secolo xix
Nelle intercettazioni spunta il Comune di Genova
Napoli. «Non sapevamo nulla, assolutamente nulla. Di questa circostanza siamo venuti a conoscenza solo dal Secolo XIX». Compare anche "l'amministrazione comunale di Genova", nelle venti pagine dell'invito a comparire, spedito dai pm del calcio-scandalo a 41 indagati, Luciano Moggi in testa. Unica città ad essere esplicitamente citata dai magistrati, che riportano un'intercettazione telefonica. Ora un portavoce della giunta del sindaco Pericu spiega: «Da domani (oggi per chi legge, ndr) inizieremo una serie di controlli per verificare nomi e circostanze. Il sindaco ha parlato con gli assessori competenti, con i funzionari, con i tecnici. Non è emerso assolutamente nulla. Faremo comunque tutte le verifiche necessarie».L'intercettazione compare a pagina sei del documento giudiziario.
I magistrati napoletani la inseriscono nel primo capitolo, quello che riporta le contestazioni agli indagati di associazione per delinquere (tredici) per la «realizzazione di alcuni delitti, anche abusando o comunque avvantaggiandosi dei ruoli rispettivamente ricoperti ed al fine di rafforzare le condizioni necessarie per il perseguimento del programma, adoperandosi perché fossero costantemente pianificate strategie comportamentali di ampio respiro, volte a conseguire indebiti vantaggi (in termini di risultati sportivi)».
Nella terza sezione compaiono tre intercettazioni. La prima è tra Luciano Moggi e Maria Grazia Fazi, segretaria con rapporti con gli arbitri. La seconda è tra il designatore Paolo Bergamo e lo stesso Moggi (Bergamo: «Nell'accordo ci deve essere anche un accordo sugli arbitri, giusto?»).
La terza è la trascrizione di un colloquio tra Paolo Bergamo e Innocenzo Mazzini, vicepresidente della Federcalcio. I due si scambiano opinioni sulle modalità di designazione degli arbitri. Poi lo scenario cambia. Bergamo parla ora del collega Pier Luigi Pairetto, come indicano esplicitamente i pm. Queste le parole di Bergamo a Mazzini: «Eh, hai capito qual è il discorso? Se Zamparini si muove... lui sta cercando in tutti i modi di entrare nel giro della distribuzione di Zamparini... ma lui ti può... ma lui uccide suo padre e sua madre, capito? e questa è la necessità! A Genova... ehhh con la Sampdoria... e quest'anno ha fatto carne di porco! Allora c'è un momento che te devi fermà! La Sampdoria l'hai portata lì, tranquillo, ma vaffanculo lasciala lì, no? E n ti poi mica brucià pè la Sampdoria! Ma... ma... ma insomma voglio dì! E.. e lui non lo capisce! Ci ha degli interessi a Genova... con l'amministrazione comunale».
Quali siano gli interessi che potrebbero collegare Pairetto, la Sampdoria, l'amministrazione comunale di Genova e Zamparini non appare esplicito. Né chiariscono di più i magistrati di Napoli, che raggiunti dal Secolo XIX commentano: «Di questo capitolo dovremo parlare più avanti, per ora non possiamo dire nulla di più».
Il cognome Zamparini, che nell'atto è scritto tutto in lettere maiuscole, e il riferimento alla "distribuzione" fanno dedurre che si parli di Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, che in passato fu a un passo dall'acquisto del Genoa prima dell'arrivo di Preziosi. Zamparini, con la holding "Zamparini & Manti", si occupa di costruzioni ma soprattutto di grande distribuzione commerciale, con presenze in 14 regioni, ma non in Liguria. A Palermo è tra i "pretendenti" per la realizzazione del nuovo stadio che potrebbe ospitare l'appuntamento del 2012.
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