Autor: franszisko\@libero\.it Data: Para: incontrotempo Asunto: [Incontrotempo] angelo, mai da solo verso la pop parade
Breve riflessione prendendo spunto dalla vicenda dell'angelo mai
Il centro appartiene ai residenti dice un portavoce dei padroni della città, minacciando pulizia etnica.
Se arrivi dalla periferia per usare il centro come agorà, cioè come luogo di incontro, socializzazione e organizzazione dei bisogni sociali, diventi un problema di ordine pubblico. Se invece arrivi come cliente dei locali, ristoranti, ecc. allora sei il benvenuto.
In periferia hai l'unica scelta di uscire di casa per andare nei centri commerciali, ancora una volta come cliente.
Clienti, mai cittadini. Quando ci poniamo come cittadini siamo minacciati dal potere costituito (sbirri, palazzinari, bottegai, grandi vecchi della cultura-merce).
Ma siamo di più: siamo coloro che creano la ricchezza sociale, siamo quelli del 4% in più di PIL. Siamo la forza lavoro, siamo la cooperazione sociale produttiva nella fabbrica-metropoli che si chiama Roma SpA. Samo accettati quando giriamo il centro come precari sfruttati, siamo accettati quando giriamo il centro come clienti. Cioè, andiamo bene se siamo merce (come forza lavoro) o se siamo consumatori di merce (come clienti).
Come soggetti portatori di diritti siamo invisibili. Questa visibilità allora ce la dobbiamo prendere, diventando visibili soprattutto a noi stessi e a quelli come noi, rivendicando ciò che ci spetta, cioè la ricchezza sociale che produciamo (reddito), e gli spazi che ci necessitano (come Angelo maj e tutti gli altri). La città è nostra non dei mafiosi che speculano nel settore immobiliare, ne degli evasori fiscali, ne di chi costruisce fortune politiche nazionali sulla precarizzazione generalizzata.
Verso la pop parade.
fransz