[RSF] PROGRAMMA MIGRAZIONI E ASILO PER IL FUTURO SINDACO DI …

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Autore: senzaconfine\@libero\.it
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To: forumroma
Oggetto: [RSF] PROGRAMMA MIGRAZIONI E ASILO PER IL FUTURO SINDACO DI ROMA
PROPOSTE AL FUTURO SINDACO PER UNA ROMA APERTA ED INCLUSIVA


La civiltà di una città si misura nelle sue periferie e nei suoi ghetti (Martin Luther King)
Guardare alla città – ridisegnare il suo futuro – “con gli occhi degli stranieri” significa porre i primi mattoni di una città più vivibile e meno “straniera” per tutti (Dino Frisullo, 1993)


Roma è una città accogliente ed indifferente a un tempo. E’ capace di grandi slanci di solidarietà, ricca di società civile, ma anche capace di dimenticarsi i suoi tanti cittadini, molti dei quali con in tasca passaporti di altri Paesi, che vivono nascosti in ghetti, sui greti del Tevere, nei campi Rom, o in appartamenti sovraffollati a caro prezzo ad arricchire speculatori. O dei tanti “clandestini” loro malgrado che lavorano in nero, ingrossando le file “della speranza” in occasione di decreti flussi, costretti a fingersi chiamati dall’estero dall’ipocrisia di leggi ammiccanti al discorso securitario. O di quelli che subiscono discriminazioni anche dopo tanti anni in Italia per il colore della loro pelle, perché parlano un’altra lingua o professano un culto diversi da quelli della maggioranza, e che non hanno strumenti di difesa concreti. E che non possono far sentire la loro voce perché non votano, nonostante partecipino alla vita economica e sociale di questa città, spesso rivitalizzandola con le loro attività e feste.

Per invertire la rotta, per dare finalmente il segno e non solo l’immagine di una città partecipata e solidale, un’amministrazione “illuminata” non basta. Per riconoscere finalmente l’immigrazione come risorsa, e non come problema da contenere, serve un cambiamento culturale. E questo salto va preceduto e accompagnato da atti concreti, alcuni dei quali sono già nelle competenze dell’amministrazione locale, che in accordo – auspichiamo - con cambiamenti legislativi a livello nazionale, mettano fine al doppio binario giuridico e sociale che esclude i cittadini migranti da una reale partecipazione. L’esperimento dei consiglieri aggiunti senza diritto di voto ed eletti su base “etnica” va superato, per arrivare al diritto di voto alle amministrative: lo chiedono i circa 8000 cittadini di Roma, italiani e stranieri, che meno di un anno fa hanno sottoscritto una delibera popolare in tal senso, non ancora discussa nell’aula Giulio Cesare.

Per questo, come associazioni di migranti e antirazzisti da anni impegnati su questi temi, pensiamo che più che istituire un nuovo assessorato, che difficilmente potrebbe assumere competenze che sono proprie degli Assessorati al Lavoro, alle Politiche Sociali, alla Scuola, occorra riconoscere diritti.
Ci sembra importante riaffermare la competenza centrale e diretta dell’amministrazione locale nella garanzia di alcuni diritti fondamentali (all’accoglienza, alla casa, alla salute, ai servizi sociali) così come nella erogazione dei servizi a questi connessi. Chiediamo dunque ai candidati al governo della nostra città, al Comune e ai Municipi, di sottoscrivere e fare propri, impegnandosi a perseguirli una volta eletti, i seguenti punti programmatici.

