.

Poi, però, da vecchio sinistrorso cacadubbi ultraperfezionista programmaticamenteinsoddisfatto mi è arrivato il momento di panico: e ora che si fa?
Una volta raggiunto il culmine si può solo scendere, magari se va bene si riesce anche a ripetere, ma la ripetizione non è mai come "la prima volta". Ad oggi la Ciemmona per me è davvero il giocattolo più bello del mondo, ma so anche che qualunque giocattolo, per quanto bello, alla lunga stufa. Magari è vero che di qui ad un anno ne avrò di nuovo talmente bisogno che comunque mi piacerà, però la sensazione di dejà vu sarà lì dietro l'angolo, pronta a ghermirmi. Una volta tanto le riflessioni del Bellino le trovo affini, e questo è tutto dire...
Ditemi che il sogno si ripeterà, ditemi che sarà ogni volta più bello e più entusiasmante, ditemi che non ci arrenderemo alla soddisfazione di aver fatto un miracolo e ne vorremo un'altro più grosso. Lo chiedo a voi, che a sognare siete più bravi di me...

Chiudo con una considerazione sulla "veemenza" (violenza mi sembra un termine eccessivo).
Io ho un caratteraccio, e lo so, per cui le situazioni di tensione cerco di evitarle, perché so che rischio di acchiappare, che so, un motociclista particolarmente stron*o, e usare la mia bici per confezionargli una cravatta... (magari nemmeno intonata all'abito). Per questo motivo cerco sempre di stare nella "pancia" della massa, ed evito di partecipare ai blocchi, se proprio non è indispensabile (sabato, p.e., c'era Poldo da solo sotto il Campidoglio e gli ho dato man forte, ma è stato un evento eccezionale). Purtroppo dobbiamo confrontarci col fatto che questa società preme sulle persone fino a farne dei nevrotici (mi ci metto anch'io), e questi nevrotici finiamo col trovarli sia fuori che dentro la massa. La Massa stessa, come idea, porta con sé istanze che si contrappongono all'alienazione, vuole proporre dei modelli di vita più umani e veri, ma per farlo sceglie un terreno di conflitto (Pirellone docet), sia pur dolce e allegro. Io penso che sulla comunicazione, interna ed esterna, ci sia ancora margine di miglioramento, magari oltre a discuterne in lista pensiamo ad un momento di incontro/confronto per tirar fuori idee nuove.

Per chi avrà tempo, voglia ed energie, stasera al Casaletto parleremo di viaggi in bicicletta. Mi piacerebbe che foste in tanti/e. Anche e soprattutto quelli/e che a fare un viaggio in bici non ci pensano neanche lontanamente.

Un bacio e un abbraccio.
Hasta la vélorutiòn! :-)

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Marco Pierfranceschi
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