Autor: Ripley Data: Para: hackmeeting Assunto: [Hackmeeting] Malessere nel sottosuolo
Ciao a tutti,
da perfetto sconosciuto vorrei dire la mia:
Purtroppo vivendo qui nel "buco del culo d'italia" (senza offesa per i
miei conterranei... che sicuramente capiranno) ho potuto
partecipare solo a 2 degli hackmeeting svoltisi fino ad ora.
Da quel poco che ho potuto vivere pero' posso dire che ritengo
l'hackmeeting un momento fondamentale per l'underground
digitale italiano... certo c'e' un numero spropositato di mitomani (cosa
che credo poi generi quella diffidenza e sufficienza che a
volte si respira nei confronti degli "sconosciuti", io stesso devo
confessare di aver cambiato piu' volte collocazione per non continuare
a sentire la marea di stronzate che sparava chi si era seduto accanto a
me) ma il livello tecnico c'e', basta saperlo riconoscere... i talk
sono in genere molto interessanti (a napoli per esempio quello su l'api
di soma e sul c offuscato mi hanno fatto passare una serata
molto interessante oltre che divertente) ed e' un momento (uno dei
pochi) di confronto con il resto dell'underground italiano.
Personalmente ho partecipato a quello svoltosi al tpo a bologna (ho
anche pulito i cessi il giorno prima dell'inizio ufficiale :-)))
e all'ultimo svoltosi a napoli (a cui mi sono divertito tantissimo).
Durante quest'ultimo ho partecipato (ascoltando senza intervenire) ad un
paio di dibattiti di taglio sociale:
uno sulla tematica "Open non e' Free" e un'altro sul "Hackmeeting e il
suo futuro"
Devo dire che entrambi mi hanno trasmesso una certa inquietudine.
Questa inquietudine non era tanto dovuta agli argomenti trattati, le
conclusioni a cui arrivavano i vari parteciparti al dibattito o le
modalita' con le quali si sono svolti... niente di tutto questo...
l'inquietudine derivava (ci ho riflettuto parecchio durante il viaggio di
ritorno) dalla progressiva consapevolezza che neanche l'underground
digitale era passato illeso dalla paranoia, pessimismo e
disillusione verso i quali il degrado sociale del nostro paese ci sta
portando :-(
Gli ho riconosciuti (paranoia, pessimismo e disillusione) perche' li
respiro da sempre... sono intorno a me e cercano di opprimermi
sin da piccolo: ho vissuto fino a vent'anni in un paesino di 900
abitanti dove i ragazzi diventano vecchi senza essere mai diventati
adulti...
in una realta' cosi' piccola e' facile disilludersi o farsi prendere
dalla paranoia e dal pessimismo.
Ma negli ultimi anni tutta l'italia ha assunto un po' le sembianze di un
paesino... e facile sentirsi soffocati dalla mediocrita'... schicciati
dalle ingiustizie... e questo a colpito indistintamente tutti...
underground compreso.
Nel dibattito "Open non e' Free" ad esempio ci si interrogava sul
problema (ridotto in tono ironico):
"Come puo' campare chi scrive software libero?"
Il dibattito si e' infervorito ben presto :-)
"La GPL ci tutela? ci permette di guadagnare dal nostro lavoro? o noi
lavoriamo e le multinazionali vendono il nostro lavoro?"
uhm... ci tutela? il compito della GPL non e' tanto tutelare i guadagni
degli autori ma la liberta' del codice scritto... non credo una licenza
possa tutelare il nostro diritto ad una giusta retribuzione, credo che
questo non sia un problema del software libero (o di coloro
che scrivono software libero) quanto piu' un problema sociale:
che garanzie ha un "operaio dell'informazione" di verdersi giustamente
retribuito il proprio lavoro in __italia__?
uhm... all'universita' come ricercatore? uhmmm.... e' triste li la
situazione.... in qualche piccola azienda dell'IT italiano? uhmmmm
tristissimo
uhmmm in qualche azienda straniera con sede in italia? ahahahhahaha :-)
come centralinista forse... qui vendono mica sviluppano :-)
(ovviamente non e' cosi' ovunque... ma insomma... e' un po' una lotteria
russa con 5 pallottole su 6)
contratti a termine e sfruttamento sono le parole chiave in questo
periodo storico (e vale per tutti non solo per noi)
Se fossimo in grado di sostentarci senza problemi con un lavoro
dignitoso non ci si porrebbe nemmeno la domanda se la GPL "ci tutela".
"Eh si", pensera' qualcuno, "ma intanto le multinazionali si appropriano
del mio lavoro".
Io penso invece che il software libero gia' da se da una brutta mazzata
alle multinazionali (e piu' in generale alla classe vettoriale a cui
appartengono) in quanto gli tolgono l'esclusivita'... la
monopolizzazione... il controllo che il software proprietario gli
consente, il resto
sara' frutto dalle scelte delle persone e dalla forza della comunita'
che gira intorno al software libero di turno.
Con questo non voglio assolutamente dire che la tematica non era
importante o interessante ne che tutte le conclusioni tratte siano
sbagliate (certo cambiare la licenza sono sicuro che non cambierebbe
niente :-PPPP)... semplicemente che e' triste vedere come i problemi
sociali dell'italia colpiscano anche una realta' "dissociata",
"anarchica" (nel vero senso del termine) e "combattiva" come la nostra
trasmettendogli inquetudine e disillusione nei confronti di qualsiasi
utopia...
... ma sono le utopie a far cambiare le cose non il crudo realismo.
Il crudo realismo serve a sopravvivere ma e' l'utopia che ti spinge a
realizzare quello che poteva sembrare irrealizzabile.
