Buone notizie dal Forum sociale europeo
Dobbiamo ringraziare il Comitato greco, per il
Forum sociale europeo di Atene.
A un movimento giovane, in un paese debole con
una sinistra divisa è toccato il compito di
rilanciare il processo di convergenza
dell'Europa sociale. Pochi credevano che
sarebbero riusciti a costruire un Forum
all'altezza - nei contenuti e nell'ampiezza
dello schieramento.
Dopo Londra, che aveva mostrato tutti i rischi
di ghettizzazione, c'era il pericolo di perdere
la sede di costruzione dell'altra Europa.
Sarebbe stato un problema per noi europei e una
tragedia per i movimenti del Sud del mondo, che
hanno bisogno come il pane di una sponda
politica. E invece, come spesso accade, un luogo
difficile è riuscito a produrre l'energia, la
creatività e la responsabilità necessaria a
rimettere il processo sul binario giusto.
C'era la Confederazione europea dei Sindacati, e
tante categorie impegnate nelle vertenze per i
servizi pubblici, contro le privatizzazioni.
C'erano ottanta rappresentanti della Caritas
internazionale che gestiscono la rete contro la
povertà insieme ai No-Vox - esperienza radicale
di coordinamento dei senza tetto e degli
esclusi.
Il Network per i diritti dei migranti, in cui
l'Arci ha impegnato grandi energie, ha
finalmente imposto la priorità immigrazione,
promuovendo per il 7 ottobre la prima giornata
europea di mobilitazione. La rete per la Carta
dei Principi dell'altra Europa ha consentito un
dibattito approfondito sull'Europa e sui temi
controversi: la guerra, il terrorismo, il
progetto sociale ed economico.
Per la prima volta, c'erano davvero i movimenti
dell'Est con il loro punto di vista e le loro
difficoltà - di cui bisogna farsi carico, perché
non ci sarà Europa sociale con un Est devastato.
Ci sono stati momenti difficili nel grandissimo
corteo, con centinaia di 'anarchici' che hanno
usato la marcia come scudo umano per le loro
scorribande, ma non c'è stata nessuna contiguità
con i violenti neppure nelle aree più radicali
del Forum.
Si può andare avanti. Prepariamo il Forum di
Nairobi. Ricostruiamo il fronte ampio dei
movimenti sociali italiani. Chiamiamo alle
proprie responsabilità chi in Italia pensa si
possa fare a meno di alleanze sociali per
cambiare l'Europa.
(editoriale di ARCI report)