[NuovoLab] Fw: Articolo su riconversione industria bellica

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Auteur: norma
Date:  
À: forumgenova
Sujet: [NuovoLab] Fw: Articolo su riconversione industria bellica
Inoltro; ho messo l'allegato col copiaincolla
ciao
Norma

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From: montecchi
To: Contro G8-diritti ; CGIL Liguria ; Carlo Smhit ; Buffo on.Gloria
Sent: Tuesday, May 16, 2006 6:47 AM
Subject: Fw: Articolo su riconversione industria bellica



----- Original Message -----
From: mario.agostinelli@???
To: Elio Pagani ; Enrico Bigli ; Pietro Maestri ; Nicoletta Pirotta ; Luciano Muhlbauer1 ; Zendali, Patrizia ; Cinzia Colombo ; Vanacore, Pino ; Paolo Cagna Ninchi ; Elisa Rebecchi ; Paola SWG Domenichini ; Bruna Brambilla ; Guido1 casa Agostinelli ; Lucia1 Agostinelli ; Manuela Della Nave ; Ugo Montecchi ; Nella Ginatempo ; Alex Zanotelli1 ; Alex Zanotelli2 ; Giorgio Riolo1 ; Roberto Mapelli
Sent: Monday, May 15, 2006 11:18 PM
Subject: Articolo su riconversione industria bellica


Care/i
      vi invio l'articolo che esce domattina sul Manifesto e che, se volete, potete far girare nelle vostre liste.
A fronte del tentativo della maggioranza di centrodestra in Consiglio di precipitare le cose e di impedire la discussione e il voto sul pdl sulla riconversione dell'industria bellica, dobbiamo muoverci da subito, prendere tempo ed estendere e praticare una mobilitazione serena, decisa e convincente. (roba da...bandiere di pace). Quindi forza, che non è proprio finita! Sarà dùra....
Mario Agostinelli


e-mail mario.agostinelli@???
Tel. +39 0331 866746
Fax +39 0331 866746
L'opposizione del centrodestra al PdL sulla riconversione dell'industria bellica

Mario Agostinelli



A seguire i "diari" che quotidianamente invia dal Senato Romano, una volta aborrito, si direbbe che l'unica fissa di Roberto Formigoni in questo periodo sia la scelta tra la Nazione e la Lombardia, per il cui bene si sottoporrebbe ad un referendum pagato di tasca propria (sic!), visto che le eventuali elezioni anticipate in Regione sarebbero di tasca nostra...

Ma non facciamoci sviare dalla propaganda. In realtà, il Presidente non cessa in questi giorni di assestare colpi ai beni comuni della sua (nostra?) Regione: trasforma in Fondazioni aperte ai privati tre gioielli della sanità pubblica - l'Istituto dei Tumori, il Besta, il San Matteo di Pavia - sollecita patti trasversali per le grandi opere che si mangiano il territorio, lancia le Spa regionali alla privatizzazione dell'acqua, moltiplica licenze per spazi pubblicitari su cartelloni stradali avveniristici, con il logo della Regione.

Tutto a dispetto di un Consiglio o di Commissioni tenute all'oscuro o sorpresi da atti unilaterali.

L'ultimo, in ordine di tempo e il più grave dal punto di vista dei diritti democratici dei cittadini, consiste nella pretesa della sua maggioranza in Commissione Attività Produttive di impedire la discussione in Consiglio della proposta di legge di iniziativa popolare sulla riconversione dell'industria bellica.

Un progetto di legge presentato da oltre quindicimila firme e sostenuto e discusso con centinaia di iniziative da 83 associazioni sindacali, pacifiste, di volontariato religioso e laico.

Una legge che, se approvata, permetterebbe ad una Agenzia Regionale, supportata dalle parti sociali e dalle associazioni, di promuovere credibili progetti di riconversione, disarmo e formazione, reperendo tutte le risorse a livello locale, nazionale ed internazionale pe rilanciare e mantenere sul mercato prodotti innovativi, socialmente desiderabili e utili, garantendo la protezione dei posti di lavoro. Un obbiettivo di straordinaria attualità in Lombardia, dove proprio le tecnologie di uso militare sono oggi tra le più contigue al passaggio alle energie rinnovabili, alla riduzione del traffico e dell'inquinamento.

Un obbiettivo squisitamente di lungimiranza amministrativa, oltre che uno sforzo non ipocrita per la pace e l'educazione alla cooperazione.

Ma, evidentemente non è questo il clima dentro cui la destra vuole far crescere il rapporto tra istituzioni e popolazione in Lombardia. Preferisce glissare e non misurarsi con la responsabilità di un atto coraggioso, e, così, la Commissione vota, contro i rappresentanti dell'Unione, un ordine del giorno da portare in Consiglio per impedire l'esame dei contenuti ed accantonare la legge senza alcuna discussione di merito.

Evidentemente, sono le lobbies delle armi, fortissime nella nostra regione, a suggerire il non voto, equivalente al voto contrario, per uccidere il progetto di legge nascondendo la mano.

Da domani partirà una forte mobilitazione in tutti i territori, sostenuta dalle organizzazioni che hanno fatto della pace, a partire dalle bandiere ai balconi, il simbolo di un lavoro concreto, che si invera anche nelle scelte produttive, negli stili di vita, nelle finalità e nella destinazione della ricchezza che la società amministra. Una mobilitazione da non lasciare a se stessa e da riprodurre pacatamente e gioiosamente in un tempo sufficiente a creare cultura, oltre che conquistare norme innovative.

E' d'interesse per tutti che la Lombardia finalmente si segnali su un fronte diverso da quello per cui è nota industrialmente in troppi teatri di guerra. Credo anche per il suo Presidente, che avrebbe ben altro ruolo da quello che gli attribuisce l'inchiesta Oil for Food, in cui viene segnalato per la promozione in Iraq di elicotteri e di sistemi radar