1)    L’impegno a sviluppare e a ripensare il sistema di accoglienza e le politiche sulla casa, prevedendo diverse soluzioni, perché diversi sono i bisogni di richiedenti asilo e rifugiati, migranti arrivati da poco, seconde generazioni: da centri di accoglienza aperti e cogestiti dagli stessi destinatari, diffusi in tutti municipi, al recupero e all’autorecupero di stabili inutilizzati da anni, da forme di intermediazione e sostegno all’affitto, ad agevolazioni e assistenza sui mutui; il tutto finanziabile anche con una parte dell’ICI. Una modifica del sistema di convenzioni che attualmente regola la gestione dei centri di accoglienza ci sembra prioritaria;
2)    il superamento della logica dei campi-nomadi, con l’individuazione di soluzioni abitative alternative come accade nel resto d’Europa e come del resto già deliberato dal Consiglio Comunale nel 2000;
3)    lo sviluppo e il rafforzamento dell’intervento del Comune nel contrasto al lavoro nero. Le attività di ispezione avviate dall’Osservatorio sul lavoro in collaborazione con le organizzazioni sindacali e con la Polizia Municipale nei luoghi di lavoro più a rischio (cantieri, ristoranti, alberghi) dovrebbero essere sviluppate, estese agli appalti comunali (anche nel settore del sociale) ed essere sostenute da interventi di stabilizzazione del lavoro precario (anche pubblico), da politiche attive per il lavoro e la formazione professionale calibrate su donne, rifugiati e migranti;
4)    la facilitazione dell’accesso ai servizi comunali attraverso la semplificazione delle pratiche burocratiche e l’impiego di mediatori culturali: attribuzione della residenza anche a chi non ha una dimora fissa, rilascio di un tesserino che garantisca le prestazioni sanitarie come il medico e la diagnostica di base, indipendentemente dalla posizione di regolarità del soggiorno, valorizzazione e attuazione dei piani sociali di zona partecipati;
5)    la creazione di un Osservatorio comunale contro il razzismo in collaborazione con una rete di associazioni e di sportelli che svolga un’attività di tutela legale delle vittime e di monitoraggio e inchiesta indipendente del fenomeno;
6)    lo sviluppo e l’estensione a tutto il sistema scolastico comunale delle politiche di sostegno all’inserimento degli alunni stranieri nelle scuole comunali, per ridurre il divario con gli alunni italiani negli esiti scolastici e per promuovere un approccio interculturale, destinato anche a genitori ed insegnanti;
7)    la sperimentazione di soluzioni di inserimento per chi pratica il lavoro ambulante, con la facilitazione dell’attribuzione di licenze, la possibilità di emersione dal lavoro nero, la creazione di spazi dedicati al commercio e all’artigianato;
8)    la destinazione di spazi comunali e strumenti per l’attività di autorganizzazione, socialità, comunicazione e promozione delle culture dei cittadini stranieri ed italiani insieme, singoli e organizzati in associazioni;
9)    un impegno programmatico e un contributo tecnico da parte del Comune di Roma per arrivare al trasferimento di competenze sui permessi di soggiorno dalle Questure ai Comuni;
10)    l’estensione del diritto di elettorato attivo e passivo alle elezioni comunali per l’affermazione di una idea di cittadinanza slegata dalla nazionalità e basata sulla residenza;
11)    l’impegno del Comune di Roma per la chiusura del CPT di Ponte Galeria e per la non apertura di un centro di identificazione per richiedenti asilo a Roma
12)    la convocazione di una conferenza cittadina sull’immigrazione che consenta al Comune di discutere e ripensare le politiche di cittadinanza, di accoglienza e di inserimento sociale in collaborazione con l’amministrazione provinciale e regionale, le associazioni di migranti e antirazziste, le organizzazioni sindacali, le istituzioni scolastiche.



Roma, maggio 2006

Promotori: Senzaconfine, Associazione del Bangladesh in Italia, ARCI Roma, Lunaria, Parsec, Casa dei Diritti sociali, Centro socio-culturale kurdo Ararat, Progetto Diritti, Ass. Kif-Kif, Comitato Immigrati in Italia, Alfredo Zolla e Cecilia Teramo – CGIL Roma e Lazio

Per adesioni: senzaconfine@??? - 3498327322