[NuovoLab] KABUL E' GUERRA .VIA LE TRUPPE

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Auteur: ugo
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À: forum sociale di genova
Sujet: [NuovoLab] KABUL E' GUERRA .VIA LE TRUPPE
Il fondatore di Emergency Gino Strada racconta l'Afganistan sotto occupazione
e chiede il ritiro

LORIS CAMPETTI da "il manifesto" del 10/05/06

A quei politici che oggi piangono per i nostri soldati morti a Kabull o
a Nassiriya vorrei dire che si sarebbero risparmiati le lacrime se non avessero
venduto quei ragazzi per un atto di servilismo all'amico George». Non fa
sconti a nessuno, Gino Strada. Il fondatore di Emer gency conosce bene l'Afghanistan.
Non perché sia uno studioso di geografia ma perché da anni e anni - da guerre
e guerre - opera come chirurgo in quel martoriato paese, sempre schierato
da una parte sola: la popolazione civile, le vittime della guerra.
( Forse siamo noi che non vogliamo capire. Forse è vero che noi siamo in
Afghanistan con una missione di pace.
Queste sono le cretinate che dicono i potenti della terra e ì loro cocchieri.
Da più di trent'anni continua la guerra in Afghanistan che ha attraversato
molte fasi e molte occupazioni, dai russi ai sauditi, dagli americani agli
o italiani tutti hanno giocato le loro carte sulla pelle del popolo afghano.
Ora siamo in presenza di una nuova occupazione di un paese che come tutti
gli altri paesi non sopporta occupazioni militari straniere. La prima avvenne,
se non ricordo male, nel 1804 a opera di Pietro il Grande, per proseguire
con le tre guerre inglesi. Quando un afghano vede passare un militare straniero
non si chiede se è lì sotto l'egida dell'Orni, sa solo che è pronto a bombardare
una casa con dentro vecchi donne e bambini perché forse lì abita l'amico
di un talebano.
L'Afghanistan è cambiato, ci dicono, sta rsorgendo dopo l'arrivo dell'esercito
del bene.
Fuori Kabul non è cambiato nulla, anzi si rafforza la presenza non so dire
se dei talebani o dei pashtun in tutto il paese. Certo, Kabul è molto cambiata.
E' diventata una città più violenta, la criminalità comune è alle stelle.
Non abbiamo mai curato nei nostri ospedali tanti accoltellati come ora. I
prezzi delle case sono decuplicati, il costo della vita quintuplicato. L'inquinamento
in città è tale che la gente gira con la mascherina come i medici in reparto.
Poi, è scoppiata una guerra nascosta: ogni gior- no una media di cinque bambini
finisce sotto i mezzi militari. Per la prima volta, a Kabul, fa la sua comparsa
la prostituzione.
Come a Belgrado dopo la guerra umanitaria,
La prostituzione è un corredo lasciato da ogni guerra.
Cosa fanno a Kabul le nostre truppe, e quanto ci costano?
In quasi 5 anni hanno operato sotto sigle diverse, ma sempre con un unico
scopo: dare una mano alla missione d'occupazione americana. 1 nostri soldati
girano in pattugliamento con i mitra pronti a sparare o restano chiusi nelle
basi. Ci costano più di 300 milioni di euro solo per la parte militare della
missione. Come Emergency abbiamo tre ospedali che ci costano 6 milioni di
euro, pensa cosa si potrebbe fare con tutto quel danaro. Gli italiani sono
a Kabul anche per motivi «pacifici»: con quel che ne è della giustizia in
Italia stiamo disegnando la nuova giustizia afghana.
Però adesso le donne possono votare.
Sai come si vota in Afghanistan? Da noi in ospedale c'è stata una gara tra
il personale afghano a chi riusciva a votare più volte. Ha vinto uno che
ha messo nelle urne 17 schede. Il candidato arrivato secondo dopo Karzai,
Qa-nouni, ora presidente del Parlamento, mi ha raccontato di mazzetti di
100 schede graffate insieme «per agevolare il conteggio». Le schede venivano
trasportate a Kabul dai seggi di Kandahar dai marìnes.
Cosa ti aspetti dal governo dell'Unione?
Che faccia finalmente una scelta costituzionale. L'articolo 11 non lascia
l'arbitrio a nessun politico di decidere se una guerra è buona, cattiva,
giusta, umanitaria. L'Italia rifiuta la guerra punto e basta. Mi aspetto
il ritiro immediato di tutte le missioni, nessuna delle quali rispetta lo
Statuto dell'Orni. Che si smilitarizzi il territorio e la politica, che si
abbattano le spese in armamenti e si investa in istruzione, cultura, sanità.
Sai che in tutto l'Afghanistan, per 25 milioni di abitanti, ci sono solo
sei letti per la rianimazione, quelli di Emergency? In Italia gli operai
metalmeccanici debbono fare scioperi su scioperi per un aumento di 100 euro
e poi ne spendiamo 300 milioni per tenere le nostre truppe in Afghanistan
a fare la guerra.
Sarebbe da irresponsabili, ci dicono, abbandonare l'Afghanistan. Sarebbe
il caos.
Si rischierebbe il caos? Ma c'è un caos peggiore possibile in un luogo, che
sia Kabul o Nassiriya, in cui un ragazzo si imbottisce d'esplosi-vo e si
uccide per uccidere altre persone? Finché resterà un solo soldato straniero
in Iraq o Ìn58ghanistan la situazione non potrà che peggiorare. A Baghdad
ci vorranno almeno 30, non per tornare alla normalità o alla democrazia.

ub

Ugo Beiso