L'ultimo dibattito invece era invece l'evidente premessa di quello che
e' successo negli ultimi giorni in questa lista:
chi era presente a quel dibattito non puo' non aver avuto un dejavu nel
leggere gli ultimi thread, sbaglio?
Anche sull'argomento "Hackmeeting e il suo fututo", o meglio nei toni e
nei contenuti del dibattito non si puo' non riconoscere un
peso considerevole della deriva sociale che vive l'italia... si lo so e'
incredibile pensare che degli "asociali" possano essere influenzati
dalla societa'... ma e' cosi'... nessuno e' immune al 100%...
Stanchezza e delusione e' quello che leggevo tra le righe degli
interventi dei veterani,
Inesperienza e immaturita' da quelli dei parteciparti evidentemente piu'
giovani (non necessariamente nell'eta')
uhm... situazione difficile... non era difficile prevedere quello che
sarebbe successo (e che e' successo) in questa lista, e i toni
non erano molto diversi da quelli che sono stati usati nelle email di
questi giorni.
Chi ha ragione? chi ha torto?
Chi vuole fare l'hackmeeting "a tutti i costi" o chi non vuole farlo "a
nessun costo"?
uhm... come in tutte le cose probabilmente abbiamo tutti ragione e torto
(si! ho scoperto l'aqua calda e domani sto andando a brevettare
la carta vetrata con cui vi sto scartavetrando i coglioni in questa mail)
"E' giusto opporsi pesantemente ad un hackmeeting in val di non?" uhm...
boh... comunque le cose che ho letto sui link che google
ha fornito su questo Abram sono abbastanza inquietanti... probabilmente
qui un filino di ragione alla vecchia guardia bisognerebbe darglielo :-)
"E' giusto fare l'hackmeeting a tutti i costi?" non morira' nessuno se
un anno l'hackmeeting salta... non morira' l'underground... non morira'
nessun
suo componente (piu' o meno esplicito) per il dispiacere... ma
sicuramente non fara' bene.
Una pausa di riflessione... sarebbe meglio chiamarla una pausa e basta.
Si parlava di pausa di riflessione durante il suddetto dibattito di
chiusura dello scorso hackmeeting... ma non mi sembra che si sia
riflettuto un granchè da allora in questa lista... e' una pausa serve a
riposare... ma si puo' riposare da una passione? non dovrebbe essere la
passione a farci
riposare dalla vita? dovrebbe essere un piacere incontrarci fisicamente
una volta all'anno...
Si... ma se la tua passione diventa una lotta sociale (come lo e' per
noi)... beh allora puo' effettivamente diventare fonte di stanchezza...
delusione...
ma e' sbagliato dare la colpa alla nostra passione o nel come l'abbiamo
esercitata se non ha avuto gli effetti sociali che abbiamo sperato e per
cui abbiamo lottato... siamo solo una variabile nella complessa
equazione della societa' e non possiamo addossarci le "colpe" di tutte
le altre
variabili... la passione che diventa lotta e gli insuccessi che ne
possono derivare non devono ingrigire il fervore e la continuita' con la
quale la
viviamo... altrimenti la passione diventera' invece una condanna.
Sarebbe sbagliato fare una pausa per il semplice motivo che sarebbe piu'
difficile ripartire dopo...
sarebbe sbagliato fare una pausa semplicemente perche' non servirebbe a
niente...
solo a lasciare che le cose si degradino ancora di +...
i veterani saranno piu' stanchi (perche' non potranno giovare
dell'energia dei piu' giovani, non tutti ovviamente),
gli inesperti saranno piu' inesperti (perche' non avranno potuto
imparare dai piu' esperti, non tutti ovviamente ;-))
e i lamer saranno piu' lamer (perche' sono lamer e per questi non si
puo' fare niente ;-PPPPPP)
Sarebbe meglio se si facesse ma se non si dovesse fare non ne morirebbe
nessuno... questo e' vero :-)
Quanto ai contenuti... il contenuto etico e politico di un hackmeeting
e' importantissimo ma ancora piu' importante e' il suo contenuto tecnico:
dei ribelli... degli anarchici della rete senza un adeguato livello di
conoscenze tecniche e' come un esercito con i fucili caricati a salve nella
guerra della conoscenza.
Io vedo un analogo di questa problematica nei lug... il software libero
ha bisogno di sviluppatori di software libero... li dove ce ne sono molti
ed agguerriti il software libero da filo da torcere... troppi advocate e
pochi sviluppatori non sono altrettanto efficaci.
Si puo' essere partecipi di una lotta o di un ideale ma devi sentirti
colpito direttamente per poter avere i coglioni di reaggire concretamente.
Quindi e' giusto rendere conscie le nuove leve dell'importanza sociale
(soprattutto di lotta sociale) dell'hacking, della conoscenza
nell'epoca dell'informazione (la conoscenza senza la saggezza e il senso
del sacro e' fina a se stessa!!! e' importante e' importante!!! :-PPPP)
ma e' altrettanto importante innalzare il livello tecnico delle nuove
leve che (a quanto ho potuto constatare io almeno) ha difficolta'
maggiori, rispetto al passato, ad orientarsi nel mare dell'informazione.
Questi i miei 2 centesimi (vedete quante parole per 2 centesimi? robba
da saldi, saranno solo stronzate? :-P)
Spero ovviamente di non aver offeso nessuno con questa mail (non era
assolutamente mia intenzione)
e chiedo scusa a tutti coloro i quali si saranno scartavetrati i
coglioni leggendo questa, probabilmente tanto lunga quanto inutile, mail.