il gp ha centrato in pieno ...
ho avuto la fortuna di respirare in quella città per 5 giorni a gennaio
c'erano -20 gradi ma le bici erano piu' che a milano d'estate...
naturalmente ero munito con la mia due ruote felice di entrare e uscire da tutti i metro...senza costi aggiuntivi...
karl marx halle un'autostrada in città.. 3 corsie di marcia per ogni senso....e scoprirla.....vuota..poche macchine pochissime...
piste ciclabili anche su ponticelli stretti dove chiaramente l'unica corsia striminzita era per le auto.... mentre bici e trasporti pubblici avevano spazio abbondante in ogni senso di marcia.
la città rispetto milano è un silenzio...un fruscio...un respiro...
infinita enorme dove però ti senti umano in mezzo a tuoi simili umani...
pensare alla bici per gli spostamenti è la cosa piu' naturale
Anni luce avanti alla condizione urbana e umana di milano.
Favolosa...
tornando il commento che mi sono fatto rivedendo milano è stato "Noi non abbiamo capito proprio un cazzo"
>
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> Date: Thu, 18 May 2006 14:12:29 +0200
> From: gp <giampaolo@???>
> To: "in ogni caso, nessun rimorso" <dadaciclo@???>
>
> Sono ormai nove mesi che vivo a Berlino, e se mi si chiedesse come si
> sta qui non saprei rispondere - ma non perché non avrei niente da
> dire: i miei ricordi sono cristalli che guardati da lati diversi
> brillano in maniera differente, e siccome sono tanti e le combinazioni
> sono pressoché infinite, quale sia la luce giusta di cui luccicano,
> proprio non saprei. Anche perché la città ruota e cambia e, ad un
> certo punto, mi rendo conto che non ho niente da dire, come se la vita
> qui fosse un esperimento senza alcun obiettivo. Marcata nel cervello
> ho tuttavia la memoria di un inverno che non finisce più, perché oggi
> gli alberi sono densi - qui le piante hanno spazio, non paiono
> geneticamente deformate fra le ruote delle automobili di Milano, e si
> dedicano con grandi fronde agli spazi di Berlino. La pioggia non dà
> più fastidio, e uscire di casa senza sentire il freddo è una
> sensazione nuova e positiva. La gente per strada è contenta e
> numerosa: una mia amica chiedeva dove fossero tutti i berlinesi
> quest'inverno. La città ora succede: l'aria è limpida e liquida -
> nutre gli uomini come forme di vita, non come ingranaggi, e lascia
> intuire una strana libertà.
>
> Così, accade che i berlinesi vanno in bicicletta, e siccome la bici è
> una forma di vita, luccicano i loro fanalini di notte in maniera
> simile ai miei ricordi cristallizzati - che anche io quando pedalo non
> so come riconoscermi fra gli altri ciclisti: sapranno anche loro, di
> questo Gefühl dadaciclistico? Riconosceranno con me quell'orgasmo di
> potenza, tipico però dei bambini, ogni volta che si fermano in coda al
> semaforo? Avranno con me quell'appartenenza alla strada e all'aria
> regalata dalla bicicletta? Con la coda dell'occhio, osservo gli altri,
> quelli che hanno la bici figa, quelli che ce l'hanno scassata, quelli
> che non si capisce come fanno a trovarsi comodi a pedalare così, e
> provo una qualche ammirazione per loro (e anche per me che ci sono in
> mezzo).
>
> Qualche notte fa, notavo una bicicletta con i cerchioni piegati,
> arruginita, povera là abbandonata, legata al cancello del parco.
> Aspettavo un amico e camminando avanti e indietro ogni tanto le
> lanciavo un'occhiata. Dopo un po' arrivano due ragazzi, uno di colore
> un po' rasta, e una ragazza anche lei dark (ma non di pelle), stavano
> appresso a questa inutile bici, per capire un po' quale pezzo poteva
> essere riciclato. Improvvisamente insomma una nuova prospettiva di
> vita per quella ferraglia, e siccome mi ci ero affezionato e mi faceva
> un po' pena, immaginavo che la bici era contenta di queste nuove
> attenzioni. Magari, che so, lei pensava di rimanere lasciata lì per
> anni, e invece no. Questi due come formiche armeggiavano dietro una
> briciola a pedali, svitando e sbullonando, e dopo un po' se ne
> andavano via soddisfatti con le ruote sotto il braccio, con il fanale
> in mano, con pezzi che forse avrebbero rivenduto in qualche mercato
> delle pulci. Lo scheletro della bici è rimasto là, come un osso
> spolpato, credo che uscendo dalla U-Bahn di Hermannplatz, Neukölln, in
> direzione del parco si possa ancora vedere.
>
> Giovedì prossimo un po' fuori Berlino, verso Wildau, là dove iniziano
> i paeselli del Brandeburgo tra le foreste, si festeggierà il Männer
> Tag, una giornata dedicata agli uomini lontanamente legata a qualche
> tradizione cristiana che non ho ben capito. L'usanza prevede che per
> l'intera giornata non si lavori, e si giri in bicicletta da un paese
> all'altro portandosi con sé la birra e entrando in ogni locale di ogni
> paesello per ubriacarsi. Sulla bicicletta devono essere installati
> rami di betulla, per segnalare che stai facendo la tua giornata +bici
> +birra +betulla. Questo un po' mi sembra di aver capito, insomma. C'è
> chi si porta con sé rotoli di cartaigienica per segnalare un traguardo
> e improvvisare gare ciclistiche.
>
> L'altra notte ero lanciato sulla Karl-Marx Allee, erano ormai le
> cinque del mattino e sulla città albeggiava. Avevo sonno e nel sonno
> mi rendevo conto di quanto enormi sono gli spazi di Berlino, e quanta
> strada c'è da fare per spostarsi da un quartiere all'altro: quindi
> pedalavo in fretta, "minchia sono ancora qui" mi dicevo riconoscendo
> il busto di Marx all'inizio della strada, e osservavo che ancora non
> si vedeva Frankfurter Tor (le due torri sono il faro che mi dicono che
> sono quasi arrivato a casa). Be' la città non era vuota: eravamo in
> molti per strada, tutti silenziosi. Se questi fossero stati traslati
> sulla strada anziché sulla pista ciclabile, e automobilisti anziché
> ciclisti, mi sarebbe venuta in mente Milano. Sento dietro di me il
> ronzio di una dinamo: un tizio pedala più rapido di me e mi supera, si
> allontana con il suo fanalino e lo recupero al semaforo successivo
> (alcuni si fermano al semaforo rosso, anche se è tutto vuoto, e se il
> semaforo è quello piccolino per le bici). Si faceva giallo, poi verde,
> quindi io non ho rallentato la corsa e con soddisfatta convinzione ne
> ho superati cinque o sei. Tiè. Ma ero un po' cotto dalla serata e
> senza forze, e di nuovo quello mi supera, e si infila in una strada
> laterale tanto piena di alberi e buia, che riconosco solo il suo
> solito fanalino rosso. Avanti a lui nel buio ce n'è un altro: a
> osservare bene intorno, quanti fanalini rossi! Così accade che in
> sella alla mia bici, sulla Karl Marx Allee, mi rendo conto di vivere
> nella città più bella del mondo.
>
> --
> GP
>
> dadaciclo mailing list dadaciclo@???
> https://www5.autistici.org/mailman/listinfo/dadaciclo
> ovviamente il link e' http://www.autistici.org/dadaciclo
>
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> _______________________________________________
> Cm-crew mailing list
> Cm-crew@???
> https://www5.autistici.org/mailman/listinfo/cm-crew
>