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G8, teste scoppia in lacrime ricordando Bolzaneto.
Emanuela T. ha spiegato che il suo diciottesimo compleanno si era fatta regalare un viaggio a Genova.
Aveva avuto in premio per il compimento del suo diciottesimo compleanno un viaggio da Taranto a Genova. Erano i gironi del luglio 2001. E quel regalo dei genitori si era concluso purtroppo per lei in una cella di Bolzaneto.
Emanuela T.; ieri mattina, di fornte ai giudici della terza sezione del tribunale penale presieduta da riccardo Delucchi, ha ripercorso le tappe di quel suo calvario.
Era stata arrestata nel campeggio di Sturla sabato 21 luglio di 5 anni fa e portata, insieme a tanti altri, nella caserma di Bolzaneto.
Non ha retto al ricordo, ieri mattina, quando il suo difensore di parte civile, l'avvocato Raffaella Multedo, le ha chiesto qual isono state le conseguenze per le vessazioni e le umiliazioni subite.
Emanuela e' scoppiata in singhiozzi e non e' riuscita a dire piu' una sola parola.
Il presidente Delucchi ha immedioatamente sospeso l'udienza per permettere alla ragazza (che ora ha 23 anni) di riprendersi.
L'interrogatorio della testimone e' cosi' ricominciato anche con le domande dei due pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati.
Un po' rinfrancxata dalla pausa e da un bicchiere d'acqua la giovane ha raccontato lo squallore di quei momenti di detenzione, in una cella iniseme ad altri giovani.
Reclusa dal pomeriggio senza la possibilita' di andare in bagno aveva chiesto piu' volte di essere accompagnata al gabinetto. Finche' un carabiniere, frose impietosito da quelle pressanti richeiste, aveva detto a un'agente donna della polizia penitenziaria se poteva aiutare la giovane.
Ma lei, secondo la testimonianza di Emanuela, avrebbe risposto: "Figurati se io porto a pisciare questa merda".
Cosi' Emanuela si era fatta la pipi a dosso e avere tenuto tante ore addosso le mutandine bagnate le aveva provocato un'irritazione inguinale.
Quando era stata visitata da una dotoressa nell'infermeria di Bozaneto, le aveva espsoto il suo problema, ma il medico non l'arebbe registrato sul diario clinico.
Per questo i pm hanno contestato alla dottoressa il falso. Emanuela, all'interno della cella, era tutto sommato in una situazione 'privilegiata', leggermente defilata rispetto alla finestra.
Gli sputi che arrivavano dagli agenti che passavano di li' non colpivano lei ma un'altra ragazza.
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